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Le Borse di oggi, 30 gennaio. Cresce il nervosismo prima delle Banche centrali. La Germania frena a sorpresa

MILANO - E' la settimana decisiva per la Fed e la Bce, che tra mercoledì e giovedì daranno il loro responso sui tassi e la politica monetaria che intendono perseguire nei prossimi mesi. Se i mercati sono abbastanza chiari nell'attendersi rialzi rispettivamente di 25 e 50 punti base, l'attesa è alta per le parole di Powell e Lagarde e per le traiettorie che disegneranno sui prossimi sviluppi nella loro stretta dopo i lunghi anni dei tassi sottozero. Nelle sale operative e sulla stampa finanziaria anglosassone, però, a poche ore dalle risposte delle Banche centrali si fanno largo soprattutto i dubbi e le ansie degli investitori. Il Financial Times raccoglie ad esempio le riflessioni di alcuni investitori che si chiedono se la corsa dei bond, col fortissimo rimbalzo del 2023, non sia stata troppo ottimistica: da Wells Fargo si rimarca come il mercato prezzi uno scenario senza recessione che comunque - nonostante gli ultimi dati positivi dall'economia - non resta quello di base per gli economisti. Da Bloomberg si punta lo sguardo sull'Europa e sul mercato azionario: con un +10% in gennaio, l'Eurozona ha battuto anche gli Usa per la miglior partenza d'anno di sempre. Ma da BlackRock ad Amundi, crescono i dubbi che gli investitori siano stati troppo ottimisti. La posizione da falco della Bce, i downgrade in vista per i contri delle aziende Ue e il fatto che la fine della guerra in Ucraina resti ancora un miraggio non depongono a fabore di un eccesso di fiducia. "I mercati non hanno ancora prezzato la profondità delle revisioni al ribasso degli utili societari in arrivo", hanno scritto da Amundi. "E' pericoloso pensare che, visto che le azioni stanno salendo, tutto sia ok". Oggi arriva a sorpresa il calo del Pil nel quarto trimestre a -0,2%.

Migliora il "sentimento economico" in Europa

Prosegue la ripresa del sentimento economico in Europa: a gennaio, l'indicatore Esi ha fatto registrare un aumento nella zona euro (+2,8 punti, a quota 99,9) e nell'Ue-27 (+2,3 punti, a quota 98). Lo riferisce la Commissione europea, evidenziando che si tratta del "terzo aumento consecutivo" che porta l'indice più vicino "alla media di lungo periodo". Tra le maggiori economie europee, l'indice è aumentato notevolmente in Francia (+4,4), Spagna (+2,7), Germania (+2,5), e Italia (+1,7). Anche l'indicatore delle attese occupazionali (Eei) è in aumento: +2,7 punti nell'Eurozona, a quota 110,1, e +2,3 punti nell'Ue, a 108,5.

Borse e Btp fiacchi a metà seduta

Restano deboli le Borse europee, dove prevale la cautela in vista degli appuntamenti di mercoledì e giovedì con la Fed e la Bce. La corsa di inizio anno dei listini, alimentata dalla convinzione che le banche centrali rallenteranno la stretta monetaria, lascia oggi spazio a qualche dubbio, alimentato da un'inflazione spagnola che a gennaio ha inaspettatamente ripreso a salire e dalla crescita dei prezzi alla produzione in Italia. Francoforte guida i ribassi (-0,8%) dopo che il pil del quarto trimestre è sceso dello 0,2%, davanti a Parigi (-0,7%) e Milano (-0,3%) mentre Londra cede lo 0,1%. I timori per una Bce aggressiva spingono il rendimento dei titoli di Stato, con quello dei Btp decennali che sale di 9 punti base al 4,17% mentre lo spread con il Bund si mantiene ancorato a 187 punti base. Le scommesse per una Bce più determinata della Fed alimentano la corsa dell'euro, che in mattinata è risalito sopra 1,09 con il dollaro, per poi ripiegare a 1,0897. A Piazza Affari cedono Moncler (-2%), Diasorin (-2%), Interpump (-1,8%) e Tenaris (-1,8%) mentre brillano Tim (+3,5%), Saipem (+2%) e Unicredit (+1,6%), con le banche sostenute dalla prospettiva di nuovi rialzi dei tassi. Svetta Mps (+4,7%).

Istat, prezzi alla produzione cresciuti del 34,4% nel 2022: è il massimo dal 2000

A dicembre 2022 i prezzi alla produzione dell'industria aumentano del 2,9% su base mensile e del 31,7% su base annua (era +29,4% a novembre). Lo rileva l'Istat spiegando che al netto del comparto energetico, i prezzi diminuiscono dello 0,1% rispetto al mese precedente e fanno registrare una crescita tendenziale dell'11,2%, in rallentamento rispetto a novembre (+12,0%). In media, nel 2022 i prezzi alla produzione dell'industria, trainati dall'energia,  crescono del 34,4% (+10,8% nel 2021), la più alta dal 2000.

I prezzi alla produzione dell'industria nel 2022 sono saliti del 104,3% per l'energia a fronte del 33,6% nel 2021, rileva ancora l'Istat. Nella media del 2022 i prezzi segnano una crescita del 34,4%, la più alta dal 2000. A contribuire sono soprattutto le dinamiche rilevate sul mercato interno (+42,7%), condizionate dall'aumento dei prezzi dei prodotti energetici (+104,3%). Al netto di questi prodotti, la crescita media annua dei prezzi sul mercato interno è del 12,8% (+5,4% nel 2021). Per le costruzioni, la crescita dei prezzi nella media 2022 è più che raddoppiata rispetto al 2021 condizionata dall'aumento dei costi dei materiali.

Le Borse frenano dopo il Pil tedesco

Le Borse europee estendono le perdite a metà mattinata sulla scia dell'inaspettata contrazione dell'economia tedesca nel IV trimestre del 2022, un segnale che rafforza i timori che la locomotiva d'Europa potrebbe entrare in recessione per effetto della guerra in Ucraina. Francoforte arretra dello 0,54%, Parigi cede lo 0,51% e Londra perde lo 0,11%. Milano segna una flessione dello 0,25%.

La Germania frena a sorpresa: Pil a -0,2% nel quarto trimestre

Sale meno delle stime su base annua il Pil del quarto trimestre 2022 in Germania, con un rialzo limitato allo 0,5%. Era previsto infatti un aumento dello 0,8%, contro il +1,2% segnato nel trimestre precedente. Rispetto al trimestre precedente l'economia segna un calo dello 0,2% contro una stima invariata.

Le Borse asiatiche chiudono in ordine sparso. Tokyo in progresso (+0,2%), crolla Hong Kong

 Le Borse asiatiche chiudono la prima seduta della settimana in ordine sparso, in attesa della riunione della Federal Reserve di mercoledì, dei dati economici chiave della settimana e delle numerose trimestrali in arrivo. A Tokyo l'indice Nikkei termina la seduta con un progresso dello 0,19% a 27.433,40 punti, mentre il più ampio indice Topix segna un +0,01% a 1.982,40. Le piazze cinesi, che hanno ripreso le contrattazioni dopo la lunga pausa del Capodanno lunare, sono rialzo con lo Shanghai Composite index che guadagna lo 0,14% a 3.269,32 punti prolungando il rally di gennaio sulla scia della riapertura della Cina dai freni anti-Covid e delle aspettative di un ritmo più lento della stretta monetaria da parte delle principali banche centrali. Male Hong Kong, con l'indice Hang Seng che cede il 2,8% a 22.053,00 punti per le forti perdite dei titoli delle big tech, come Alibaba Group Holding e Tencent Holdings. Questa settimana è prevista la pubblicazione di una serie di trimestrale del comparto negli Usa che dovrebbero fornire ulteriori spunti ai titoli tech globali. Giù anche l'Index indiano, che scivola dello 0,74% a 58.889,27 punti per le perdite delle società del gruppo Adani, il cui rosso complessivo è salito sopra i 60 miliardi di dollari dopo l'attacco dell'hedge fund Hindenburg. Il Kospi della Corea del Sud arretra dell'1,35% a 2.450,47 punti.

Spagna, inflazione a gennaio -0,3%. Ma risale leggermente su base annua

Il tasso d'inflazione in Spagna si attesta al 5,80% a gennaio su base annua, leggermente in aumento rispetto al minimo di 13 mesi del 5,7% di dicembre, secondo una stima preliminare. Su base mensile, l'indice dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,30% su dicembre.

Avvio prudente per le Borse europee. Tim tonica a Piazza Affari

Avvio in calo per Piazza Affari. L'indice Ftse Mib ha iniziato le contrattazioni in flessione dello 0,19% a 26.384 punti. Avvio di seduta in calo per il mercato azionario in una settimana cruciale che presenta in calendario le riunioni di Fed e Bce che dovranno decidere le prossime mosse sui tassi di interesse. L'indice Ftse Mib segna -0,29% a 26.374 punti. Piazza Affari fa poco meglio delle altre borse europee. In giornata atteso il dato sul Pil della Germania e sul sentiment economico dell'Eurozona, mentre in Spagna il dato mensile dell'inflazione segna un aumento a sorpresa. Sul listino evidenza per Tim (+4%) dopo le indiscrezioni di stampa secondo cui a metà febbraio Cdp presenterà una nuova offerta per la rete. Giù i petroliferi con il calo del greggio, con eni -0,8%, Tenaris -2,3%. Tra le altre blue chip cali per Prysmian, Recordati, Moncler. Su Stellantis (+0,4%), Terna e Banca Generali.

Petrolio debole in Asia

Prezzi del petrolio in calo sui mercati astiatici in avvio di settimana in attesa delle decisioni dell'Opec+ e della Federal Reserve, in calendario, entrambe, mercoledì. I produttori globali di greggio probabilmente manterranno invariata la produzione e gli investitori sono cauti in vista della riunione della banca centrale Usa che potrebbe stimolare la volatilità del mercato. I future sui contratti Wti cedono lo 0,49% a 79,28 dollari al barile mentre quelli sul Brent arretrano dello 0,53% a 86,22 dollari al barile.

Future in calo per Wall Street

Future negativi a Wall Street in attesa della decisione sui tassi della Federal Reserve che sarà annunciata mercoledì. Sebbene si preveda che la banca centrale Usa aumenterà i tassi di interesse di 25 punti base, le sue prospettive di politica monetaria saranno tenute sotto stretta osservazione, dato che i dati recenti hanno dipinto un quadro piuttosto contrastante dell'economia a stelle e strisce.
I future sul Dow Jones cedono lo 0,30%, quelli sul Nasdaq arretrano dello 0,40% e quelli sull'S&P 500 registrano una flessione dello 0,33%.

Borse asiatiche contrastate. Torna a scambiare la Cina, male Hong Kong

Viaggiano contrastate le principali Borse asiatiche a causa della cautela in vista della riunione della Federal Reserve e dei dati economici chiave di questa settimana. Le piazze cinesi avanzano in territorio positivo, dopo essere schizzate alla riapertura degli scambi dopo la pausa del Capodanno lunare. Lo Shanghai Composite index guadagna lo 0,13% con i mercati che hanno scommesso sul fatto che l'economia del Paese è stata ulteriormente sostenuta dalla prima festività del Capodanno lunare senza restrizioni Covid in tre anni. I media statali hanno riferito che i viaggi e i consumi interni hanno registrato una forte ripresa nell'ultima settimana. Nel fine settimana il governo cinese ha inoltre ribadito l'intenzione di sostenere la spesa e di promuovere i consumi locali. Gli investitori attendono i dati sull'attività economica cinese questa settimana per valutare quanto l'economia abbia beneficiato del ridimensionamento delle misure anti-Covid. I titoli tecnologici sono i peggiori della giornata, con l'indice Hang Seng di Hong Kong che cede il 2,17% a causa delle forti perdite di titoli importanti come Alibaba Group Holding e Tencent Holdings. Questa settimana è prevista la pubblicazione di una serie di risultati tecnologici statunitensi, che dovrebbero fornire ulteriori spunti ai titoli tech globali. Il Kospi della Corea del Sud arretra dell'1,34%, mentre l'indice giapponese Nikkei 225 a Tokyo viaggia piatto.

Future negativi per l'Europa prima di Fed e Bce

Si prospetta un avvio debole per le Borse europee in attesa delle riunioni della Fed e della Bce in agenda mercoledì e giovedì. Nel primo caso il mercato prezza un rialzo da 25 punti base, ma gli investitori attendono le parole di Jerome Powell per capire se la Fed intende confermare l'intenzione di portare i Fed Fund sopra al 5% a fine anno. Nel caso della Bce, il rialzo da 50 punti base, giovedì, è ampiamente scontato, ma sarà importante verificare se Christine Lagarde confermerà la volontà di proseguire con questo ritmo anche nella riunione di marzo e con rialzi fino all'estate, come indicato da diversi membri del direttivo. Forte sarà anche l'attesa per i dettagli sul quantitative tightening. I future sull'Eurostoxx 50 cedono lo 0,36%, quelli sul Dax arretrano dello 0,32% e quelli sull'Ftse 100 di Londra segnano una flessione dello 0,36%.