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Le Borse di oggi, 30 settembre. L'Europa centra il rimbalzo con l'intesa Ue sull'energia, ma continua l'incertezza sui mercati

MILANO - Le Borse europee allungano nel finale, dopo il tracollo della vigilia e archiviano la giornata tutte positive sostenute dall'intesa tra i Paesi Ue in tema di energia.

La seduta positiva non cancella gli elementi di tensione sui mercati, con le Borse asiatiche che si sono mosse in calo - rileva Bloomberg - per la settima seduta consecutiva: non accadeva dal 2015.

L'indice della volatilità Cboe (il famoso Vix, termometro della paura) è stato sopra quota 30 punti per quasi tutta la settimana, riflettendo quanto ci siano preoccupazioni diffuse tra gli investitori: toni da falco della Federal Reserve che continuano a martellare sulla necessità di rialzo dei tassi, Bce che rincorre, l'inflazione tedesca che è risultata sopra il 10% e lo sconvolgimento del mercato britannico con il piano di taglio delle tasse che continua a indirizzare l'umore degli investitori, per quanto l'intervento d'emergenza della BoE abbia calmato le acque negli ultimi scambi. Anche i rendimenti dei Treasury, i titoli di Stato Usa, si sono stabilizzati dopo le montagne russe delle ultime sedute.

Punti chiave

L'Europa chiude in positivo

Le Borse europee recuperano dopo il giovedì nero mentre l'Unione Europea cerca una direzione comune per superare il caro energia. Nell'ultima seduta della settimana, Parigi sale dell'1,51% con il Cac 40 a 5.762 punti, Francoforte guadagna l'1,14% con il Dax a 12.111 punti. Più cauta Londra (+0,15%% con il Ftse 100 a 6.891 punti) con la neo premier Liz Truss alle prese con la sua prima riforma, quella fiscale, che non ha convinto il Fondo Monetario.

Piazza Affari sempre positiva sul finale

Mercato azionario a Piazza Affari sempre positivo verso il termine delle contrattazioni, nonostante i dati macroeconomici negativi sull'occupazione, l'inflazione e lo scenario geopolitico internazionale con l'acuirsi delle tensioni internazionali sull'Ucraina. L'indice Ftse Mib segna +1,07% a 20.570,75 punti. Piazza Affari nel solco delle altre borse europee, sembra non risentire del dato elevato dell'inflazione dell'eurozona, stimata al 10% a settembre. Sul fronte macro da notare anche il rovesciamento del dato del Pil britannico del secondo trimestre chiuso in lieve attivo nella lettura finale, invece del calo atteso.

Sul listino bene le big bancarie, Banca Generali +6,2%, Mediobanca +6,1%. positivo anche il risparmio gestito. Nell'energia sale Eni con un +1,2%, Italgas +0,7%. Bene anche Prysmian a +4,2% e Tim +4,1%. In calo lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi. Dopo un avvio in rialzo a 250 punti il differenziale si attesta a 243, più basso della chiusura di ieri, mentre il rendimento dei Buoni italiani scende al 4,5%. Euro in ribasso sul dollaro dopo un avvio in tenuta, con un cambio che segna -0,2% a 0,9789 dollari. Divisa comune in ripiegamento anche sulla sterlina e in modo più marcato sullo yen a 1412,99. La sterlina è in lieve ripresa sul dollaro a 1,1135.

L'Europa si fa più cauta dopo l'avvio debole di Wall Street

Le Borse europee si muovono più caute sebbene in rialzo con l'avvio negativo di Wall Street.

Milano sale dello 0,66%, Francoforte dello 0,47% e Parigi dello 0,56%. Londra è sempre la più debole (-0,3%) mentre la neo premier Liz Truss è alle prese con la sua prima riforma, quella fiscale, che non ha convinto il Fondo Monetario.

Lo spread tra Btp e Bund scende a 241 punti con il rendimento del decennale italiano al 4,49 per cento. Il gas conferma il calo. Ad Amsterdam i Ttf riaggiornano minimi di giornata sotto i 187 euro al megawattora (-8,3%). L'euro è stabile sul dollaro con la moneta unica a 0,97 sul biglietto verde.

Wall Street parte in calo, pesa l'inflazione Pce

Avvio in calo per Wall Street, appesantita dall'aumento oltre le attese segnato dall'inflazione Pce, l'indicatore maggiormente osservato dalla Fed per mettere a punto la propria politica monetaria, e dai consumi. L'indice Dow Jones scende dello 0,35% a 29.123 punti, l'S&P 500 dello 0,24% a 3.631 e il Nasdaq dello 0,22% a 10.713.

I dati hanno testimoniato che l'inflazione negli Usa continua a restare alta, allontanando la possibilità che la Fed possa a breve rallentare il ritmo impresso all'aumento dei tassi d'interesse. Il dato "core" è infatti aumentato più delle attese ad agosto. La misura preferita dalla Federal Reserve per calcolarla, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), è aumentata dello 0,3% rispetto al mese precedente ed è cresciuta del 6,2% rispetto a un anno prima, contro attese per un +0,5% e un +6%, dopo il +6,4% del mese precedente. La componente "core" del dato, depurata dagli elementi volatili, è cresciuta dello 0,6% rispetto al mese precedente, contro stime per un +0,5%, e del 4,9% rispetto a un anno prima, contro attese per un +4,7%, dopo il +4,7% di luglio.

Enel, via libera Putin a vendita asset Russia a Lukoil

Via libera di Vladimir Putin alla vendita della partecipazione di Enel in Enel Russia a Lukoil e al fondo di investimento Gazprombank-Fresia. Lo riporta la russa Ria Novosti. Il gruppo italiano aveva annunciato a metà giugno di aver raggiunto un accordo per la cessione dell'intera partecipazione in Enel Russia, pari al 56,43%, per circa 137 milioni di euro. L'operazione era stata però temporaneamente congelata dal governo di Mosca fino al decreto firmato oggi dal presidente.

Borse Ue positive con la stabilizzazione sui titoli di Stato

I mercati azionari del Vecchio continente proseguono la seduta in chiaro rialzo dopo le forti vendite delle vigilia: la Borsa migliore (dopo Milano che sale dell'1,4%) è Parigi in aumento dell'1,1%, con Francoforte e Madrid positive di un punto percentuale, Amsterdam dello 0,8% a Londra dello 0,6%. Dopo una partenza in aumento, i listini di azionari di Mosca si muovono invece attorno alla parità.

Gli operatori, oltre al petrolio che tiene sugli 82 dollari al barile, guardano anche al mercato dei titoli di Stato dove si sta allentando la tensione con lo spread tra Btp e Bund piuttosto stabile su quota 241 e il rendimento del prodotto del Tesoro in calo di undici punti base.

L'euro sale leggermente sul dollaro a quota 0,983, così come prosegue il recupero della sterlina su un livello di 1,117 rispetto al biglietto verde Usa. Piuttosto stabile il gas con il future a novembre, che ad Amsterdam si muove attorno ai 204 euro al Megawattora.

In Europa sempre solide la holding Porsche (+1,8%) e Volkswagen (+1,4%), mentre in Piazza Affari spiccano Prysmian, che sale del 2,9%, e Tim, in rialzo del 2,8%. Le banche sono guidate da Unicredit in crescita del 2,6%. Fiacche Moncler e Campari, che ondeggiano attorno alla parità.

Chiusure miste in Asia, Hong Kong tiene

Chiusura mista per le borse asiatiche. Andamento positivo per la borsa di Hong Kong, dopo una seduta senza scossoni, con l'indice Hang Seng ha realizzato un progresso dello 0,33% a 17.222,83 punti, In Cina lo Shanghai Composite Index è sceso dello 0,55% a 3.024,39 punti, mentre lo Shenzhen Composite Index sulla seconda borsa cinese ha perso l'1,30% a 1.912,00. Chiudono in calo Taiwan a -0,81% e Seul sul -0,71%.

Rallenta l'inflazione in Francia

Il tasso di inflazione in Francia su base annua è sceso al 5,6% a settembre dal 5,9% di agosto. Il consensus era di un dato stabile al +5,9%. Nel mese il tasso di inflazione è sceso dello 0,5%, contro un -0,1% atteso. Il tasso di inflazione armonizzato su base annua è sceso al 6,20% a settembre dal 6,60% di agosto.

Le Borse Ue provano il rimbalzo. Spread in calo

Tentativo di rimbalzo in apertura per le Borse europee, dopo la seduta difficile di Wall Street e dell'Asia e al contrario di quel che indicavano i future. Milano sale dello 0,6% nelle primissime battute. Lo spread è in calo. Il differenziale tra Btp e Bund è a 242 punti base, con una variazione del -1,19%. Il rendimento del decennale italiano è +4,53%.

Il rallentamento dell'inflazione francese e la revisione al rialzo del Pil britannico diffondono ottimismo: Francoforte sale dello 0,83% a 12.074,98 punti, Parigi guadagna lo 0,65% a 5.713,79 punti, Londra avanza dello 0,30% a 6.902,57 punti, Madrid registra +0,72%.

Il Pil del Regno Unito rivisto al rialzo

Il Pil del Regno Unito, nel secondo trimestre, è stato rivisto al rialzo a +0,2% contro il preliminare di -0,1%- Lo informa l'ufficio nazionale di statistica. Anno su anno l'aumento è del 4,4% contro una stima del 2,9%.

Chiusura in netto ribasso per la Borsa di Tokyo: -1,7%

Nonostante dati economici tutto sommato positivi su industria e disoccupazione, la Borsa di Tokyo ha chiuso in netto ribasso, influenzata dalle perdite registrate ieri da Wall Street sui timori di recessione. L'indice Nikkei 225 ha perso l'1,83% finendo a 25.937,21 punti, mentre l'indice Topix è sceso dell'1,76% a 1.835,94 punti.

Petrolio, prezzi in lieve calo

Prezzi del petrolio in lieve calo negli scambi asiatici della notte, dopo il ribasso di oltre un dollaro ieri. Il Wti segnaora un -0,4% a 80,85 dollari al barile, mentre il Brent cede lo 0,56% a 87,99 dollari. La settimana rimane comunque positiva per il greggio, favorito dall'indebolimento del dollaro che era sceso dai massimi nei giorni scorsi e dalla possibilità che l'Opec+ possa accettare di tagliare la produzione nella prossima riunione del 5 ottobre.

Giappone, su l'industria e giù la disoccupazione

La produzione industriale in Giappone è aumentata del 2,7% su base mensile nell'agosto 2022, accelerando da una crescita dello 0,8% rivista al rialzo un mese prima e battendo il consenso del mercato dello 0,2%, secondo quanto riportato dai dati flash. Questo è stato il terzo mese consecutivo di aumento della produzione industriale, con il contributo principalmente dei macchinari di produzione (+6,1% contro 6,0% di luglio), ferro, acciaio e metalli non ferrosi (+3,6% contro -1,6%) e prodotti chimici (+2,7% contro -4,8%). Su base annua, la produzione industriale è cresciuta del 5,1% ad agosto, invertendo il calo del 2% di luglio e aumentando per la prima volta in sei mesi.

L'indice di fiducia dei consumatori in Giappone è sceso a 30,8 a settembre 2022 dal massimo in 3 mesi di agosto di 32,5, in mezzo alla persistente incertezza economica globale. Tutti i sottoindici sono peggiorati: percezioni sull'occupazione (in calo di 1,7 punti rispetto al mese prima a 35,4), probabilità complessiva (in calo di 2,1 punti a 29,0), prospettive di crescita del reddito (in calo di 0,6 punti a 35,4) e disponibilità all'acquisto di beni durevoli (in calo 2,5 punti a 23,5).

Il tasso di disoccupazione è sceso leggermente ad agosto per la prima volta da aprile. Il tasso è sceso, infatti, al 2,5% della forza lavoro ad agosto, dopo essere rimasto stabile nel periodo maggio-luglio al 2,6%, secondo i dati del ministero dell'interno. Il rapporto tra offerte di lavoro e domande è aumentato per l'ottavo mese consecutivo ad agosto, a 1,32 da 1,29 di luglio, il che significa che si sono registrate 132 offerte di lavoro ogni 100 domande.

Borse Ue e Wall Street, future deboli

Andamento delle borse europee visto negativo con i contratti future in calo negli scambi della mattinata. Il future sul Dax di Francoforte cede lo 0,43%, quello sul Ftse 100 londinese è in calo dello 0,28%. Contratti future poco mossi a Wall Street nei primi scambi. Il Dow Jones è pressochè invariato sul -0,03%, l'S%P 500 sale dello 0,14%, il Nasdaq guadagna lo 0,28%.

Cina, liquidità dalla Banca centrale. Sale a sorpresa la manifattura

La Banca centrale cinese (Pboc) ha effettuato la più grande iniezione di liquidità settimanale su base netta in oltre 32 mesi con strumenti obbligazionari a breve termine contro l'aumento della domanda di liquidità di fine trimestre, a conferma delle tensioni sui mercati. Oggi, l'istituto ha immesso 186 miliardi di yuan (26,13 miliardi di dollari) con operazioni di mercato, di cui 128 miliardi in pronti contro termine di sette giorni e altri 58 miliardi di yuan con durata di 14 giorni. La mossa ha generato un'iniezione netta di 868 miliardi di yuan (122 miliardi di dollari) nella settimana, la più grande iniezione da gennaio 2020.

L'indice Pmi manifatturiero ha segnato in Cina a settembre un inatteso rialzo a 50,1, da 49,4 di agosto e contro le attese degli analisti di 49,6, entrando in fase espansiva per la prima volta in tre mesi grazie al miglioramento della catena degli approvvigionamenti e dell'allentamento dei lockdown della 'tolleranza zero' al Covid. Alla ripresa dell'attività produttiva, secondo i dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica, si è contrapposta una frenata dell'indice Pmi non manifatturiero che, sempre a settembre, ha accusato una flessione a 50,6, contro 52,6 di agosto, testando i minimi degli ultimi 4 mesi. Il Pmi Composite, che combina i dati manifatturiero e non manifatturiero, è calato ai minimi degli ultimi 4 mesi a 50,9 (da 51,7). Di diverso tenore l'indice Pmi manifatturiero generale sponsorizzato dalla rivista Caixin: a settembre è sceso a 48,1, da 49,5 di agosto, fino trovare i minimi da maggio. A segnalare una situazione complessa c'è il sottoindice sulla fiducia, attestatosi ai minimi da novembre 2019, scontando soprattutto i timori sui nuovi focolai di Covid-19.