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Le Borse di oggi, 5 dicembre. Petrolio, scatta l'embargo alla Russia. La Cina sul tetto al prezzo: "Cooperazione con Mosca"

MILANO - Avvio di settimana con i riflettori puntati sul petrolio, che si muove in lieve rialzo: l'Opec+ domenica ha deciso di non toccare i livelli di produzione, dopo il taglio di 2 milioni (solo parzialmente implementato) deciso ad aprile. Il cartello mette la modalità "wait and see", sta alla finestra in attesa di capire cosa succederà col via all'embargo europeo al greggio russo (che scatta oggi) e col prossimo price cap a 60 dollari per i barili russi d'esportazione anche verso Paesi terzi. Invece fa rumore la posizione cinese, con la portavoce del ministero degli Esteri che - interpellata sulla possibile adesione al price cap proposto dal G7 - dice che con la Russia "c'è cooperazione".

Le Borse europee si muovono deboli. Alti giri, invece, nel motore di quelle cinesi. A spingerle è l'allentamento degli obblighi di test sul Covid in alcune grandi aree metropolitane, arrivato durante il fine settimana: segnale chiaro dell'allontanarsi gradualze di Pechino dalla rigidissima politica sul contenimento del virus. Hangzhou, dove ha sede Alibaba, e la capitale finanziaria Shanghai hanno limitato gli obblighi per l'ingresso in molti luoghi pubblici.

Da tenere d'occhio, infine, l'Eurogruppo, le parole della presidente Bce Christine Lagarde e il vertice Usa-Ue sui temi del commercio.

Petrolio, la Cina sul price cap alla Russia: "Cooperazione con Mosca"

Cina e Russia "hanno sempre svolto una cooperazione energetica nello spirito del rispetto reciproco, del vantaggio reciproco e dei risultati vantaggiosi per tutti". Così la portavoce del ministero degli Esteri Mai Ning ha risposto alla domanda sulla possibile adesione di Pechino alla mossa decisa da Ue, G7 e Australia di un prezzo massimo di 60 dollari al barile per l'export di greggio russo via mare dal 5 dicembre. Mao, nel briefing quotidiano, ha detto che "il petrolio è fondamentale per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico globale. Riteniamo che tutte le parti debbano compiere sforzi costruttivi a tal fine".

Borse fiacche dopo gli indici Pmi

Borse europee fiacche con gli investitori che soppesano i segnali di ammorbidimento della politica 'zero Covid' della Cina e gli effetti dei buoni dati americani sul mercato del lavoro sui tassi della Fed, attesi ora ad un punto più alto alla fine del ciclo rialzista. Londra e Milano sono invariate, Parigi cede lo 0,3% e Francoforte lo 0,4%, digerendo senza troppi scossoni le letture definitive degli indici pmi di novembre nell'Eurozona, peggiori rispetto a quelle flash. In calo frazionale anche i future su Wall Street mentre il dollaro perde terreno sulle principali valute, scambiando a 1,056 con l'euro.
La speranza che l'economia cinese non venga più intralciata dalle restrizioni per il Covid spinge le materie prime e il petrolio, con il wti che avanza dell'1,2% a 81 dollari al barile e il brent che sale dell'1,3% a 86,64 dollari. Scende dai massimi dell'avvio ma resta in forte rialzo il gas ad Amsterdam (+4,4% a 141,5 euro al megawattora) mentre in Nord Europa si prospettano temperature sotto la media per almeno due settimane. Sui listini europei tengono banche e materie prime mentre le vendite si concentrano sui titoli informatici e delle attrezzature sanitarie. A Piazza Affari si mettono in luce Saipem (+2,5%), A2A (+1,7%), Tenaris (+1,2%) e, fuori dal Ftse Mib Mps (+2,8%) e la Juventus (+1,2%). Male invece Amplifon (-2,1%), Nexi (-0,9%) e Campari (-0,8%), poco mossa Tim (+0,4%) in attesa di sviluppi sul fronte della rete unica.

Pmi, il servizi dell'Eurozona ai minimi da febbraio 2021

L'Indice S&P Global Pmi dell'Attività Terziaria dell'Eurozona ha registrato il quarto calo mensile consecutivo. Con 48,5, l'indice è sceso marginalmente rispetto a 48,6 di ottobre segnalando la più rapida contrazione dell'attività da febbraio 2021.

Invece l'indice Pmi composito dell'Eurozona è salito in novembre a 47,8 punti. Il dato è in linea con le stime a fronte dei 47,3 punti segnati in ottobre. Scende da 48,6 a 48,5 punti l'indice dei servizi, che era atteso invariato rispetto al mese precedente.

Borse Ue poco mosse

Le Borse europee aprono deboli e poco mosse nell'avvio di una settimana che si prospetta interlocutoria, in attesa delle riunioni di Fed a Bce di metà dicembre. A Francoforte il Dax cede lo 0,21% a 14.449,45 punti, a Londra l'Ftse 100 segna +0,03% a 7.558,55 punti, a Parigi il Cac 40 si attesta a +0,01% a 6.742,63 punti e a Madrid l'Ibex-35 cala dello 0,10% a 8.374,63 punti. A Piazza Affari l'Ftse Mib cala delo 0,20%.

Hong Kong chiude in rally del 4,5%

La Borsa di Hong Kong chiude la seduta in rally con un balzo alimentato dalle attese sull'allentamento in Cina della politica della 'tolleranza zero' al Covid-19: l'indice Hang Seng segna un guadagno del 4,51%, a 19.518,29 punti, trascinato soprattutto dal settore tecnologico.

Risale il gas ad Amsterdam con le previsioni di freddo

Avvio di seduta in forte rialzo per il prezzo del gas ad Amsterdam. I future Ttf balzano del 9,2% a 148 euro al megawattora in scia alle previsioni del tempo che si attendono almeno due settimane di temperature sotto la media stagionale nel nord ovest dell'Europa e in Gran Bretagna, secondo le previsioni di Maxar Tecnologies. L'arrivo del freddo sta intaccando le riserve accumulate durante un mese di novembre insolitamente mite, preoccupando i trader sulla capacità dell'Europa far fronte alla mancanza del gas russo.

Euro in rialzo, balza lo yuan

Dollaro debole dopo aver archiviato una settimana difficile mentre lo yuan vola ai massimi da metà settembre sulla scia dei segnali di allentamento delle rigide misure anti Covid in Cina. L'euro apre in rialzo sul biglietto verde a quota 1,0569 dollari e avanza nei confronti dello yen a 142,39. Il dollaro è scivolato sotto i 7 yuan negli scambi offshore, mentre lo yuan onshore ha fatto un balzo dell'1,4% circa fino a 6,9507, il valore più alto dal 13 settembre. Dollaro/yen a 134,69.

Future deboli su Europa e Wall Street

Future deboli sui mercati europei nell'avvio di una settimana che si prospetta interlocutoria, in attesa delle riunioni di Fed a Bce di metà dicembre. I future sull'Eurostoxx 50 arretrano dello 0,10%, quelli sul Dax segnano un -0,09& mentre quelli sull'Ftse 100 di Londra registrano un +0,05%.

Anche le indicazioni da Wall Street sono caute. Occhi puntati oggi sull'indice Ism servizi, previsto in lieve calo, ma pur sempre sopra 50 punti e quindi in espansione. Tuttavia, è possibile una sorpresa al ribasso come già avvenuto nel caso del Pmi servizi. Tra gli altri dati attesi in settimana la bilancia commerciale a stelle e strisce, i prezzi alla produzione e la fiducia dei consumatori monitorata dal Michigan. I future sul Dow Jones segnano un -0,09%, quelli sul Nasdaq arretrano dello 0,12% e quelli sull'S&P 500 registrano un -0,09%.

Tokyo in lieve rialzo (+0,15%), vola Hong Kong

La Borsa di Tokyo conclude la prima seduta della settimana in leggero aumento, malgrado la chiusura mista delle piazze azionarie Usa, con gli investitori che guardano con ottimismo all'allentamento dei lockdown anti-Covid imposti dalle autorità in Cina. L'indice di riferimento Nikkei segna una variazione appena positiva dello 0,15%, a quota 27.820,40, e un guadagno di 43 punti. Sul mercato dei cambi lo yen prosegue la fase di rivalutazione sul dollaro, a un livello di 134,70, e a 142,40 sull'euro.

A brindare ai minori lacciuoli anti-Covid è invece Hong Kong che allunga il passo: l'indice Hang Seng sale del 3,46%, a 19.320,62 punti. I guadagni sono alimenti in particolare dai titoli tecnologici, il cui indice di riferimento (Hang Seng Tech) sale di oltre il 6%: sugli scudi Alibaba, che balza di oltre il 4%, e Tencent, che segna un rialzo di oltre il 5%.

Petrolio in lieve rialzo col via all'embargo sulla Russia

Prezzi del petrolio in rialzo sui mercati asiatici dopo la decisione dell'Opec+ di mantenere invariati gli attuali livelli di produzione. Oggi in Europa è entrato in vigore un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia che prevede l'imposizione di un tetto di 60 dollari al barile ai prezzi del petrolio russo venduto in Stati terzi, in aggiunta all'embargo Ue alle importazioni via mare (con l'eccezione del greggio che arriva via oleodotto in Ungheria). I future del Wti guadagnano lo 0,59% a 80,46 dollari al barile mentre quelli del Brent salgono dello 0,51% a 86 dollari al barile.