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Le mille e una notte: è il Marocco la sorpresa dei Mondiali

Le Mille  è una notte, è la favola del Mondiale. La Regina d’Africa è il Marocco. I Leoni dell’Atlante sono la vera sorpresa del torneo in Qatar. Marocco tra le prime otto del mondo, mentre il mondo si stupisce. Sbagliando: perché il Marocco ha meritato di arrivare fin qua, dimostrando solidità e qualità diffusa. La nazionale rossa e verde ha eliminato la Spagna ai rigori e centrato lo storico traguardo dei quarti di finale, dove ci sono cinque europee (Francia, Inghilterra, Olanda, Portogallo, Croazia), due sudamericane (Argentina e Brasile) e appunto un’africana, con il calcio arabo che per la prima volta entra nel cerchio ristretto delle migliori del pianeta. È l’Africa che torna a farsi sentire nel pianeta-calcio, dopo anni di promesse mancate e rivoluzioni mai portate a termine. Sarà la volta buona? Ora la possibilità di arrivare in semifinale è concreta: l’avversario, sabato alle 16, è il Portogallo.

Marocco

MaroccoMANAN VATSYAYANA/Getty Images

E intanto il CT, Walid Regragui, ha centrato un record significativo: è diventato il primo allenatore africano a raggiungere i quarti di finale della Coppa del Mondo, a conferma di una scuola di allenatori che anche in Africa ha raggiunto livelli di eccellenza. I marocchini residenti nelle città italiane, da Milano a Roma, da Bologna a Torino, a migliaia hanno celebrato la storica qualificazione ai quarti di Coppa del Mondo facendo festa nelle piazze, tra fuochi d’artificio e tamburi.

Solo tre nazionali africane, prima del Marocco, erano riuscite a spingersi così avanti nella Coppa del Mondo. La prima nazionale africana a riuscire a superare gli ottavi fu il Camerun che al Mondiale di Italia 90, quello delle Notti Magiche, incantò il mondo con i gol del grande vecchio Roger Milla, prima di venire eliminata dall’Inghilterra. L’impresa è riuscita poi al Senegal, che al Mondiale di Giappone-Corea 2002 ai quarti si arrese alla Turchia, e al Ghana, al Mondiale sudafricano del 2010, quando si fermò ai rigori contro l’Uruguay.


Il portiere, l’imperturbabile Yassine Bounou, è l’eroe della notte marocchina con due tiri dal dischetto parati agli spagnoli (tra l’altro: “Bono” come lo chiamano, gioca in Spagna, nel Siviglia). C’è stata gloria anche per Walid Cheddira, recente conoscenza del calcio italiano: è il capocannoniere della Serie B con la maglia del Bari. Gli appassionati di calcio già conoscono invece i vari Hakimi, Amrabat, Sabiri (giocano o hanno giocato tutti in Italia) più la stella Ziyech, il più talentuoso della squadra.

Festeggiamenti Marocco

Festeggiamenti MaroccoAnadolu Agency/Getty Images

È una nazionale multiforme, cresciuta lontana dal proprio paese (e infatti ci sono stati festeggiamenti in tutte le città europee): nella rosa che il Ct Regragui ha portato in Qatar 17 dei 26 calciatori sono nati lontano dal Marocco, sono figli di emigranti che hanno lasciato casa per andare a cercare fortuna e lavoro in Europa. Lo sport è una spettacolare centrifuga di storie individuali e collettive. Il calcio è stato portato in Marocco dal colonialismo della Francia. I francesi giocavano a calcio escludendo i locali. Ora i marocchini sono nell’élite del calcio mondiale. 

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