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Lega, Salvini: "Riporterò il partito al 30%"

07 ottobre 2022 | 11.50

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"Facile lasciare dopo ko voto come fanno alcuni. Comitato Bossi? Dove c'è la sua firma subito sotto c'è la mia"

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(Afp)

Resta sugli scudi il confronto tra Matteo Salvini e il territorio del nord, dopo i mal di pancia dei vecchi leghisti, a partire dalla mossa del 'Comitato Nord' messo in piedi da Umberto Bossi. Ieri sera il leader della Lega, ospite a Saronno, nel Varesotto, per una iniziativa del partito ha incontrato dirigenti, amministratori locali e militanti. Nessuno si nasconde - a quanto filtra dal confronto a porte chiuse - che il risultato elettorale della Lega è stato deludente, ma nessuno punta il dito contro il segretario. Anzi.

Così, a quanto apprende AdnKronos, lo stesso Salvini ha buon gioco a rivendicare il lavoro fatto, chiarendo che non ci sono ipotesi di passi di lato nel partito: "Troppo comodo - avrebbe detto - fare come fanno altri, c'è chi lascia la segreteria dopo la sconfitta elettorale", è il ragionamento con implicito riferimento a Letta e al Partito democratico. "Io - avverte - me ne andrò solamente quando riporterò la Lega al 30%". Ad ascoltarlo anche Attilio Fontana (cui Salvini ha confermato essere il candidato per la Regione) e Giancarlo Giorgetti. Con il ministro per lo Sviluppo economico che avrebbe ripercorso le tappe dell'impegno leghista al governo, spiegando che in ogni caso è stato meglio starci al governo per fare le cose possibili.

"Per quanto mi riguarda chiederò per la Lega alcuni ministeri come quello per la famiglia e la natalità, perché bisogna tornare a mettere al mondo figli, senza tanti problemi" le parole del segretario della Lega nell'incontro a porte chiuse.

Al tavolo e in platea, con i militanti anche il senatore Stefano Candiani e altri dirigenti. Poi il tempo di un battuta da parte di Francesco Speroni, leghista della prima ora e già ministro per le Riforme nel primo governo Berlusconi. "Che dobbiamo fare con il Comitato di Bossi? Posso firmare anche io?" è la domanda rivolta a Salvini. "Dove c'è la firma di Bossi, subito sotto c'è la mia", sarebbe stata la risposta del segretario.

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