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Lega, Salvini risponde agli oppositori del Nord: "Giro cantieri e sblocco opere, sono un segretario felice"

“Sono un segretario felice”, dice Matteo Salvini, “giussanino” d’ordinanza leghista al bavero, al termine della sua giornata genovese da ministro. Prima tappa nella galleria del cantiere del Terzo Valico ferroviario, seconda in Prefettura a firmare il protocollo di impegno per le grandi opere cittadine future, il vicepremier con delega alle Infrastrutture pare aver trovato nel suo nuovo ruolo l’ombrello perfetto per mettersi al riparo dai guai, nei rapporti con gli alleati al governo come nella gestione della Lega. Rimane il malcontento dentro il partito dopo il tonfo elettorale? “Avremo cinque anni per sbloccare cantieri e far crescere il Paese, pensiamo a quello”, rilancia lui. Iniziano a organizzarsi forme più corpose di dissenso, come il “Comitato Nord” dei nostalgici dei tempi di Bossi? “Io ho la tessera della Lega in tasca da 32 anni, -  è la stoccata rivolta ai contestatori interni - e in tema di autonomia questo governo sta facendo più di quanto non abbiano fatto tutti gli altri, dopo tanti convegni e chiacchiere”.

Sul tavolo al ministero “il dossier da 117 opere commissariate che recupereremo una per una, dopo anni di convegni e dibattiti e opere pubbliche zero”, è la nuova narrazione totem di Salvini, nella sua nuova veste, del resto, il segretario della Lega è tornato a contare sul palcoscenico perfetto per chi da sempre vive di dirette social e battaglie da cavalcare. “Gira per il Paese con ottimi sfondi per le foto, tanto a lavorare davvero sulle opere ci pensa il viceministro”, dicono le malelingue soprattutto a Genova, la città del vice e già fedelissimo nella Lega, Edoardo Rixi. “Aprire cantieri significa creare lavoro, la mission del ministero delle Infrastrutture nei prossimi anni è abbattere muri e costruire ponti e sconfiggere i professionisti del no”, ribadisce lui appena calato il caschetto da minatore, dopo una lunga sessione di selfie tra gli operai che stanno lavorando all’opera che tempo tre anni dovrebbe collegare in un’ora Genova a Milano e Torino.

In un Paese che ha “fame di infrastrutture”, il ministro può permettersi così di tirare “dritto come un treno” - è la sua metafora di giornata - su tutto il resto. “In un Paese civile se voglio pagare con i soldi lecitamente guadagnati posso farlo senza rendere conto a nessuno, ognuno deve essere libero di pagare quello che vuole, quando vuole e come vuole”, sentenzia Salvini ad esempio in tema di pos e pagamenti in contanti. “Non è più possibile che un Tar blocchi 400 milioni di investimenti dell'alta velocità ferroviaria per un ricorso degli ambientalisti, non è possibile che un tribunale amministrativo blocchi un Paese”, annuncia rivoluzioni in tema di stesura del nuovo codice degli appalti.

Ma soprattutto, è ancora il protagonismo ritrovato tra opere, lotti e cantieri a dare al segretario leghista la sponda per rimbalzare ogni possibile polemica interna. “Per quanto riguarda la salute del mio movimento, - risponde sollecitato sulla crescita di un’altra fronte del “no”, quello in casa Lega -  io posso dire solo di essere un segretario felice, perché in queste ore mi sto occupando di Terzo Valico, porti, aeroporti e fra ieri e oggi si stanno celebrando sei congressi provinciali che coinvolgono migliaia di simpatizzanti e militanti. Mi sembra un esercizio di democrazia di cui la Lega va orgogliosa, quelli che non fanno i congressi sono altri”. “Io ho la tessera della Lega in tasca da 32 anni, e solo grazie a questo governo l’autonomia può diventare realtà, in un Paese federale e presidenziale. Il problema - è l’ultima replica - sono i partiti che non fanno i congressi, io giro per cantieri e sono felice”.