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Legge Sirchia, nel bellunese per il 98% dei fumatori niente fumo in casa e la media è di 11 sigarette al giorno. Cinquetti: ''Ancora molto da fare''

Legge Sirchia, nel bellunese per il 98% dei fumatori niente fumo in casa e la media è di 11 sigarette al giorno. Cinquetti: ''Ancora molto da fare''

BELLUNO. La media di sigarette fumate al giorno è 11. Più di 1 fumatore su 6 dichiara di fumare 20 o più sigarette al giorno. Questi alcuni dei dati che riguardano i fumatori bellunesi e che sono stati diffusi dall'Ulss per fare il punto a 20 anni dalla legge Sirchia che ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, compresi i luoghi di lavoro privati o non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali e di ristorazione, i luoghi di svago, le palestre, i centri sportivi. 

Una decisione che ha portato ad un aumento della  consapevolezza dei danni da fumo passivo, consapevolezza che induce all’astensione dal fumo anche negli ambienti di vita privati. 

L'ANALISI 
Tra gli adulti di 18-69 anni, intervistati dal sistema di sorveglianza Passi nel periodo 2020/21 in Ulss Dolomiti, il 59% non ha mai fumato, il 25% è un ex fumatore e il 16% è fumatore. A livello regionale, quindi,  la percentuale di fumatori è pari al 22% mentre a livello nazionale al 25%.

L'analisi che è stata fatta  ha riguardato, ovviamente, anche i luoghi dove si fuma. Tra i lavoratori intervistati nel territorio dell’Ulss  Dolomiti, il 94% ha dichiarato che il divieto di fumare nel luogo di lavoro (al chiuso) è rispettato sempre (88%) o quasi sempre (6%). Tale percentuale complessiva (94%) è inferiore sia a quella regionale (97%) che a quella nazionale (96%).

Il 6% degli intervistati dichiara che il divieto di fumo non è mai rispettato (2%) o lo è raramente (4%). Chi dichiara di non fumare a casa raggiunge il 98% degli intervistati, il 2% ha invece risposto che si fuma solo in alcuni locali. La percentuale di case “libere dal fumo” in provincia di Belluno risulta essere più alta di quella regionale (91%) e di quella nazionale (84%).

“Rimane ancora molto lavoro da fare per ridurre ulteriormente la percentuale di fumatori attivi, educando al non avvio della pratica del fumo e favorendo la disassuefazione tabagica per chi fuma. Fondamentale in questo senso è il ruolo delle famiglie, della scuola, degli operatori sanitari e di tutte le istituzioni con ruolo educativo (sport, associazionismo, ecc.)” ha affermato Sandro Cinquetti, Direttore del Dipartimento di Prevenzione.