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"Macché Fornero, donne in pensione in anticipo": l'offensiva dei sindacati

L'intervista

Anticipare l'età pensionabile: si può fare. Lo spiega Domenico Proietti, segretario confederale Uil, che a Today dice: "In Italia sono 10 anni che si va in pensione a 67 anni mentre in Francia stanno discutendo oggi se arrivare a 64 nel 2030"

Settimana calda per le pensioni, mercoledì 8 febbraio si terrà un secondo tavolo di un cantiere iniziato il 19 gennaio scorso. L’obiettivo è quello di rendere strutturali i cambiamenti nel sistema previdenziale per evitare 'scaloni' ma soprattutto per far sì che i lavoratori possano conoscere in anticipo i requisiti per la pensione senza che questi cambino di anno in anno. Sotto la lente Opzione donna (al centro di moltissime polemiche) e i giovani con carriere discontinue. Come potrebbero cambiare le pensioni nel 2024? "In Italia c’è bisogno di tornare a una flessibilità di accesso alla pensione più diffusa intorno a 63 anni, come avviene nella media di tutti i paesi europei", ha dichiarato Domenico Proietti, segretario confederale Uil, in un’intervista a Today aggiungendo che nel nostro Paese "sono 10 anni che si va in pensione a 67 anni mentre in Francia stanno discutendo oggi se arrivare a 64 nel 2030".

La proroga di Opzione Donna, con l’aumento dell’età e la limitazione alle categorie dell’Ape sociale, ha scatenato un’onda di proteste. Questa misura verrà rivista nell’immediato? Tornerà alla versione originale?

"Per noi assolutamente sì, perché Opzione donna già è una misura che penalizza del 30% l’assegno, se poi si alza da 58 a 60 anni il requisito dell’età è davvero una cosa priva di senso. Noi stiamo chiedendo con forza di tornare alla versione originale. Su questo argomento non c’è da trovare un punto d’incontro, il governo deve semplicemente ristabilire i criteri precedenti".

Si dice che mancano le coperture, secondo lei questo è un alibi?

"Secondo me è un alibi, perché dobbiamo ricordare che Opzione donna è calcolata tutta con il sistema contributivo, quindi nel lungo periodo allo Stato non costa niente perché sono esattamente i contributi versati dal lavoratore. È una misura che si paga da sola".

È ripartito il confronto tra governo e sindacati per la riforma delle pensioni 2024. Quali sono le vostre proposte per abolire la legge Fornero e abbassare l’età pensionabile?

"Noi abbiamo avanzato delle proposte molto precise. La prima è che in Italia c’è bisogno di tornare a una flessibilità di accesso alla pensione più diffusa intorno a 63 anni, come avviene nella media di tutti i paesi europei. In Italia sono 10 anni che si va in pensione a 67 anni mentre in Francia stanno discutendo oggi se arrivare a 64 nel 2030. Questa è la prova del vulnus (lesione di un diritto, ndr) che c’è stato con la legge Fornero, che non fu una riforma pensionistica, fu una gigantesca operazione di cassa.

Secondo, noi pensiamo che bisogna dare oggi una risposta alle pensioni dei giovani che a causa della precarietà di questi anni presenta buchi di contribuzione che vanno colmati con una contribuzione figurativa. Terzo, dobbiamo eliminare tutte le norme che penalizzano le donne, valorizzando il lavoro di cura e i figli nella contribuzione previdenziale e riconoscendo uno sconto di un anno di anticipo pensionistico.

Poi abbiamo la necessità di riaccendere i riflettori sui fondi pensione che sono uno strumento importante della pensione integrativa e infine, ma non ultimo, rivalutare le pensioni in essere che sono state bloccate per 10 anni e che sono ulteriormente penalizzate oggi dall’elevato tasso d’inflazione. Questo lo dobbiamo fare, ristabilendo una rivalutazione piena ed estendendo la quattordicesima per le pensioni fino a 1.500 euro".

Sul tema della rivalutazione delle pensioni ricordiamo che per quelle d'invalidità non c’è stato un aggiornamento pieno all’inflazione nel limite massimo di reddito per ottenere il beneficio, e così molti invalidi che l’anno scorso percepivano l’assegno d’invalidità quest’anno non ne hanno diritto. Il Pd accusa il governo di fare cassa con le donne e con gli invalidi, insomma con le categorie più deboli. Cosa ne pensa?

"Purtroppo è l’esatta realtà. Il governo attuale, come tutti i governi degli ultimi 10 anni hanno fatto cassa con i pensionati. Non è un problema di quale tipo di governo, abbiamo avuto governi di segno diverso, però tutti hanno utilizzato i pensionati come bancomat. Come diceva Petrolini i pensionati hanno poco ma sono tanti, quindi quando devono fare dei provvedimenti per fare cassa vanno sempre sui pensionati".

Questa volta riusciremo a fare una riforma seria, strutturale, che non cambi di anno in anno?

"Questo è esattamente il nostro obiettivo. Siamo convinti che le persone abbiano bisogno di un sistema previdenziale che dia risposte certe e stabili mentre negli ultimi anni abbiamo avuto sempre misure alterne. Questo è giustificato dal fatto che la riforma Fornero non fu una riforma pensionistica, tanto che poi abbiamo dovuto in questi anni usare l’Ape sociale, Opzione donna, Quota 100 e quant’altro per cercare di porre una toppa a questa grande difficoltà creata dalla legge Fornero. Oggi c’è bisogno di un intervento strutturale e noi andiamo al tavolo con il governo proprio con questo obiettivo e ci auguriamo che anche il governo accolga questa nostra impostazione".

Quali proposte portate al tavolo per sostenere i lavori gravosi e usuranti?

"Nel momento in cui si fa una flessibilità più diffusa intorno a 63 anni, si possono utilizzare utilmente le categorie dei lavori gravosi e usuranti. Noi abbiamo lavorato nella commissione istituzionale promossa dal Parlamento, abbiamo elaborato un documento in cui si dimostra per la prima volta con dati scientifici che l’aspettativa di vita non è uguale in tutti i settori del lavoro e quindi c’è necessità di differenziare nella pensione. C’è una particolare attenzione della Uil e del sindacato ai lavori gravosi e usuranti".

Le istituzioni internazionali però invitano l’Italia ad agganciare l’età pensionabile alle aspettative di vita e a eliminare le forme di prepensionamento.

"Noi abbiamo le istituzioni internazionali che fanno sempre molta confusione, ci richiamano verso questo pseudo equilibrio dei fondi per un motivo semplice: perché l’Italia continua a non separare la spesa per pensioni dalla spesa assistenziale. Noi portiamo in Europa un dato aggregato di quasi il 17% del Pil che però non è reale, perché per pensioni in Italia si spende il 12,5%, esattamente quello che si spende negli altri paesi d’Europa. Sono 30 anni che la Uil fa questa proposta".

Spesa pensioni in rapporto al Pil in Europa (Mappa Eurostat)

Le promesse elettorali del centrodestra erano a favore dei pensionati, Berlusconi ha parlato addirittura di aumentare le pensioni minime a 1.000 euro entro la fine della legislatura.

"Noi ci auguriamo che questo avvenga ma per il momento alla prima riunione il governo non ha preso impegni. Adesso abbiamo un’altra riunione l’8 febbraio e ci aspettiamo dal governo risposte molto precise".

Domenico Proietti Uil