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Mangiare, ballare e stare insieme: questo è il nuovo "social club" dello chef Lorenzo Cogo

Una donna pelosa che gioca a calcio. Una ragazza alla moda in piedi sul divano e ballare all'alba. La stessa donna di prima, che indossa un costoso vestito di lustrini, infrange tutte le regole di Bonton leccandosi le dita dopo aver mangiato una portata con le mani invece della forchetta. Benvenuto nella casa di Lorenzo Cogo, il primo chef stellato a Vicenza a 25 anni, diventato il più giovane chef stellato d'Italia e lì per molti anni. 

Questo paese è un bambino prodigio a tutti gli effetti perché ama definire i giovani di successo, anche se non sono bambini piccoli. Le etichette che rimangono cucite più del necessario e costringono chi le indossa a convivere con l'ansia da prestazione continua mostrano al mondo che c'è di più dopo un'infanzia geniale. 

Per Lorenzo Cogo, l'altro è il suosocial cluboggi. Una vera casa dove puoi sederti e mangiare ciò che lo chef ha preparato davanti al tavolo del tuo amico, la sua casa, oltre a ballare, chiacchierare e persino sfidare FIFA. Uno strano connubio tra la grande bellezza di Roma e il ritorno al calore di un ristorante di famiglia. 

Mangiare ballare e stare insieme ecco il nuovo «Social Club» dello chef Lorenzo Cogo

Lorenzo, cos'è • Circolo sociale? 
«È un posto che rappresenta il 110% della mia gente. Ho portato questo spazio a Schio vicino al Monte Summano in provincia di Vicenza. La vista è fantastica e siamo al 9° e 10° piano. Qui preparo un loft come casa mia e ci metto tutto quello che mi piace. Ho un interesse, un hobby e una passione. Il giubbotto da lavoro della bici da corsa "Chef's Bike", frutto della collaborazione con un'azienda locale. C'è una sala giochi con videogiochi e PlayStation. Al secondo piano si trova la Piscina Jacuzzi con uno spazio esterno per barbecue. L'idea è "andiamo a casa di Lorenzo Cogo". Non è un ristorante, ma uno spazio per eventi dove ci incontriamo, ci divertiamo e mangiamo bene insieme». 

Come è nata questa idea? 
«I social arrivano dopo una lunga riflessione. Da un lato, devi stare al passo con le tendenze e capire dove sta andando il mercato. Gli chef, invece, sono disposti ad esprimersi nella loro cucina in modo del tutto personale e libero. I club sociali vogliono combinare accuratamente queste due esigenze. Dopo aver trascorso quattro anni a Vicenza, il bistrot si è rivelato molto più maturo di un ristorante gastronomico. Le persone hanno scoperto di essere alla ricerca di un ambiente informale dove poter mangiare bene e sentirsi a proprio agio senza avere troppe sovrastrutture. Clima freddo e isolato.

Che dire invece dei social club?
«I social club vogliono essere un luogo dove il cibo è importante e allo stesso tempo la genuinità dello stare insieme. Vengo da un ristorante di famiglia. Sono il cuoco di terza generazione. Per me stare a tavola significa socialità e cordialità, che in fondo è una grande caratteristica della cucina italiana e veneta. Era qualcosa che mi mancava così tanto e volevo ritrovare. I grandi ristoranti, compreso il mio, hanno perso le qualità umane, quindi ho voluto pensare in modo diverso.