Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

Marco Bellavia al Grande Fratello Vip 7: la depressione, il bullismo e una brutta pagina di tv da dimenticare

Diciamolo chiaro e tondo: siamo stanchi di avere a che fare con l’ipocrisia di chi sui social si mostra in un modo e nella realtà in un altro, di chi inneggia all’importanza dell’equilibrio psichico e della salute mentale per ottenere cuoricini e condivisioni per poi irridere coloro che lottano con le proprie ombre nella vita reale, perpetuando quel bullismo da cui è fin troppo facile prendere le distanze quando c’è uno schermo che ci protegge. Quello che è successo a Marco Bellavia, conduttore storico di Bim Bum Bam, all’interno della Casa del Grande Fratello Vip descrive alla perfezione il cortocircuito che porta le maschere a cadere una per una, svelando il volto storto e bruciato nascosto dietro a quei costumi di cartapesta. Marco lotta da tempo con la depressione e una fragilità difficili da gestire: una volta entrato al Grande Fratello Vip ha più volte cercato di chiedere aiuto a chi gli era vicino perché sapeva che la vicinanza del prossimo è la medicina migliore per affrontare i propri demoni, ma il suo appello è finito nel vuoto, schiacciato dalla voglia di supremazia di un branco che lo ha irriso e isolato fino alla fine, lamentandosi dei suoi sfoghi e delle sue lacrime soffocate nel cuore della notte. 

Grande Fratello Vip 7 Marco Bellavia e una pagina di televisione da dimenticare

Al disagio più volte espresso da Marco Bellavia, gli inquilini hanno risposto con sdegno e insofferenza, come se lui e il suo problema fossero una zavorra dal quale liberarsi il pima possibile. «Si merita di essere bullizzato», ha commentato Ginevra Lamborghini davanti alle telecamere, motivando il gruppo, lo stesso che quattro anni fa si schierò contro Aida Nizar, a sollevarsi per portare Bellavia a un punto di non ritorno.  «Sei la causa dei tuoi mali», ha rincarato Wilma Goich come se fosse di Marco Bellavia la colpa di non vivere sereno, senza contare l'aggressività bieca e immotivata di Giovanni Ciacci che, dopo aver aggredito Bellavia per averlo nominato durante la puntata di giovedì 29 settembre - «È per persone come te che esiste da discriminazione» - ha avuto da ridere anche sul fatto che Bellavia fosse entrato al Grande Fratello Vip con una terapia farmacologica già in essere e, a detta dell'ex opinionista di Detto Fatto, ingiusta. Il risultato è stato l’abbandono di Bellavia, che deve aver evidentemente accettato di entrare al Grande Fratello Vip perché non aveva altra scelta e che, anziché trovare umanità e comprensione, si è scontrato con la malignità di chi davanti alle telecamere diceva che doveva andare alla «neurodeliri» (una perla offerta da Elenoire Ferruzzi).

Grande Fratello Vip 7 Marco Bellavia e una pagina di televisione da dimenticare

Di questo capitolo vergognoso andato in onda su Canale 5 ci sarebbero da dire tante cose, sia riguardo i concorrenti, che se la cantano e se la suonano sui social inneggiando alla diversità e all'inclusione salvo poi praticare l'isolamento e il bullismo nella vita reale, e sia riguardo la produzione, che ha evidentemente approfittato del momento di debolezza di Bellavia per spingerlo all'interno delle dinamiche di gioco perpetuate all'interno della Casa. Qualcuno dice che chi non sta bene dovrebbe farsi curare a casa propria e non certo andare in un programma televisivo dove è chiaro che finirà sotto uno schiacciasassi e, per certi versi, ha ragione. Non sappiamo, però, le motivazioni che hanno portato Marco ad accettare il Grande Fratello Vip - soldi? La speranza di stare meglio? -, ed è per questo che non spetta a noi giudicare il suo operato, visto che non abbiamo a disposizione tutti gli elementi per formulare un pensiero. Detto questo, è probabile che l’accaduto, nella diretta del 3 ottobre, venga sminuito e circoscritto, ed è per questo che ci auguriamo davvero che questa brutta pagina di televisione ci insegni una cosa fondamentale: diffidare da chi fuori si costruisce un personaggio che non rispecchia la persona, concentrandosi più su sé stesso che sul prossimo bisognoso di aiuto.

 Per ricevere l'altra cover di Vanity Fair (e molto di più), iscrivetevi a Vanity Weekend.