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Marmolada, il gestore di Capanna Ghiacciaio lancia una raccolta fondi: "Per coprire gli investimenti fatti per far vivere il rifugio e persi dopo la tragedia di luglio"

TRENTO. Soltanto qualche mese fa Luca Toldo assisteva a una tragedia che mai avrebbe pensato di osservare con i propri occhi, uscendo, dopo aver sentito "un assordante boato", dalla porta del rifugio Capanna Ghiacciaio: "Ho prestato soccorso, in prima battuta, alle persone che quel giorno erano sulla Marmolada - ricorda il rifugista - un drammatico avvenimento che ha strappato la vita a 11 persone e che ha comportato la chiusura delle strutture in quota che abitano la Regina delle Dolomiti". 

Accanto a Capanna Punta Penia gestita da Carlo Budel, dopo il 3 luglio chiudevano infatti i battenti anche Cima Undici e Capanna Ghiacciaio, alla quale Toldo era approdato in quanto rifugista (nemmeno) da un anno: "Ad oggi, non abbiamo ancora ricevuto notizie dalla Provincia in merito a una possibile riapertura" confessa Luca, speranzoso di poter tornare presto in un luogo divenuto ormai "casa". 

"La Regina ha mostrato al mondo intero la sua potenza e allo stesso tempo fragilità - dichiara il gestore di Capanna Ghiacciaio - il suo manto di ghiaccio ha spazzato via le vite di persone che l'avevano amata, impossessandosi di anime e di storie che lì rimarranno per sempre", continua. Una drammatica vicenda che, come ogni fatto del mondo, ha due facce: da un lato stanno infatti coloro i quali se ne vanno, dall'altro invece chi resta che, come Toldo, "è investito del compito di andare avanti".

Questo, quanto il rifugista vorrebbe poter fare: "Portare avanti un'attività, un rifugio attualmente vuoto che vorrei potesse tornare a vivere - commenta - è per questo che, soltanto qualche ora fa, ho avviato una raccolta fondi sul sito 'gofundme', per coprire spese come l'affitto della struttura, tutto quel cibo, bevande e prodotti acquistati ma poi persi (e da smaltire) a causa di quanto avvenuto a luglio, nonché per riuscire a pagare il mutuo che grava sulle mie spalle", spiega.

"Ho investito tutto ciò che avevo e anche quello che non avevo in quella nuova avventura che avevo iniziato a vivere, una nuova vita, perché gestire un rifugio non è un lavoro, ma una scelta di vita - dichiara con fermezza sulla pagina della raccolta fondi - quattro mura e un tetto per dare rifugio, un pasto caldo sempre pronto per chi la montagna la vuole vivere, due chiacchiere e una risata sempre presenti": questo, ciò che Luca offrirà a chi approderà prossimamente alla Capanna (non appena verrà riaperta).

"Ora tocca a me chiedere rifugio - prosegue - nella vostra solidarietà. Avvio quindi una raccolta fondi che mi servirà per chiudere i debiti d'investimento iniziali e per tutte le provviste caricate, le quali dovranno venire smaltite - anticipa - ringrazio fin da ora coloro i quali hanno creduto in me, mi hanno aiutato e mi aiuteranno in questa avventura, sperando di rivederci al più presto lassù, di nuovo sulla mia Regina".