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Maxi operazione di salvataggio della Guardia Costiera. A Messina 275 degli oltre 700 naufraghi

Sono arrivati che non era ancora all'alba e alle prime luci hanno iniziato a scendere la passerella della nave Fiorillo della Guardia Costiera. Infreddoliti, ancora sotto shock sono sbarcati a Messina 275 dei cinquecento naufraghi salavati dalla Guardia Costiera e dalla Finanza al largo di  Porto Palo.

Erano tutti su un vecchio motopesca in legno che per giorni ha viaggiato alla deriva sulla rotta del Mediterraneo centrale. "Eravamo rimasti senza cibo, né acqua", hanno detto i sopravvissuti alla traversata ai soccorritori, intervenuti nonostante il forte maltempo nell'area. Nella stessa zona, è stato soccorso un altro vecchio peschereccio con circa duecento persone a bordo. In totale, in meno di ventiquattro ore più di settecento persone sono state salvate dal mare.

In dieci, tutti in condizioni critiche per ipotermia e disidratazione, sono stati trasferiti immediatamente a Pozzallo perché ricevessero assistenza medica. Altri 230 li hanno raggiunti poche ore dopo, mentre in duecento sono stati trasferiti ad Augusta.

"È l'ennesimo episodio che dimostra in modo tangibile che non sono le ong la causa dell'aumento del numero degli sbarchi, ma la complessa e difficile situazione internazionale, oltre che naturalmente le condizioni meteo favorevoli", tuona il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, da sempre impegnato sul fronte dell'accoglienza e fra le voci più critiche contro il decreto Piantedosi.

"Non solo le istituzioni internazionali, hanno condannato la nuova politica sui migranti del governo italiano, ma anche il presidente della Cei cardinale Zuppi, ha dichiarato "le ong fanno bene, salvano vite". Ecco perché occorre un ripensamento della disumana politica del governo sui migranti che privilegi sempre il diritto alla vita di tanti esseri umani".

Nel corso dell'ultima settimana, a decine hanno perso la vita. Secondo Alarm phone, almeno tre barche si sono capovolte lungo la rotta che dalla Tunisia porta alla Sicilia. Il bilancio approssimativo parla di almeno quarantadue morti e tredici dispersi. "Ma supponiamo - scrive l'ong nel suo report - che il numero di persone morte o scomparse sia molto più alto".

Numeri da strage, cui da aggiungere c'è anche un'altra vittima. Nonostante il trasferimento in eliambulanza a Messina, non ce l'ha fatta uno dei naufraghi soccorsi da Sea Eye 4 nel Mediterraneo centrale. "Non sappiamo dire le sue possibilità di sopravvivenza sarebbero state più alte se avessimo avuto un porto più vicino", avevano commentato a caldo dalla nave umanitaria, arrivata ieri a Napoli dopo una missione difficile.

Nel corso di uno dei due interventi di salvataggio effettuati, su uno dei barchini sono stati trovati anche i cadaveri di due persone, incluso quello di una donna morta davanti agli occhi del figlio. In Europa sono arrivate solo le loro salme.

"Oggi piangiamo la perdita di tre persone che sono morte cercando di trovare una vita sicura. L'unione Europea deve finalmente tornare ai propri valori e reintrodurre una missione statale di salvataggio in mare. Immediatamente".