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Migranti, frontiere Ue: Von der Leyen approva aiuti per costruzione muri e accordi per frenare ingressi dal Mediterraneo

BRUXELLES – In previsione del vertice europeo del 9 e 10 febbraio sembra che la Commissione Ue si appresti a dare una sterzata improvvisa e robusta alle politiche migratorie.

Ursula von der Leyen apre alla possibilità di utilizzare i fondi del bilancio Ue per costruire muri anti-migranti. La svolta è confermata dalla lettera che la presidente della Commissione europea ha inviato ai leader Ue in vista del citato summit straordinario del 9-10 febbraio.

Nell’allegato, von der Leyen presenta un piano in 15 punti, il primo dei quali prevede di «rafforzare le frontiere esterne attraverso misure mirate da parte dell’Unione»: tra queste c’è la «mobilizzazione di fondi Ue per aiutare gli Stati membri a rafforzare le infrastrutture per il controllo delle frontiere». La parola “infrastrutture sarebbe stata inserita dopo una lunga giornata di trattative e alla luce del confronto tra i 27 ministri dell’Interno che si sono riuniti a Stoccolma.

Con questo passo, la Commissione cambierebbe decisamente posizione rispetto a una questione sulla quale era sempre parsa intransigente. Poco più di un anno fa, quando alcuni Stati avevano chiesto la possibilità di usare i fondi del bilancio Ue per le barriere anti-migranti, la Commissione aveva negato questa possibilità. Ora, evidentemente, i tempi sono cambiati.

Per contrastare i flussi lungo la rotta balcanica, l’Austria ha chiesto di finanziare con i fondi europei (2 miliardi) la costruzione di una barriera tra Bulgaria e Turchia. Frontiera che secondo von der Leyen «deve essere una priorità».

MEDITERRANEO – Oltre al rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne, la presidente della Commissione propone anche di aumentare «il supporto per le attrezzature e la formazione» per Tunisia, Egitto e Libia, che dovranno «rafforzare le loro capacità di ricerca e soccorso» nel Mediterraneo. Questo passaggio evidentemente interessa l’Italia, visto che nel mare, è evidente, è impossibile costruire muri.
Tradotto: più motovedette per monitorare le loro acque territoriali e riportare a terra i migranti intercettati. C’è anche l’idea di avviare partnership con Tunisia ed Egitto per contrastare la tratta di esseri umani attraverso pattugliamenti congiunti composti da poliziotti e magistrati europei.

BALCANI – Nei Balcani sarà rafforzata la presenza di Frontex e «nella prima metà del 2023» verrà lanciato un progetto pilota per istituire hotspot in cui eseguire le cosiddette “procedure di frontiera” che prevedono un esame accelerato delle domande d’asilo alle frontiere Ue, con relativo rimpatrio rapido per chi non ha diritto.

ACCORDI – Von der Leyen vuole poi stringere accordi con i Paesi d’origine – usando la leva dei visti e degli accordi commerciali – per costringerli a riprendersi i loro connazionali. Ma al tempo stesso dice che bisogna intensificare i corridoi umanitari e avviare progetti «per attirare lavoratori qualificati».
Al vertice di Stoccolma, il ministro Matteo Piantedosi aveva proposto di introdurre una terza via tra i rimpatri forzati e quelli volontari assistiti: i «rimpatri forzati accompagnati», vale a dire «un’operazione di ritorno» dei migranti «associata a progettualità di reintegrazione».

REDISTRIBUZIONE – Uno dei quattro capitoli del piano è dedicato all’equilibrio tra solidarietà e responsabilità, tema di scontro tra i Paesi di primo approdo e quelli del Nord. Von der Leyen chiede di accelerare con il piano per la redistribuzione dei richiedenti asilo, in modo da aiutare gli Stati che come l’Italia subiscono più degli altri la pressione degli sbarchi. Ma in parallelo avvierà un monitoraggio sui movimenti secondari e sulla corretta applicazione dei trasferimenti dei cosiddetti “dublinanti” nei Paesi di primo approdo, in collaborazione con l’Agenzia europea per l’asilo.

La questione immigrazione è «una delle principali sfide globali della nostra epoca» – scrive la presidente nella lettera – ed è «in cima alla lista delle questioni per le quali i cittadini si aspettano una forte risposta da parte dell’Ue».

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