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Migranti, Mattarella invoca più lungimiranza verso l'Africa

ROMA - La gestione dei flussi migratori «è una questione decisiva e globale» che non si eclisserà. «Diplomazie, organizzazioni nazionali e internazionali, a cominciare dall’Unione europea, sono chiamate a un impegno comune. In gioco ci sono la vita, il destino e la dignità degli esseri umani». Così ieri Sergio Mattarella ai Dialoghi mediterranei di Roma. «Una questione cruciale per la stabilità e la prosperità dell’Ue e del nostro vicinato meridionale», l’ha definita. Perciò serve «affrontare insieme queste sfide in uno spirito di forte solidarietà».

In mattinata al Quirinale aveva ricevuto il presidente del Niger, Mohamed Bazoum. Mercoledì a Milano vedrà la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per i 120 anni della Bocconi. La Ue — sostiene Mattarella — è chiamata a un impegno comune «con i Paesi più esposti al fenomeno migratorio, e penso alla difficile situazione che continua ad attraversare la Libia».

Instancabilmente il Capo dello Stato tesse la sua tela repubblicana nella convinzione che nessuno può farcela da solo. Ha citato non a caso Braudel sul Mediterraneo crocevia di culture. «La crescita dei Paesi posti sulle rive del Mediterraneo passa anche per una comune e lungimirante gestione dei flussi migratori che impoveriscono i Paesi di origine di energie utili allo sviluppo delle loro comunità». È un richiamo che ha come destinatari attori interni ed esterni.

«Resistere alla tormenta» è il titolo della conferenza a cui ha partecipato. Un riferimento alla guerra. E la sua ricetta anche qui è il multilateralismo. Dice: «Siamo di fronte a un bivio. Cosa permette di guardare al progresso dell’umanità? La guerra o la pace?». Come arrivarci però a una pace giusta? «Dobbiamo partire da quei principi posti alla base della nostra convivenza civile e fondati nel quadro delle Nazioni Unite». Servono soluzioni urgenti contro la crisi alimentare che affligge l’Africa in seguito alla guerra in Ucraina. Quali? «Sistemi agroalimentari sostenibili, in grado di produrre ricchezza per le popolazioni a vantaggio di filiere locali», salvaguardando gli ecosistemi. Il rischio è che altrimenti scoppino altri conflitti.

Il presidente ha reso omaggio al feretro di Gerardo Bianco nella camera ardente a Montecitorio, facendo le condoglianze alla famiglia dell’esponente democristiano morto a 91 anni, e con cui aveva compiuto un lungo tratto di strada.