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Milano, rider Glovo da retribuire come CCNL commercio

Milano, manifestazione riders del food delivery per il miglioramento delle condizioni lavorative

Lo stabilisce una sentenza del tribunale meneghio, nella causa fra Foodinho srl (Glovo) e un lavoratore

I rider di Glovo vanno retribuiti in maniera analoga al contratto collettivo nazionale del commercio. Lo ha stabilito una sentenza del tribunale di Milano nella causa fra la multinazionale del delivery (Foodinho srl) e un lavoratore di origini straniere – E. R. – che era stato licenziato per giusta causa (supposte assenze) dal rapporto di collaborazione intercorso con la società fra il 19 febbraio 2021 e i 27 dicembre dello stesso anno. Il giudice del tribunale del lavoro Riccardo Atanasio lo ha reintegrato sul posto di lavoro e pur non riconoscendo il rapporto di subordinazione fra il rider e l’azienda ha stabilito che vada applicata la “disciplina del rapporto di lavoro subordinato, tempo pieno, applicazione del CCNL commercio ed inquadramento nel VI livello corrispondente”. Partirà da una base di 1.400 euro/lordi con 14 mensilità.

La società, difesa dagli avvocati Francesco Tanca e Federica Pagani, è stata condannata a risarcire 6mila euro di spese legali e versare al lavoratore quanto avrebbe percepito dal giorno del licenziamento oltre ai contributi previdenziali e assistenziali. “Per noi è una sentenza molto importante – dichiara a LaPresse Massimo Laratro, uno dei legali del rider e del sindacato ‘Deliverance’ che opera fra a fattorini delle consegne a Milano – abbiamo centinaia di casi simili e pur mancando il riconosicmento del rapporto di lavoro subordinato l’equiparazione al contratto nazionale è un passaggio fondamentale”.

“Posto che per noi il lavoro del rider in regime di eteroorganizzazione è lavoro subordinato – commenta il sindacato ‘Deliverance’ e che questo andrebbe riconosciuto nella sua fattispecie non soltanto con la disciplina ma attraverso anche la riqualifica del rapporto di lavoro, raccogliamo con soddisfazione la sentenza. Questa vittoria infatti permette al corriere di ottenere un lavoro a tempo indeterminato, full time, con una paga base agganciata al sesto livello del Contratto nazionale con tutti i diritti annessi”.

“È una vittoria importante che sancisce un avanzamento oggettivo e materiale nelle condizioni di lavoro del rider – aggiungono – che grazie a questo verdetto, esce dal ricatto del cottimo, riottiene il lavoro e l’equivalente dell’anno non lavorato, lavoratore che porta a casa tutto il pacchetto di tutele completo, avendo diritto a ferie, malattia, TFR e uno stipendio finalmente dignitoso di 1400 euro al mese, che apre potenzialmente la strada ad una prateria di diritti per tutte le lavoratrici e i lavoratori, di questo e di altri settori”. “Per questa ragione – conclude Deliverance Milano – invitiamo tutte e tutti a impugnare i licenziamenti e i contratti irregolari, come quelli nel delivery, rivendicando quanto spetta di diritto, organizzandosi anche sindacalmente, oltre che per le vie legali, per pretenderlo, perché la lotta paga”.

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