in foto Gerardo Bianco (Imagoeconomica)

Storico esponente della Democrazia Cristiana, latinista, meridionalista, tra i padri del centrosinistra italiano. E’ morto questa mattina a Roma, all’età di 91 anni, Gerardo Bianco, ex ministro della Pubblica istruzione, europarlamentare e deputato in 9 legislature. Nato a Guardia Lombardi, in provincia di Avellino, il 12 settembre 1931, dopo aver studiato al collegio dell’Università Cattolica di Milano, si laureò in lettere classiche a Parma, diventando poi docente di storia di lingua e lettaratura latina nello stesso ateneo. E’ stato deputato alla Camera in 9 legislature, 7 delle quali (dal 1968 al 1994) con la Dc, per la quale era segretario provinciale di Avellino. Inizialmente vicino alla corrente ‘Base’, guidata da Fiorentino Sullo e poi da Ciriaco De Mita, se ne allontana a partire dal 1978 per avvicinarsi a quella guidata da Carlo Donat-Cattin e Franco Marini. Durante la X lesgislatura è stato vicepresidente della Camera, carica che ricoprì fino al 1990, quando fu nominato ministro della Pubblica istruzione nel sesto governo Andreotti, come successore di Sergio Mattarella. Nel 1994, dopo la fine della Dc travolta dall’inchiesta Mani pulite, aderisce al Ppi di Mino Martinazzoli e nello stesso anno viene eletto europarlamentare. Nel 1995 si oppone alla virata a destra del partito voluta dal segretario Rocco Buttiglione, che aveva deciso di allearsi con il Polo delle Libertà di Silvio Berlusconi. Dopo la separazione con Buttiglione – che dà vita ai Cristiani Democratici Uniti – guida il Ppi per tre anni, contribuendo alla nascita dell’Ulivo e alla nomina di Romano Prodi alla carica di presidente del Consiglio. Contrario alla fusione all’interno della Margherita di Francesco Rutelli – lista con cui il Partito popolare si presentò alle elezioni politiche del 2001 – e poi a far sciogliere la stessa nel Partito democratico (insieme ai Democratici di sinistra di Piero Fassino), nel 2006 fu rieletto alla Camera con l’Ulivo come indipendente, per poi passare nel Gruppo Misto. In seguito dà vita al progetto centrista della Rosa per l’Italia con Savino Pezzotta e Bruno Tabacci e dopo quell’esperienza non aderisce più a nessun partito. Nella sua carriera è stato direttore del quotidiano ‘Il Popolo’, organo ufficiale della Democrazia Cristiana prima e del Partito Popolare Italiano poi, dal 1995 al 2000. Presidente dell’Associazione Nazionale degli ex parlamentari, nel 2011 pubblica “La Balena Bianca. L’ultima battaglia 1990-1994” e nel 2012 “La parabola dell’Ulivo. 1994-2000”.