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Napoli, professore ucciso nel cortile della scuola. Il collega: «Forse per una nota»

I carabinieri lo hanno trovato senza vita, con ferite di coltello all'addome, dietro un cespuglio nel cortile della scuola media Marino Guarano di Melito (Napoli) dove lavorava come insegnante di sostegno. 

I familiari di Marcello Toscano, che è stato più volte consigliere di Mugnano, hanno dato l’allarme ieri sera, perché l’uomo non aveva fatto ritorno a casa. Un po’ più tardi, intorno alle 21-21.30, la figlia dell'uomo ha individuato la macchina del padre nei pressi della scuola e ha chiamato la caserma.

I carabinieri stanno indagando sul delitto: hanno acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza. 

Secondo un collega e amico della vittima, Andrea Cipolletti, «potrebbe essere stata una nota a scatenare l'ira di qualche ragazzo o qualche genitore. Marcello a mezzogiorno ha chiesto a un suo collega di insegnargli a mandare la posizione tramite WhatsApp, probabilmente si sentiva in pericolo», ha detto a La Presse. «Abbiamo lavorato insieme diversi anni fa e le nostre mogli insegnano insieme. La sua morte è una notizia che ci lascia sgomenti. Mi ha chiamato ieri sera un suo collega dicendo che non si trovava Marcello, era stata trovata la macchina a scuola. Il suo corpo è stato ritrovato accoltellato e pieno di sangue. Insegno per scelta in un ambiente difficile e proprio stamattina nell'aula della sua classe ha detto ai ragazzi che la scuola deve essere un luogo sicuro».

Nello stesso istituto scolastico, a maggio un ragazzino di 13 anni è stato ferito alla schiena con un'arma da taglio mentre era in aula da un compagno di classe. Due mesi prima, nel bagno della scuola, una bambina di 11 anni venne aggredita da una coetanea.

«Un omicidio forse consumato in pieno giorno (saranno gli inquirenti a dirlo)», spiega il sindaco di Melito, Luciano Mottola, «in un luogo abitualmente frequentato da giovanissimi studenti che fino a venerdì non torneranno a scuola perché trasformata in scena del crimine. Da genitore, pensando alle mamme e papà che dovranno trovare le parole adatte per spiegare ai propri figli perché non potranno andare a scuola, mi vengono i brividi. Brividi dettati da un'impotenza conclamata, quella che scaturisce dall'impossibilità di essere numericamente pronto per fronteggiare l'emergenza delinquenziale che attanaglia la mia città e tante altre della cintura di Napoli».