Secondo la ricostruzione degli inquirenti la morte di Piampiano non è stata programmata dall'inizio e
Ha ripreso la sua richiesta di aiuto e gli ultimi momenti di vita di Davide Piampiano, morto durante una battuta al cinghiale nelle campagne di Assisi, la piccola telecamera sistemata nel cappellino che indossava. E che ha registrato anche quanto detto su quanto aveva "fatto" da Piero Fabbri, 57 anni, anche lui a caccia e ora arrestato dai carabinieri per omicidio volontario con dolo eventuale.
"Morte non programmata"
Secondo la ricostruzione degli inquirenti la morte di Piampiano non è stata programmata dall'inizio e per questo non è stato ipotizzato alcun movente. In base alle indagini Fabbri avrebbe infatti ritenuto di avere sparato verso un cinghiale il colpo di fucile calibro 12 che invece ha raggiunto il giovane al petto. Tanto che è stato proprio l'indagato il primo a raggiungerlo e - emerge dalle immagini della GoPro - a raccogliere la sua richiesta d'aiuto mentre si disperava per quanto "fatto".
In dubbio la tempestività dei soccorsi
Tra gli elementi che devono però essere ancora approfonditi quello della letalità del colpo che ha raggiunto Piampiano. Se cioè eventuali cure tempestive avrebbero potuto salvargli la vita. Non è comunque escluso che dell'indagine sia chiamata a occuparsi la magistratura di Firenze. La madre della vittima è infatti un giudice onorario e quindi questo fa scattare automaticamente la competenza degli inquirenti toscani.