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Omicidio Carol Maltesi, il killer chiede il rito abbreviato: così evita l'ergastolo

Il processo

Davide Fontana, 43 anni, ex bancario e reo confesso del delitto ha chiesto il rito alternativo. Sarà il Gip a decidere

È sotto accusa per aver ucciso la 26enne Carol Maltesi, aver tentato di bruciare il corpo, che ha poi nascosto in sacchi dell’immondizia lasciati in una zona impervia della provincia bresciana. Ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato Davide Fontana, 43 anni, ex bancario e reo confesso dell’omicidio. Fontana infatti fin dall’inizio aveva confessato di aver ucciso la giovane.

Il fatto risale al gennaio scorso. I due si erano conosciuti quando Maltesi si era avvicinata al mondo del sex work. Lui si era innamorato di lei e quando ha saputo che la 26enne voleva tornare nel varesotto per stare con il suo bambino, avuto da una precedente relazione, lui ha perso la testa. Il delitto e il successivo occultamento del cadavere si era consumato verso la metà del gennaio scorso nella casa di Rescaldina, quasi fuori il comune di Milano. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Fontana ha prima cercato di disfarsi del corpo, facendolo a pezzi e bruciandolo in un barbecue in una casa vacanze nella zona di Vararo, comune di Cittiglio. Non ci è riuscito e ha deciso di nascondere il corpo dentro alcuni sacchi, abbandonati in una zona montuosa del bresciano. Il corpo di Carol Maltesi è stato ritrovato il 21 marzo, identificato grazie ai tatuaggi che la giovane aveva sul corpo. Le indagini sono state chiuse. La difesa ha avanzato la richiesta di rito alternativo e ora sarà il Gip a decidere

Rito abbreviato, cos’è e come funziona

Nel processo penale italiano l’iter giudiziario è sempre lo stesso: indagine preliminare, udienza preliminare, dibattimento e sentenza. Ci sono però delle deroghe e a questo percorso che servono per snellire l’attività giudiziari e velocizzare l’approdo a una sentenza. Si segue un altro iter quando si fa ricorso ai così detti riti speciali: delle “scorciatoie” che si possono percorrere in determinati casi previsti dal Legislatore.

Tra questi c’è proprio il giudizio abbreviato. In pratica l’indagato rinuncia al dibattimento, cioè tutta quella parte del processo a porte aperte in cui accusa e difesa si “sfidano” davanti a un giudice che alla fine deve decidere. Vi rinuncia e chiede di essere giudicato esclusivamente sulla base del materiale raccolto in fase di indagine preliminare dal Pm (pubblica accusa). Di fatto rinuncia a usare tutte le possibilità di difendersi purché si arrivi a un giudizio subito. Il risparmio di tempo e denaro della giustizia è notevole e così la legge prevede lo sconto di un terzo secco della pena per chi viene giudicato con rito abbreviato.

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