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Pace tra Lega e Fratelli d'Italia, lo hanno fatto per i bambini

Dopo un braccio di ferro durato mesi il centrodestra ritrova l'unità sul disegno di legge "Allontanamento zero". Tra mediazioni e compromessi il testo ora passerà al vaglio del Consiglio regionale. Dove l'attende la guerriglia delle opposizioni

Nel giorno in cui comitati e associazioni contro il ddl Allontanamento zero hanno manifestato davanti a Palazzo Lascaris, ingaggiando un duello con un gruppo di sostenitori del provvedimento, il centrodestra si ricompatta sul disegno di legge voluto da Lega e Fratelli d’Italia per riformare la politica degli affidi e soprattutto per ridurre i casi di separazione dei figli dalle loro famiglie. “Mai più Bibbiano” è lo slogan da cui è partita, nel 2019, l’iniziativa dell’assessore alla Famiglia e ai bambini Chiara Caucino che dopo una gestazione di tre anni ha deciso di portare in aula il testo. Ma quale? A stamattina ancora non si sapeva quale fosse. Quello originario? Quello contenente i (suoi) dieci emendamenti, scritti dopo un confronto con le associazioni del settore? Una via di mezzo? Mentre in aula si discutevano le “questioni preliminari”, con il centrosinistra pronto a erigere le “barricate” di emendamenti, chiusi in una stanzetta adiacente all'emiciclo si svolgeva la riunione tra gli esponenti delle tre forze di maggioranza – Paolo Bongioanni (FdI), Alessandra Biletta (Forza Italia) e Alberto Preioni (Lega) – oltre ai due assessori competenti, Caucino e Maurizio Marrone, titolare delle Politiche sociali, e a Davide Balena in rappresentanza del governatore Alberto Cirio. Un conclave durato circa un’ora al termine del quale è arrivata la fumata bianca suggellata da una foto tra i due assessori, che da mesi sono stati protagonisti di un braccio di ferro, sorridenti e teneramente abbracciati. Come noto, Marrone e il suo partito sostenevano una linea più intransigente. Dall'altra parte, Caucino, su input del governatore, ha cercato per mesi un compromesso. “I due forse avrebbero continuato a litigare se le manifestazioni contro la legge non li avesse costretti a parlarsi e a trovare un accordo” malignano dentro la maggioranza.

Compromesso o mediazione che sia, alla fine la quadra è stata trovata.Passa la linea di Marrone sulle cause che non possono portare all’allontanamento: l’indigenza economica e le condizioni a essa collegate (assenza di una rete familiare, incuria ecc.). Restano naturalmente le altre più gravi, dal maltrattamento all’abuso. Salta anche l’obbligo di valutazione psicologica dei genitori al momento della presa in carico dei servizi e viene sostituito da interventi di sostegno nei confronti degli adulti. Solo l’autorità giudiziaria potrà impedire gli incontri periodici tra i minori e le famiglie di origine e infine viene fissato a 30 giorni il periodo massimo di separazione del nucleo quando il minore finisce in comunità. “La struttura dovrebbe rappresentare una soluzione temporanea, breve, a differenza della famiglia affidataria che viene coinvolta per soluzioni a medio o lungo periodo – premette Marrone –. Capita però sempre più spesso che i ragazzi restino anche uno o due anni in questo limbo, lontani dai loro genitori e senza un’altra famiglia che se ne prenda cura”.  

Caucino, dal suo canto, ottiene il via libera sull’affiancamento dei servizi sanitari a quelli sociali (multidisciplinarietà) e sull’ascolto obbligatorio del minore su interventi pianificati (anche se c’è chi teme su questo rischi di manipolazioni). Verrà introdotta una formazione periodica per le famiglie affidatarie e di origine e costituito un piano triennale di interventi per l’infanzia e l’adolescenza.

Resta il problema, sollevato dagli operatori del settore e dall’opposizione, della carenza di organico. Mancano gli assistenti sociali, il personale nelle Asl, gli psicologi e gli educatori. Si lavora in condizioni sempre più complesse e per questo Monica Canalis del Pd chiede innanzitutto “più fondi per far sì che questo sistema funzioni”. Ora resta da capire quale sarà l’atteggiamento delle minoranze di fronte al testo definitivo (?) che domani porterà in aula il centrodestra. Sul tavolo ci sono 500 emendamenti ostruzionistici: tanti ma non tantissimi. La maggioranza è pronta a contingentare i tempi e anche a saltare le barricate con il famigerato “canguro”.