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Pensione anticipata, ecco come può cambiare in Parlamento la misura Opzione donna

La versione limitata del testo attuale riservata a “caregiver”, invalide civili e licenziate potrebbe essere superata da una proroga breve. Ma vanno trovate le risorse per la copertura finanziaria

Un'impiegata davanti al pc

Un'impiegata davanti al pc (Foto Ansa)

C’è qualche speranza che Opzione donna - misura che ora si trova all’interno della manovra in versione '"limitata" -  possa essere migliorata in Parlamento. Per spendere meno, ma per non dare un messaggio di rottura, si è scelta una soluzione di compromesso che, inevitabilmente, incide poco anche perché è diventata un'opportunità solo per poche. Ma i lavori parlamentari potrebbero offrire novità su questo specifico capitolo del dossier pensioni. Si potrebbe creare consenso intorno all'ipotesi di prorogare per sei/otto mesi la versione integrale di opzione donna.

Misura depotenziata

Per ora, la misura viene prorogata per un anno ma viene sostanzialmente depotenziata per esigenze di bilancio. Possono accedere a opzione donna solo le caregiver, le invalide civili e chi è stata licenziata. Il requisito dell'età da sommare ai 35 anni di contributi è fissato a 60 anni e scende a 59 in presenza di un figlio e a 58 con due o più figli. In questa versione, opzione donna può essere utilizzata da poco meno di tremila persone e costa 20,8 mln invece che dei 110 della misura 'intera', quella del governo Draghi con 58 anni (59 per le autonome) e 35 anni di contributi per tutte le lavoratrici.

Il nodo coperture

Per cambiare strada, e tornare alla misura più efficace, vanno trovare le risorse per la copertura finanziaria, ammesso che si arrivi a formare una maggioranza parlamentare che appoggi la proposta di modifica e che il governo dia il suo via libera. La proroga, anche contenuta nel tempo, offrirebbe la possibilità di non creare un 'buco' tra le condizioni attuali e quelle che dovrebbe definire una riforma più organica, strutturale, dell'intero sistema previdenziale.

Pd: "Stretta miope"

Per il Pd, come ha sottolineato Debora Serracchiani, quella decisa dal governo è “una stretta miope. Un passo indietro a cui ci opporremo con forza". Anche per +Europa Opzione donna così com’è è «discriminatoria e incostituzionale». Ed è chiaro che la battaglia si scatenerà a suon di emendamenti nei prossimi giorni in Commissione Bilancio. Anche al ministro del Lavoro, Marina Calderone, non dispiacerebbe un restyling dell’attuale misura magari tornando a una proroga secca, seppure per un arco temporale limitato, in attesa di definire nei prossimi mesi con le parti sociali una riforma organica delle pensioni con le nuove forme di flessibilità in uscita.