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Pensioni, dalle rivalutazioni soft in Manovra tagli di spesa fino a 2,5 miliardi

ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùPrevidenza

La stretta sull’indicizzazione produce nei calcoli del governo un risparmio di spesa intorno ai 2,5 miliardi sul 2023. L’apporto delle pensioni comunque è solo un tassello nel mosaico delle coperture di una manovra che viaggia verso i 36-37 miliardi

di Marco Rogari, Gianni Trovati

27 novembre 2022

(TimeShops - stock.adobe.com)

Mentre tutto il dibattito sulle pensioni delle ultime settimane si concentrava sull’opportunità o meno di aumentare ancora una spesa previdenziale già in volo per effetto dell’inflazione, al ministero dell’Economia si lavorava in silenzio a ridurre le uscite sotto questa voce.
Il risultato emerge dalle tabelle del Documento programmatico di bilancio inviato giovedì sera a Bruxelles, che trattano le pensioni come una copertura per la manovra. L’effetto combinato degli interventi previdenziali porta un risparmio nell’ordine degli 1,5 miliardi. Com’è possibile?

La spiegazione non è complicata da trovare facendo due conti. La legge di bilancio farà debuttare per il solo 2023 la «quota 103», data dalla somma di 41 anni di anzianità e 62 di età. Il costo stimato per questa piccola finestra di prepensionamenti rispetto alle regole Fornero è di 6-700 milioni. Al pacchetto si aggiunge poi la proroga di Opzione donna e dell’Ape sociale, e una rivalutazione rafforzata per le pensioni al minimo (525 euro). Il costo totale, in attesa degli allegati alla legge di bilancio bollinata che ancora non emerge, è intorno al miliardo di euro.

I lavori sono ancora in corso, il testo è atteso per lunedì alla Camera dove crescono le preoccupazioni sul rischio tempi: il Terzo Polo con Luigi Marattin chiede una riunione lunedì dell’ufficio di presidenza della Bilancio evocando il rischio di esercizio provvisorio.

A compensare largamente queste spese e a riportare il saldo previdenziale della manovra in territorio positivo è allora l’ennesima revisione delle regole sull’indicizzazione degli assegni.

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Rispetto alle regole in vigore quest’anno, la nuova architettura a sei fasce non cambia nulla per le pensioni fino a 4 volte il minimo (circa 2.1000 euro lordi al mese), poi diventa penalizzante: in modo più leggero fino a 6 volte il minimo (3.150 euro al mese) poi in forma progressivamente più forte quando l’assegno sale. È vero che le pensioni colpite sono una minoranza sul totale dei trattamenti previdenziali. Ma è altrettanto vero che l’inflazione è altissima e quindi una modifica delle percentuali di rivalutazione ha effetti complessivi rilevanti.