Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

Pesticidi in Val Venosta, interviene il Consorzio Mela: "Impossibile rinunciare ai fitosanitari. Servono anche nella produzione biologica"

BOLZANO. "I dati stati forniti solo da alcuni produttori e di conseguenza non possono essere considerati rappresentativi della realtà altoatesina". Così risponde Anna Oberkofler, direttrice Consorzio Mela Alto Adige, commentando i dati pubblicati dall'Istituto ambientale di Monaco di Baviera che riguardano i registri di 681 aziende agricole operanti su un totale di 3.124 ettari di superficie produttiva della Val Venosta nel periodo compreso tra inizio marzo a fine settembre 2017.

Grazie all'analisi che è stata fatta dei registri, ha spiegato l'autrice dell'indagine a il Dolomiti "Per la prima volta si è riusciti a definire quali pesticidi sono stati utilizzati nella melicoltura della Val Venosta, quando e in che quantità". Dati shock che mostrano come dall’inizio di marzo alla fine di settembre 2017 in Val Venosta non c'è stato un solo giorno di arresto alle irrorazioni di pesticidi.

"I dati pubblicati risalgono al 2017 e sono quindi datati - ribatte Oberkofler -. In ogni caso non infrangono alcuna normativa né le indicazioni o i requisiti richiesti dagli operatori commerciali. Nel 2017, il numero effettivo di trattamenti eseguito dai produttori dell’intera Val Venosta è risultato pari, rispettivamente, a 21 (bio) e a 20 (Agrios). Le informazioni si riferiscono al numero di trattamenti effettuati in produzione biologica e in produzione integrata nel territorio controllato dal Vip nel 2017 messi a confronto con lo stesso parametro rilevato in Germania nel 2016".

I fitosanitari: una discussione aperta

In generale il Consorzio ritiene che "il ricorso ai fitosanitari sia imprescindibile dato che i frutticoltori sono obbligati a produrre alimenti sani. All‘utilizzo dei fitosanitari non è possibile rinunciare, posto che le sostanze attive contribuiscono a mantenere sani i frutti e le piante e a garantire così la raccolta. Anche in produzione biologica l’impiego dei fitosanitari (ammessi in questa modalità di produzione) è necessario. Per quanto riguarda l’orto - prosegue - o il giardino domestico è possibile che in qualche annata si ottengano frutti sani senza dover intervenire chimicamente. Purtroppo, se si opera a livello professionale e se da questa attività si ottiene un reddito, tutto ciò non è possibile. Il frutticoltore sarebbe il primo a beneficiarne, se la realtà lo permettesse: non da ultimo per risparmiare il denaro che invece deve essere investito per l’acquisto di fitosanitari e dell’apparecchiatura tecnica per la loro distribuzione".

Parassiti e malattie 

"I fitosanitari devono garantire la difesa da parassiti e da malattie, devono quindi essere efficaci, senza influire sullo sviluppo delle colture. Se utilizzati professionalmente e applicati correttamente non possono avere effetti negativi né sull’uomo, né sugli animali e nemmeno sull’ambiente. L’andamento meteorologico è il primo responsabile della diffusione di parassiti e agenti di malattie. Proprio per questo, ogni anno cambiano le misure di difesa, il numero e l’intensità dei trattamenti. Il 90 % degli interventi fitosanitari viene praticato per la difesa da agenti fungini. In Alto Adige, le condizioni climatiche sono ottimali per la coltivazione del melo e ciò permette l’esecuzione di un numero di trattamenti inferiore rispetto ad altri comprensori melicoli".

La "produzione integrata"

Con la costituzione del gruppo di lavoro per la frutticoltura integrata (Grios), "già nel 1988 il mondo frutticolo (e melicolo) altotesino optò per una coltivazione sostenibile, una via di mezzo tra la produzione biologica e la non più praticata melicoltura 'convenzionale'. Il 95 % dei melicoltori altoatesini è certificato sulla base del protocollo Agrios. Esperti di livello internazionale, come il professor Georg Bachkhaus, a lungo presidente dell’istituto federale di ricerca di Dresda, sottolineano l’importanza del 'modello altoatesino' sviluppato per la frutticoltura: per primo, infatti 'questo comprensorio ha introdotto in Europa la produzione integrata'".

Rinuncia volontaria al 35 % delle sostanze attive

Prosegue Oberkofler: "I melicoltori altoatesini rinunciano volontariamente, in produzione integrata, all’utilizzo di numerose sostanze attive. Il protocollo Agrios prevede di non ricorrere all’impiego di oltre il 35 % di sostanze attive registrate per l’impiego in Italia. Oltre il 20 % delle sostanze attive ammesse per l’impiego dal protocollo Agrios può essere utilizzato anche in produzione biologica".

Controllo annuo dei quaderni di campagna

Ogni operazione di difesa fitosanitaria deve essere riportata nel quaderno di campagna. "Questo strumento viene controllato ogni anno, più volte all’anno, - assicura Oberkofler - da un ente certificatore indipendente. Per poter operare con i fitosanitari, gli agricoltori devono essere in possesso di un 'certificato di abilitazione per utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari', che si ottiene previa frequenza di un corso di formazione. Per il rinnovo del certificato (ogni 5 anni), gli operatori devono frequentare specifici corsi di aggiornamento. Ciò consente loro di essere a conoscenza delle più recenti informazioni in merito".

Strategia di sostenibilità

La direttrice parla di "sustainapple" attraverso cui il mondo melicolo altoatesino ha elaborato una strategia "con la quale si è votato coerentemente e nel lungo periodo alla sostenibilità". "Tabella di marcia per il futuro - sostiene la rappresentante del Consorzio -, sustainapple rappresenta la logica prosecuzione, in Alto Adige, di uno sviluppo verso una frutticoltura sempre più sostenibile. Da 3 obiettivi derivano 10 pacchetti di azioni concrete da realizzare entro il 2030. Il mondo melicolo altoatesino vuole raggiungere la neutralità nei confronti del clima (al 100 %) entro il 2030".

Altre azioni riguardano "lo stimolo e il supporto alla biodiversità nei meleti, l’incentivo alla salute del terreno e l’ottimizazione della gestione della risorsa acqua - conclude -. La difesa fitosanitaria evolve nel rispetto della sostenibilità. La base di tutto ciò è rappresentata dai Sustainable Development Goals (Sdg) dell'Onu".