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Previsioni per il 2023: rate più alte per chi ha un mutuo a tasso variabile

Le previsioni non sembrano essere delle migliori per coloro che hanno sottoscritto un mutuo con tasso variabile.

Mutuo a tasso variabile
Mutuo a tasso variabile- Nanopress.it

Pare che la Banca Centrale Europea, in base a ciò che ha stimato Facile.it, tra non molto ci sarà una crescita di 35 euro sugli importi mensili di coloro che hanno dato via a questo tipo di mutuo.

Come cambierà il mutuo a tasso variabile

Le notizie non sono delle migliori per coloro che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile.

In base alle simulazioni portate avanti da Facile.it, dal 2 febbraio, nel caso in cui la Banca Centrale Europea confermi l’aumento dei tassi di 50 punti base, il costo di una rata per un finanziamento medio potrebbe vedere un aumento di 35 euro.

In base all’analisi portata avanti, pare che, nel corso di un anno, il mutuatario sia costretto a pagare una rata di 195 euro in più che, facendo un’analisi più approfondita, si traduce in un 46% più alto rispetto alla cifra iniziale.

In poche parole, Facile.it ha voluto analizzare un finanziamento a tasso variabile del valore di 125.000 euro diviso in 25 anni il quale era stato sottoscritto del mese di gennaio del 2022.

All’inizio il tasso di partenza era pari allo 0,67% corrispondente quindi ad una rata di 456 euro.

Dalla metà dello scorso anno, la rata ha visto un aumento arrivando, nel mese di gennaio del 2023, ad una cifra pari a 619 euro.

Nel caso in cui la Banca centrale Europea scelga di aumentare i tassi di altri 50 punti base, la rata arriverà a sfiorare i 653 euro al mese con un aumento di 197 euro in più rispetto al mese di gennaio 2022.

In aumento la rata del mutuo a tasso variabile
In aumento la rata del mutuo a tasso variabile- Nanopress.it

Se si svolge lo sguardo verso un futuro più lontano, in base ai dati, gli esperti affermano che l’aumento dei tassi sembra non essere destinato a terminare.

Infatti, gli analisti hanno affermato che se le aspettative di mercato continueranno ad aumentare, nel mese di giugno del 2023 i tassi saranno più alti del 3,4%.

Delle previsioni che, se risultassero essere corrette, si tradurrebbero in una rata di 711 euro, e quindi ben 255 euro in più rispetto alla rata sottoscritta nel mese di gennaio del 2022.

Ma quali sono le soluzioni da applicare in questo caso?

Gli esperti di Facile.it hanno voluto dare una risposta a questo riguardo affermando “Se è vero che l’Euribor si muove in base alle aspettative dei tassi Bce, e non è detto che cresca in modo analogo agli indici della Banca centrale, l’ultimo anno ci ha mostrato come i due valori siano strettamente correlati. Per questo i mutuatari possono ricorrere ad una surroga o alla rinegoziazione, approfittando delle vantaggiose condizioni poste dal Governo con la Legge di bilancio”

Surroga e rinegoziazione

Ma che cosa si fa riferimento nel momento in cui si parla di surroga?

In poche parole si parla della possibilità di rottamare il vecchio muto per darne vita ad un altro scegliendo la propria banca oppure un altro istituto che ha delle condizioni migliori.

Si tratta di uno strumento che si attualmente risulta essere ancora poco utilizzato poiché, passare da un mutuo a tasso variabile di un istituto per spostarsi ad un mutuo a tasso fisso di un’altra Istituto porta l’interessato a seguire delle condizioni di mercato che per il momento prevede due situazioni che si equivalgono.

Uno strumento che diventa conveniente solo nel momento in cui i tassi di mercato vanno al ribasso.

Coppia che sottoscrive un mutuo
Coppia che sottoscrive un mutuo- Nanopress.it

Se invece si parla di rinegoziazioni, la situazione è ben diversa.

Infatti, a questo riguardo è stata varata una proposta all’interno della legge di bilancio del 2023 che si è basata sul modello del 2012.

In poche parole siamo la possibilità di rinegoziare il muto nel momento in cui il debito risulta essere più basso di 200.000 euro e l’ISEE non supera i 35 mila euro.

Molto importante è anche il fatto che non ci devono mai essere stati dei ritardi nei pagamenti.

Il tasso delle operazioni è uguale o più basso all’Euris di 10 anni mentre Euris ha la stessa durata del residuo di un mutuo a cui ha poi aggiunto lo spread originario.

Inoltre, chi ha la possibilità può anche anche di utilizzare il “Fondo sospensione mutui per l’acquisto della prima casa il quale è stato aggiunto nel corso delle emergenze covid e che è stato valido fino al 31 dicembre del 2023 attraverso la nuova legge di bilancio.

Un fondo che può essere utilizzato nel caso in cui non si è autosufficienti oppure invalidi.

Questo può essere sfruttato anche in caso di disoccupazione, in attività temporanea, il licenziamento o diminuzione dell’orario di lavoro.

Possono beneficiarne coloro che hanno avuto oltre 400.000 euro mentre il fondo va sostenere il 50% degli interessi che sono maturati durante il periodo di sospensione.