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Prostituzione in un locale, blitz della Finanza (VIDEO): 50 euro per 10 minuti di prestazioni sessuali. Ritrovate diverse scatole di farmaci per disfunzioni erettili

VERONA. La tariffa era di 50 euro ogni 10 minuti di prestazione sessuale all'interno di un locale notturno. Questo uno degli elementi raccolti nelle indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza di Verona che hanno portato la scorsa notte a dare l'esecuzione a un’ordinanza del Gip che ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di due cittadini italiani, indagati per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, nonché il sequestro di un noto e frequentato locale notturno.

Il locale, infatti, dopo il periodo di emergenza pandemica, era tornato a essere pubblicizzato sui canali social e notoriamente frequentato da numerosi clienti. Nel corso dei controlli fatti dai finanzieri erano state identificate diverse  “figuranti di sala”, tra cui alcune prive di contratto di lavoro, intente a “intrattenere” i clienti. In vari “camerini” dotati di divanetti e pali da lap dance, oltre a un locale – in una sorta di area privé – allestito addirittura con un letto matrimoniale

Sono scattate quindi le previste “maxi sanzioni” ed è stato interessato l'ispettorato del lavoro. Negli uffici dei “gestori” del locale, evidentemente agitati per l’inaspettata “visita”, i militari hanno rilevato importanti elementi, tra cui un gran numero di confezioni di profilattici, alcune scatole di farmaci normalmente utilizzati per disfunzioni erettili e documentazione utile per la ricostruzione e ripartizione dei pagamenti delle prestazioni. Ciò ha consentito ai Finanzieri di ipotizzare che il locale fosse utilizzato come vero e proprio centro di prostituzione. La Procura della Repubblica di Verona, ha quindi disposto degli approfondimenti investigativi.

 
Le successive indagini tecniche hanno fornito un chiaro riscontro a quanto ipotizzato dagli inquirenti permettendo di acquisire oggettivi elementi in ordine all’esercizio abituale della prostituzione all’interno del locale notturno. 

Inoltre, grazie all’analisi della documentazione sequestrata, è stato possibile verificare che i proventi del meretricio (corrisposti in contanti o addirittura con pagamenti elettronici effettuati dai clienti, in alcuni casi anche durante la consumazione dei rapporti sessuali) fossero ripartiti in ben precise quote percentuali tra le ragazze (italiane e altre provenienti prevalentemente dell’Europa dell’Est) e l’effettivo “gestore” del night club. Quest’ultimo, già gravato da specifici precedenti di polizia e recentemente condannato per fatti del tutto analoghi, operava con la complicità del formale titolare e rappresentante legale del locale. 

Entrambi gli uomini sono indagati, in concorso tra loro e in ulteriore concorso con tre dipendenti incaricate di riscuotere l’importo pattuito per le prestazioni, per “esercizio di una casa di prostituzione, sfruttamento e favoreggiamento”.