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Putin nell'angolo. Solo l'atomica tattica può fermare l'avanzata di Kiev

«Il possibile test nucleare ai confini con l’Ucraina costituirebbe un precedente gravissimo. La prima volta che una testata nucleare tattica viene fatta esplodere nel contesto di un conflitto. Credo che Mosca giochi molto sull’impreparazione dell’occidente nell’interpretare e gestire l’evento. Come e chi dovrebbe rispondere? E come gestire una possibile escalation? Nessuno ha strumenti adeguati per rispondere a queste domande».

Così il Generale di Corpo d’Armata Maurizio Boni commenta le voci di un possibile test con arma tattica nucleare cui Mosca starebbe pensando. Una sorta di mossa della disperazione per Putin dato che le notizie che arrivano dal campo di battaglia racconta dell'avanzata rapida ed inesorabile dell'esercito ucraino nella zona di Kherson (ormai quasi circondata) ed in altre parti del Donbass.

Come si spiega il crollo dell’esercito russo di fronte all’offensiva ucraina?

«I recenti successi ucraini nei settori orientali e meridionali del fronte sono da attribuire soprattutto al fatto che la maggior parte delle unità russe non sono più organicamente coerenti. Gli ucraini stanno affrontando una miriade di piccoli distaccamenti operativi costituiti da ciò che è rimasto delle unità di provenienza che i russi cercano disperatamente di alimentare con l’immissione di rimpiazzi di vario tipo e capacità. Tali distaccamenti agiscono spesso in maniera indipendente e poco coordinata perché i russi non riescono a gestire la difesa del fronte con visione unitaria, sia a livello operativo che tattico. In questa maniera le forze di Kiev, ben assistite dall’intelligence occidentale, sono in grado di individuare gli elementi più vulnerabili di questa dispersione e di attaccare con la certezza del successo. Stiamo assistendo alla progressiva dissoluzione di un esercito, quello russo, che aveva una componente terrestre adatta a sostenere campagne di breve durata, ad alta intensità, ma mal progettato per una guerra di occupazione di larga scala o di logoramento che richiede l’impiego di una grande quantità di forze terrestri, che i russi non hanno mai avuto. Esattamente il tipo di conflitto che hanno dovuto affrontare dopo il fallimento del colpo di mano a Kiev».

Infine, qualche minuto fa si è avuta conferma attraverso il ministero della Difesa ucraino della scoperta di una camera di tortura a Pisky-Radkivski (regione di Kharkiv), un villaggio recentemente riconquistato dall'esercito ucraino. Le foto che sono state diffuse mostrerebbero il trattamento disumano a cui i residenti locali sarebbero stati sottoposti dalle truppe russe. Secondo il ministero si tratterrebbe di «una mini-Auschwitz. Quante altre se ne troveranno nell'Ucraina occupata?». Orrore senza fine.

Intanto questa notte il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America ha pubblicato i dettagli del nuovo pacchetto di assistenza alla sicurezza per l'Ucraina, per un valore di 625 milioni di dollari. Tra le varie armi ci sono quattro sistemi Himars (High mobility artillery rocket systems) le munizioni, 16 obici da 155 mm, 75.000 proiettili d'artiglieria da 155 mm e 200 veicoli protetti contro le imboscate. La decisione degli Usa di inviare nuovi aiuti militari in Ucraina secondo le autorità russe «rappresenta una minaccia per gli interessi di Mosca e aumenta il rischio di uno scontro militare tra Russia e Occidente», lo ha scritto su Telegram l'ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov, che ha anche affermato: «Lo percepiamo come una minaccia immediata per gli interessi strategici del nostro paese. Le forniture militari da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati non solo comporta un lungo spargimento di sangue e nuove vittime, ma aumenta anche il pericolo di uno scontro militare diretto tra la Russia e i paesi occidentali».

Secondo Hennadiy Dykiy, sindaco di Bila Tserkva (regione di Kiev), la notte scorsa i russi avrebbero inviato una serie droni kamikaze di fabbricazione iraniana, mentre il capo dell'amministrazione militare regionale Oleksiy Kuleba ha scritto sui social network di avere «informazioni su diverse esplosioni a Bila Tserkva. Secondo le prime informazioni, la città è stata attaccata da droni kamikaze Shahed-136. Ci sono incendi, una persona è ferita, danni alle infrastrutture. É il primo attacco del genere nella zona». Sul campo prosegue la ritirata delle truppe russe che stanno minando tutto quello che lasciano dietro di loro e secondo lo stato maggiore dell'esercito ucraino «lasciano mine nei villaggi del Kherson (Ucraina meridionale) mentre si ritirano lungo la sponda occidentale del fiume Dnepr. l nemico mina le infrastrutture e le case private, impedendo ai residenti di muoversi». Nelle scorse ore le forze ucraine hanno continuato a ottenere risultati significativi nella regione di Kherson, mentre contemporaneamente sono continuati i progressi nelle regioni di Kharkiv e di Luhansk. Le forze ucraine hanno liberato diversi insediamenti sulla sponda orientale del fiume Inhulets lungo l'autostrada T2207, costringendo le forze russe a ritirarsi a sud verso la città di Kherson. Le forze ucraine hanno anche continuato a spingersi a sud lungo il fiume Dnipro e l'autostrada T0403, interrompendo due linee di comunicazione di terra russe (Gloc) nella regione di Kherson settentrionale e costringendo i russi a sud del confine della regione di Kherson-Dnipropetrovsk verso l'area di Beryslav. Funzionari militari ucraini hanno notato che la campagna di interdizione ucraina sta paralizzando i tentativi russi di trasferire munizioni aggiuntive, riserve, uomini mobilitati e mezzi di difesa in posizioni in prima linea. «Le forze ucraine -si legge nell’aggiornamento quotidiano dell’Institute for the Study of War- hanno anche continuato ad avanzare a est del fiume Oskil nella regione di Kharkiv e fonti russe hanno affermato che sono in corso battaglie vicino all'autostrada R66 Svatove-Kreminna». Nelle scorse ore si è diffusa la notizia che Vladimir Putin possa decidere di far effettuare un test con armi nucleari tattiche, Mosca ha smentito ma visti i precedenti nessuno si fida più delle parole del Cremlino e a questo proposito mentre scriviamo si apprende che la Commissione europea ha consegnato all'Ucraina cinque milioni di compresse di ioduro di potassio destinate alle persone che vivono vicino alle centrali nucleari del paese. Lo ha reso noto il commissario europeo per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic, che in un'intervista al gruppo dei media tedesco Rnd ha dichiarato: «Abbiamo già imparato durante la pandemia di coronavirus che non possiamo reagire solo in caso di crisi, e quindi ora stiamo cercando di prevedere le crisi future».