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Qatar 2022, il giorno di Iran-Usa

Allo stadio Al-Thumana di Doha la sfida più tesa del Mondiale. Agli americani servono i 3 punti

Usa e Iran, ovvero quando il pallone fa politica e magari riesce a prenderla anche a calci nel nome della diplomazia. Oggi il Mondiale in Qatar vivrà il suo momento di tensione (seppur latente) più atteso con la sfida tra due Paesi da oltre 40 anni ai ferri corti. Ma la storia insegna che lo sport ha sempre offerto questo lato della medaglia. Il legame con la politica ha radici millenarie. Gli antichi greci utilizzavano le Olimpiadi a scopo di propaganda come nel caso degli spartani che nell’arco del VI secolo si servivano di Olimpia per dimostrare ai rivali i risultati ottenuti dalla propria città nelle varie competizioni. E il calcio, soprattutto quello globalizzato del Nuovo Millennio, facilmente strumentalizzabile proprio perché il più popolare tra gli sport, di certo non fa eccezione.

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Le sfide ‘calde’ nella storia della Coppa del Mondo

L’intera storia dei Mondiali è intrisa di significati che vanno ben oltre il gioco stesso del pallone perché le analisi si concentrano su complessi rapporti di relazioni e sconfinamenti, sui condizionamenti geopolitici e sul valore propagandistico (e dunque politico) di alcune partecipazioni e di particolari sfide. La grande favola della Coppa del Mondo ha dunque il sortilegio di riproporre a 24 anni di distanza uno degli incroci più caldi dal punto di vista diplomatico che il torneo iridato abbia mai presentato dal dopoguerra (ad eccezione della sfida del 1974 tra Germania Ovest e Germania Est all’epoca del muro o la pantomima Cile-Unione Sovietica, spareggio per accedere proprio a quel Mondiale). Il match tra Iran e Stati Uniti, plastico esempio di come due visioni di mondo siano agli antipodi, torna di nuovo sul palcoscenico internazionale nel gruppo F dei Mondiali in Qatar dopo aver già vissuto il suo incontro ravvicinato a Francia ’98 nella storica sfida di Lione. Dal 1979, da quando la rivoluzione islamica di Khomeini esautora il monarca filo statunitense Rheza Palevi per instaurare una teocrazia sciita che punta ad abbattere l’occidentalizzazione della società, le relazione tra i due Paesi si sono interrotte. Ma se nel 1998 le tensioni pur vibranti che precedettero la sfida al ‘De Gerland’, furono in qualche modo mitigate da un contesto geopolitico per il quale il nemico numero uno in Medio Oriente per gli Usa era all’epoca l’Iraq di Saddam Hussein (e l’Iran veniva visto come il minore dei mali per via anche della presenza a Teheran del presidente riformista Mohammed Khatami) la situazione in questo fine 2022 politicamente turbolento sotto il profilo degli equilibri militari appare molto più calda ed esplosiva.

Come si arriva al match di Doha

Al match in programma oggi allo stadio Al-Thumana di Doha ci si arriva nel pieno di una crisi diplomatica che ha riportato indietro alla fine degli anni Settanta. In Iran sono tuttora in corso numerose proteste popolari per via della morte di Mahsa Amini, ragazza portata via dalla polizia di Teheran perché colpevole di non indossare correttamente il velo, e due anni fa si consumò il raid statunitense a Baghdad che uccise il generale iraniano Qassem Soleimani, il capo della Niru-ye Qods, l’unità delle Guardie della Rivoluzione responsabile per la diffusione dell’ideologia khomeinista fuori dalla Repubblica Islamica. Vicenda che ha rischiato lo scontro armato tra i due Paesi. In più da mesi è in atto la guerra in Ucraina, con Teheran principale alleato militare della Russia, alla quale la Repubblica Islamica offre centinaia di droni. Gli Usa hanno sete di riscatto dopo la vittoria ottenuta 24 anni fa dai rivali per 2-1 (a segno Estili e Mahdavikia e l’inutile gol di McBride a gara compromessa), prima vittoria ‘mondiale’ per gli iraniani. Allora l’ayatollah Khamenei diede ordine alla sua squadra di non muoversi per la stretta di mano pre-gara come da protocollo per la squadra ‘visitatrice’ (il sorteggio aveva stabilito che l’Iran giocasse in ‘trasferta’) e fu necessaria l’intermediazione della Fifa e il ‘buon senso’ degli Stati Uniti che si convinsero a giocare d’anticipo e muoversi per primi per il rituale.

Partita decisiva per la qualificazione

La partita non ha però solo un significato geopolitico. Dal punto di vista sportivo le due nazionali si giocano infatti la qualificazione agli ottavi di finale. La situazione nel gruppo B vede l’Inghilterra prima a quota 4 punti, seguita dall’Itan con 3, dagli Stati Uniti con 2 e dal Galles con 1. Gli americani hanno un solo risultato a disposizione, la vittoria, per passare il turno mentre all’Iran potrebbe bastare anche un pareggio. 

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