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"Quest'anno l'albero di Natale ci costerà un 40% in più". L'allarme del Codacons: "Rincari frutto di speculazioni"

TRENTO. Luci, addobbi, pandori e panettoni. Per molti tutto è già pronto in vista delle sempre più prossime festività natalizie. Fra chi 'ricicla' o riutilizza il proprio vecchio albero c'è anche chi è invece disposto a acquistarlo nuovo: un Natale amaro quello che attende tuttavia i consumatori italiani, chiamati a fare i conti con fortissimi rincari dei prezzi di tutti i prodotti legati alla festività, avverte il Codacons, che ha confrontato i listini attuali di alcune grandi catene commerciali con quelli 2021.

Dopo il caro energia e gli aumenti dei costi (ormai in ogni dove ndr) non manca ora un ‘allarme’ dedicato ai prodotti di Natale 2022: "La prima brutta sorpresa arriva sul fronte di pandori e panettoni – confessa l’associazione –. Per quelli industriali si registrano aumenti dei prezzi in media del +37% rispetto allo scorso anno, con punte per alcune marche del +59%. Va meglio sul fronte dei panettoni artigianali, che aumentano solo del 10%", sottolinea Codacons.

"Considerando che in base agli ultimi dati disponibili il mercato italiano di panettoni e pandori vale circa 700 milioni di euro annui per quasi 100mila tonnellate di dolci natalizi prodotti dai grandi soggetti industriali, a parità di consumi i rincari di questi due prodotti potrebbero costare complessivamente 260 milioni di euro", calcola. 

La lista dei rincari non sia è esaurisce soltanto ai dolci ma prosegue, mostrandosi anche nei prezzi di alcuni alberi sintetici venduti dalle principali catene commerciali, che rispetto al 2021 attualmente costano, nei medesimi punti vendita, circa il 40% in più. Luci e catene luminose non sono da meno, con incrementi medi del 25% e vale lo stesso discorso anche per le classiche palline e decorazioni per l’albero di Natale, i cui prezzi salgono mediamente del 20%.

"Il Natale 2022 sarà all’insegna dei rincari, e addobbare l’albero e decorare le case costerà sensibilmente di più rispetto agli anni passati – rimarca il presidente del Codacons Carlo Rienzi –. Il caro-energia e la guerra in Ucraina, però, c'entrano poco: sui prezzi al dettaglio di alcuni prodotti pesano in modo evidente le speculazioni. Per quanto riguarda i beni non alimentari, non tutti i beni natalizi sono di nuova produzione: i grandi esercizi rimettono infatti in commercio alberi e decorazioni natalizie degli scorsi anni, beni acquistati in grandi stock che non risentono dei maggiori costi di produzione e i cui prezzi non sono in alcun modo influenzati dalla crisi energetica", conclude Rienzi, suggerendo maggiori controlli sul territorio.