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Rebellin, individuato il camionista che l'ha ucciso: è un tedesco 62enne, nel 2014 gli era stata ritirata la patente

È un camionista tedesco di 62 anni l'uomo che ha travolto e ucciso l'ex campione del ciclismo Davide Rebellin. Ha già commesso altre gravi infrazioni, tra cui un'altra fuga dopo un incidente e una guida in stato di ebbrezza con patente ritirata a Chieti, nel 2014.

I carabinieri sono riusciti a individuarlo ma  al momento non scatterà il fermo, perché in Germania non esiste il reato di omicidio stradale. Gli investigatori erano giunti a una rosa di targhe, estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza che sono installate a ridosso della Regionale 11, a Montebello Vicentino. Lì mercoledì mattina Rebellin si stava allenando in sella alla sua bici da corsa, quando è stato schiacciato dal mezzo pesante. Secondo quanto ricostruito, poco dopo l'incidente il camion si sarebbe fermato nel piazzale di un locale poco distante. L’autotrasportatore sarebbe addirittura uscito dalla cabina di guida per dare un’occhiata alla carrozzeria, avvicinandosi alla vittima a terra, salvo poi ripartire senza esitazione. In quel frangente il camion, di marca Volvo, è stato anche fotografato da alcuni presenti che evidentemente avevano compreso la situazione.

I carabinieri hanno ascoltato alcuni testimoni e avviato le ricerche, alle quali hanno preso parte anche le altre forze dell’ordine. Sono stati poi esaminati numerosi filmati girati dalle telecamere del ristorante e da quelle di diversi caselli autostradali. La mole di dati è poi stata incrociata con le testimonianze, fino al momento in cui si è arrivati a individuare la targa tedesca. A quel punto, le autorità italiane hanno interessato anche l’Europol. Sulla testa dell’autotrasportatore pendono le pesanti accuse di omicidio stradale e omissione di soccorso.

Gli accertamenti, svolti in collaborazione con l' Agenzia delle Entrate e il Centro di cooperazione delle Polizia di Italia, Austria e Slovenia di Thorl-Maglern, hanno consentito di accertare che il mezzo era di proprietà di un' impresa di spedizioni tedesca, con sede in Recke (Renania Settentrionale - Westfalia, Germania) e che l' autista era giunto in Italia lo stesso giorno - il 30 novembre - per carichi di merce eseguiti in un'impresa di spedizioni internazionale con sede nell'Interporto di Verona.

Gli accertamenti nella società veronese, con acquisizione di copia della carta d'identità confrontata con le foto scattate sul luogo del sinistro, hanno consentito con certezza di identificare il conducente del mezzo: un tedesco di 62 anni, fratello  del titolare dell'impresa di trasporti tedesca intestataria dell'autoarticolato.

L'organo di polizia tedesca di Steinfurt, in contatto con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, ha riferito nel tardo pomeriggio di ieri che l'autista del mezzo aveva fatto ritorno in Germania. Dal certificato penale del conducente dell' autoarticolato, nei cui confronti si procede per il reati di omicidio stradale e fuga del conducente in caso di omicidio stradale, risulta una sentenza di applicazione della pena emessa dal Tribunale di Foggia nell'anno 2001 per il reato di "violazione dell'obbligo di fermarsi in caso di incidente con danno alle persone". La pena stata successivamente dichiarata estinta per decorso del tempo. Nel 2014, sempre a lui, risulta gli sia stata ritirata la patente di guida da parte della Polizia Stradale di Chieti, per guida in stato di ebbrezza. Sono in corso da parte della Procura di Vicenza i necessari approfondimenti per l' esatta ricostruzione della dinamica e le ulteriori azioni da compiere nei confronti del camionista.