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Referendum Ucraina, cosa sta succedendo

si continua a votare (per l'ultimo giorno) in Ucraina per i referendum chiesti dalla Russia (e ritenuti illegali dall'Ucraina così come da parte della comunità internazionale) per annettere al proprio territorio le quattro aree parzialmente occupate (Donbass) dall'esercito russo e dalle forze separatiste filorusse. «Oltre il 50 per cento della popolazione dei quattro territori occupati dalla Russia in Ucraina ha votato e per questo i referendum per l'annessione sono validi», riferiscono i media russi. 

Secondo l'agenzia di stampa statale russa Tass ha affermato che lunedì 26 l'affluenza alle urne è stata dell'86,89% a Donetsk, dell'83,61% a Luhansk, del 63,58% a Kherson e del 66,43% a Zaporizhia, zone in cui sono stati aperti dei veri e propri seggi elettorali. Dall'inizio della votazione, il 23 settembre scorso, i referendum sono stati descritti come una «farsa», proprio per la modalità in cui si sono svolti: con seggi mobili, con i funzionari, spesso seguiti anche da soldati armati secondo quanto denunciato dalle autorità ucraine e anche da alcuni cittadini, che sono andati a fare una raccolta porta a porta dei voti portandosi dietro le urne. 

Il voto sarà chiuso oggi alle 16 e subito dopo inizierà lo spoglio e i primi exit poll. Le prossime mosse del presidente russo, Vladimir Putin, che in queste ore, durante un colloquio con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato che la Russia «è pronta a negoziare», saranno probabilmente più chiare dal prossimo venerdì 30 settembre, quando il presidente russo dovrebbe rivolgersi alle Camere forse proprio per annunciare l'annessione dei territori russi occupati dell'Ucraina alla Russia. «In questi territori ci saranno cambiamenti cardinali dal punto di vista non solo legale», ha detto il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov. «Dal punto di vista del diritto internazionale e per tutte le rispettive conseguenze per garantire la sicurezza». 

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