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Regionali del Lazio, centrodestra riunito per Rocca. Meloni: “Lo Stato non tratta con chi lo minaccia”. Ma Tajani si smarca dalla premier su Delmastro: “Forza Italia non ha mai alzato i toni”

ROMA. A una settimana dal voto per le Regionali, tutti i leader del centrodestra sono riuniti oggi a Roma per il sostegno alla candidatura di Francesco Rocca come presidente. «Vinceremo la sfida del governo – dice Silvio Berlusconi, nel suo videomessaggio -. Forza Italia ci sarà, e sarà decisiva non solo sul piano dei numeri ma anche su quello politico». Ma all’Auditorium Conciliazione il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si smarca dalla Meloni commentando il caso Donzelli-Delmastro. E riferendosi all’appello di ieri della premier rimanda al mittente il richiamo a maggioranza e opposizione: «Noi di Forza Italia non abbiamo mai alzato i toni». Anzi: «Credo che il caso Donzelli-Delmastro debba essere chiuso: c'è un gran giurì alla Camera che dovrà decidere se ci sono stati comportamenti errati o meno». «Noi di Forza Italia – prosegue – lavoriamo per l'unità del governo e per dare risposte concrete. Dobbiamo preoccuparci di questo». 

C'è tutto lo stato maggiore del centrodestra in platea. Il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio è seduto in prima fila tra la premier e il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Da Tajani a Salvini presenti i ministri di Governo, alcuni dei quali si sono succeduti sul palco per gli interventi. In platea anche Giovanni Donzelli, il deputato di Fdi finito nella bufera per caso Cospito.

Il messaggio di Meloni
«Gli italiani sperano che noi metteremo mano alle incrostazioni di questa nazione, libereremo le energie, daremo all'Italia le possibilità che merita, faremo le riforme che non si è riusciti a fare», dice Giorgia Meloni intervenendo all'evento. «Siamo consapevoli che dovremo batterci contro molte resistenze, sopporteremo molti colpi bassi. Intendiamo farlo senza farci condizionare», assicura. Dalla platea qualcuno urla: «Non abbassare la testa», lei risponde in romanesco: «Non te preoccupà».

Nella vita, dice la premier, «serve coraggio, e quella fu 10 anni fa la nostra parola d'ordine. Senza paura di sfidare qualcosa che era molto più grande di noi. E' esattamente quello che dobbiamo fare oggi: abbiamo mantenuto gli impegni mettendo in sicurezza la destra italiana, facendo una destra moderna, capace di guardare avanti e non indietro. Senza mai abbassare la testa, o diventare una cosa diversa». Se gli italiani hanno affidato a lei e a Fratelli d’Italia il governo di questa nazione «è perché abbiamo fatto qualcosa che nessuno pensava possibile. Sappiamo che non sarà facile, che dovremo batterci con molte resistenze, schivare trappole, menzogne, colpi bassi e che dovremo farlo senza mai farci condizionare, senza perdere di vista l'obiettivo».

Spazia sui temi caldi, non solo la giustizia. «C'è chi dice che l'Italia è isolata, isolatissima, una tragedia… Ma non è possibile isolare l'Italia, è fondatrice dell'Ue, della Nato, nel G7, una delle nazioni più ricche nel mondo. Ma ora siamo consapevoli della sua centralità». Sul reddito di cittadinanza: «Non ci sono italiani che vogliono lavorare la posa della fibra ottica: lo capisco, ma se non lo vuoi fare, se non vuoi lavorare, non puoi prendere i soldi dello Stato». «Faremo tutto il possibile per mettere quelle persone in condizione di lavorare, favorendo la crescita e incentivando le nuove assunzioni – garantisce -. Ma tra il reddito di cittadinanza e rubare, c'è prima l'opzione di andare a lavorare». Sui migranti: «Se salvi qualcuno lo salvi subito, se lo tieni dieci giorni a bordo in attesa di un porto, fai traghetto, non salvi le persone».

Sul caso Cospito e gli anarchici la premier ribadisce che «non si tratta con chi minaccia lo Stato», come «non si tratta con la Mafia». Garantista sì, ma «le pene si devono scontare quando sono passate in giudicato». Il governo? La premier una una metafora «familiare»: «Non avete cambiato idea per accontentare vostro figlio se sapevate che non era giusto farlo: avete fatto le scelte giuste perché la famiglia non spenda soldi in cose meno necessarie. Io credo che la nazione vada governata così: se hai orizzonte corto guardi al consenso, se hai orizzonte lungo le risposte arrivano tra cinque anni, perché saremo ancora là. E vedrò i dati del Pil, dell'occupazione. Allora arriverà anche il consenso vero, non effimero con provvedimenti facili».

Il 2023 «deve essere l'anno delle grandi riforme». Sottolinea la Meloni: «Siamo ancora all'inizio, lo dico a tutti i membri del governo. Daremo a questa nazione una riforma delle istituzioni che consenta di avere governi scelti dai cittadini e duraturi». Tornando sul tema Cospito: «Faremo una riforma della giustizia che garantisca certezza del diritto e della pena». Tra cinque anni «saremo ancora qui, non guarderò il consenso ma i dati del Pil, i dati dell'occupazione, la capacità che abbiamo avuto di migliorare la condizione complessiva di questa nazione».

La conclusione dell’intervento è ovviamente dedicata al candidato presidente della Regione Lazio: «Come Fratelli d’Italia – dice – avevamo personalità importanti nel Lazio, ma abbiamo scelto Rocca perché è un eccellenza italiana conosciuta nel mondo: è il primo italiano che è riuscito a diventare presidente della più grande associazione di volontariato al mondo. Ha dialogato con i più grandi leader del mondo, s'è seduto all'Onu perché ha deciso di dedicarsi al volontariato. E' stato attaccato sul suo passato: da giovane ha sbagliato, è caduto, poi s'è rimesso in piedi. C'è ipocrisia enorme sul fatto che sia attaccato per la sua storia dagli stessi che ci dicono che il carcere duro è troppo duro. Ma la sua storia dimostra che le persone possono cambiare».

La replica di Bonaccini dall’assemblea Pd
Mentre la premier ancora parla dal palco dell’Auditorium, Stefano Bonaccini, all'assemblea del Pd al Lanificio di Pietralata di Roma, risponde in diretta al suo discorso: «La presidente Meloni, con il suo intervento, si è assunta la responsabilità di difendere l'indifendibile ed è a mio parere un grave errore e un gesto di debolezza politica. Perché la Costituzione prescrive disciplina e onore per chi ricopre cariche istituzionali e non vi è dubbio che il sottosegretario Delmastro non ha dimostrato né disciplina né onore».

* In aggiornamento