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Rian Johnson e i Daniel sulle regole del cinema che amano seguire e infrangere

A dispetto dei loro film fantastici e di rottura dei generi, Rian Johnson e i Daniel (il duo di registi formato da Daniel Kwan e Daniel Scheinert) hanno in comune una cosa dei tempi passati: amano la struttura. Nella serie di Vanity Fair What Is Cinema?, i registi si sono seduti per una conversazione senza filtri sul loro mestiere e raccontare come hanno creato film quali Glass Onion: A Knives Out Mystery e Everything Everywhere All at Once

«La struttura è dove emerge la tesi del film», afferma Kwan, che usa lo Psycho di Alfred Hitchcock come esempio perfetto di un film che segue (e poi infrange) le regole classiche della narrazione cinematografica. Allo stesso modo, la prima metà di Everything Everywhere – una frenetica saga familiare fantascientifica su una madre immigrata (Michelle Yeoh) che attraversa il multiverso – è un viaggio dell'eroe in stile Matrix, afferma Kwan, mentre la seconda metà è «un’esplosione rinfrangente di quella storia». 

C'è voluto un po' di tempo per arrivare alla versione finale del film e Scheinert ha ricordato l’ anno trascorso a «individuare una serie infinita di problemi» in sala di montaggio. «È stato un bagno di umiltà che ci ha insegnato molto sul cinema», ha detto. 

Johnson ha adottato un approccio altrettanto disciplinato per Glass Onion, il sequel di Cena con delitto – Knives Out del 2019. Il film segue il detective Benoit Blanc (Daniel Craig) mentre indaga su una cena con delitto  consumatasi a casa di un miliardario eccentrico. Prima di cominciare a scrivere la sceneggiatura, Johnson ha tracciato l'intera storia, dall'inizio alla fine, entusiasta di muovere il franchise in una nuova direzione. «Non riesco a immaginare di riuscire a trovare l'energia per fare un nuovo film se non sento che si tratta di qualcosa che non ho mai fatto prima», ha spiegato. «Quando un bravo regista ha realizzato e portato a termine un film, è come se avesse bruciato la nave ormeggiata al largo. Ha usato tutte le idee che aveva. Lui e il suo equipaggio  sono spiaggiati a riva, svuotati ». 

Kwan si è detto d'accordo, sottolineando la pressione che i registi devono reggere quando lavorano a un nuovo progetto. «Molto spesso s’inizia con l’intenzione di creare un'arte senza tempo, ma in realtà questa è una terribile trappola», ha osservato. «Più la si insegue, più l’idea di un’arte senza tempo s’indebolisce. Nei fatti, l’ambizione è parlare di quel momento e dare alla gente qualcosa da potersi godere e su cui riflettere».