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Rifiuti, Dolomiti Ambiente: “Abbiamo il fiato corto, alcuni carichi sono già stati respinti. Per ora però nessun effetto per i cittadini”

TRENTO. “Dal punto di vista del cittadino, grazie alla capacità di 'assorbire' l'urto di Dolomiti Ambiente, al momento non è cambiato nulla, i servizi rimangono gli stessi di sempre. Dal punto di vista aziendale però, come tutti siamo in difficoltà operativa: in alcune occasioni, per esempio, siamo già stati respinti con un carico al cancello”. Per riassumere insomma, dice a il Dolomiti il direttore di Dolomiti Ambiente (la società di Dolomiti Energia che gestisce la raccolta dei rifiuti a Trento e Rovereto) Andrea Miorandi, in questa fase: “Abbiamo il fiato corto”. La problematica è nota e se ne parla da tempo: in Trentino i volumi disponibili all'interno delle discariche sono in esaurimento e, in mancanza di un impianto di smaltimento (come, per esempio, il termovalorizzatore in funzione dal 2013 a Bolzano, all'interno del quale la Provincia di Trento smaltisce circa 15mila tonnellate di rifiuti all'anno), l'unica opzione che resta è esportare i rifiuti al di fuori dei confini provinciali. Una situazione che ha portato le autorità provinciali (Qui Articolo) a comunicare che entro l'anno verrà presa una decisione in merito all'eventuale realizzazione di un impianto di trattamento dei rifiuti anche sul territorio trentino

Il tema più importante in questa fase però, dice a il Dolomiti Miorandi: “E' la programmazione: dobbiamo chiedere al sistema provinciale una programmazione adeguata per le esigenze dei vari gestori e territori”. Anche se si desse il via libera all'ipotesi di un termovalorizzatore trentino infatti, tra progettazione e realizzazione, prima dell'effettiva entrata in funzione della struttura passerebbero anni, e nel frattempo bisogna capire come gestire una problematica che sta toccando tutti i territori. In Alta Valsugana per esempio, ha detto a il Dolomiti la presidente di AmAmbiente (il consorzio che gestisce i rifiuti nei 19 Comuni dell'area) Manuela Seraglio Forti, la situazione “è di emergenza, abbiamo bisogno di trovare immediatamente una soluzione in particolare per lo smaltimento del rifiuto secco, che stiamo ancora stoccando nei nostri centri di raccolta. Come in tutta la Provincia, anche qui c'è il rischio che il servizio di raccolta possa interrompersi” (Qui Articolo).

“Come tutti – continua Miorandi – siamo in difficoltà operativa perché, in mancanza di un impianto, la Pat garantisce smaltimenti contingentati con il contagocce, assegnando determinate quantità di container ai vari soggetti. Chi ha capacità di fare accumulo riesce a gestire il colpo, chi non può invece entra in crisi. Ma siamo tutti sulla stessa barca: tutti i gestori trentini hanno dei problemi nella loro programmazione”. Dolomiti Ambiente, come tutti gli altri attori del settore, attende in sostanza indicazioni dalla Pat ogni giorno: “La Provincia ci dice in pratica dove andare, tramite le puntuali comunicazioni dell'Adep che ci indirizza verso Ischia Podetti, verso i Lavini o a Bolzano, anche se si organizzano anche trasporti in Lombardia, per esempio. Una puntualità, però, che spesso è molto esigua: molte volte non ci sono delle quantità sufficienti. Abbiamo, come detto, il fiato corto. E' già successo che un nostro carico venisse respinto al cancello e vivere così, alla giornata, è difficile per chi fa raccolta rifiuti. La metafora più corretta è quella di un tubo che continua a portare dell'acqua: quando blocchi il flusso, dietro si forma inevitabilmente un accumulo”.

E quale sarebbe la capacità di resistere a questo 'accumulo' di Dolomiti Ambiente? In poche parole, quanto si riuscirebbe a resistere nel caso in cui le consegne dovessero bloccarsi? “Tra una settimana e 10 giorni – continua Miorandi – non potremmo durare di più. Adottiamo diverse strategie per adattarci al contesto, per assorbire le problematiche, dal pressaggio dei rifiuti fino all'organizzazione e alla creazione di spazi all'interno dei piazzali, ma riusciamo ad avere una certa resilienza proprio perché siamo un soggetto industriale, per un privato è diverso”. Gestendo i rifiuti delle due maggiori città del Trentino, Dolomiti Ambiente può poi contare su qualche carico in più dalla Provincia, dice Miorandi, sulla base del bacino di popolazione di riferimento, e sul territorio la percentuale di differenziata si aggira tra l'80 e l'85%. “Per i cittadini – conclude Miorandi – a dimostrazione del fatto che un soggetto industriale come Dolomiti Ambiente ha la forza, anche in un contesto come questo, di non alterare la qualità dei servizi, l'unico cambiamento è stato l'aumento dei controlli al cancello, dove vengono fermati i cittadini di altri Comuni che trovano, per esempio, i loro Crm di riferimento chiusi. Siamo in un contesto difficile, ma per il momento stiamo resistendo”.