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Roby Facchinetti rapinato nella villa a Bergamo

Roby Facchinetti, voce e tastierista storico dei Pooh (atteso al Festival di Sanremo come superospite della prima puntata con la band), ha condiviso sui social un’esperienza traumatica vissuta con la famiglia. Mentre si trovava nella sua villa a Bergamo, domenica sera è stato aggredito da tre uomini armati che hanno puntato una pistola a lui, alla moglie Giovanna e al figlio Roberto. I malviventi sono scappati con un bottino di gioielli e vari oggetti di valore, ma i dettagli sono attualmente oggetto d'indagine e quindi riservati. 

La vicenda è stata confermata dalla figlia più piccola, Giulia, di 31 anni, al Corriere della Sera: «Non è gossip, questo.  È successa una cosa veramente grave e noi non possiamo dire nulla. Anzi ci saremmo augurati che la notizia uscisse più avanti, visti gli impegni lavorativi di papà. Psicologicamente non è un momento facile da gestire per lui».

Oggi 3 febbraio il musicista ha lasciato un messaggio sui social per il pubblico: «Cari amici, avrete appreso dai media della vicenda che ha riguardato me e la mia famiglia. Sono stati 35 minuti terribili, i più brutti della nostra vita. Voglio però tranquillizzarvi. Stiamo tutti bene. Non posso rivelare altro, atteso che sono in corso le indagini, ma vi ringrazio per la vicinanza che mi state dimostrando. Un abbraccio, Roby».

Non è la prima volta che accade: il figlio Francesco nel 2017 aveva raccontato dell’intrusione di uno sconosciuto nella casa dai genitori, poi arginato dal cognato che pratica arti marziali. E ora l’ex dj spiega l’accaduto in una serie di stories via Instagram, che inizia con un tono pacato e termina con invettive contro lo stato della politica tricolore, spiegando il motivo per cui ha lasciato l’Italia per trasferirsi in Svizzera.

«In tanti mi stanno scrivendo e in tanti me lo stanno chiedendo – ha esordito - Purtroppo sì, è vero, mio padre, mio fratello e mia sorella hanno subito in casa una rapina a mano armata, una di quelle cose brutte che vorresti che non capitasse mai nella vita e che vedi solamente nei film e pensi che non possa succedere, invece capita. Fortunatamente, nonostante la follia della cosa, stanno bene». 

E continua: «Cosa posso dire? Posso dire che sono molto triste e amareggiato di come si è trasformato il nostro Paese. Qualcuno dice: “Vabbeh, ma voi avete la villa, siete ricchi e per quello entrano in casa vostra. Ca**ata, ca**ata. Non è una condanna avere una villa, non è una condanna aver guadagnato i soldi onestamente. Io mi devo sentire libero e sicuro nel Paese dove vivo. In più, l’ho ripetuto altre migliaia di volte, è una vergogna che in un Paese dopo c’è la pressione fiscale superiore al 60% noi non ci sentiamo sicuri».