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Ruby ter, i legali di Karima Mahroug: «Non ha mai fatto sesso con Berlusconi»

«Karima non ha mai modificato le proprie dichiarazioni: anche se il pm ci dice che ha cambiato versione, lei ha sempre detto che non ha mai compiuto atti sessuali con Berlusconi e questo è un aspetto abbastanza importante». Lo ha affermato, nel processo sul caso Ruby ter, Paola Boccardi, l’avvocato di Karima El Mahroug (che a sorpresa si è presentata in aula), accusata di aver ricevuto almeno 4,5 milioni di euro dall’ex presidente del Consiglio per non rivelare quello che succedeva durante le serate trascorse ad Arcore nel 2010, quando era ancora minorenne.

Se la Procura – ha continuato il legale - «eleva una contestazione per prostituzione minorile» (quella a carico di Silvio Berlusconi nel primo processo, nel quale è stato assolto), «vuol dire che non le ha creduto, e allora perché non ha trasmesso quelle dichiarazioni come false alla Procura minorile?». La posizione di Karima, precisa il legale, doveva essere quella di «indagata di reato connesso». L’avvocato Boccardi ha anche spiegato che nel 2010 la sua assistita aveva sì descritto «serate non certo puritane, spogliarelli, burlesque, ma ha anche dichiarato che non ha mai visto né le sono stati proposti atti sessuali ad Arcore». E «non ha mai partecipato ad alcuna delle serate» in cui c'erano le «cosiddette testimoni buone».

Non solo: anche «se fosse vero» che Karima El Mahroug ha ricevuto cinque milioni di euro da Berlusconi, «lei avrebbe ricevuto quei soldi quando non era nemmeno pubblico ufficiale», vale a dire testimone, e dunque non ci sarebbe comunque la corruzione in atti giudiziari contestata. 

«Oggi processiamo Karima che è una donna profondamente diversa da quella descritta nel procedimento, da quella ragazzina che entrava e scappava da 16 comunità per minori». Ma la donna, che «il mese prossimo compirà 30 anni», è segnata da «un marchio inciso sulla pelle, indelebile, è stata marchiata come prostituta minorenne, abbiamo una sentenza che dà questo marchio, che è più forte della Lettera Scarlatta, ma questo marchio - ha proseguito il difensore - confligge con alcuni elementi».

E ancora: «Karima si era inventata un nome e un personaggio e da questo avatar non si è mai più distaccata purtroppo». Oggi, però, «vive a Genova e ha sempre vissuto lì dal 2010, non ha mai vissuto in Messico, non ha mai avuto in affitto appartamenti lussuosi o auto lussuose, vive con la sua bambina a Genova che frequenta una normale scuola pubblica».

L’altro legale della donna, Jacopo Pensa, ha sottolineato l’inopportunità di alcune domande, fatte solo per soddisfare una «curiosità» morbosa. «A Ruby chiesero: “Lei ha fatto sesso con Berlusconi, lei ha preso soldi per mentire? Ma che domande sono queste? Poste a una donna appena diventata maggiorenne, io quando ho letto queste domande sono rimasto di stucco». Ma, già nel 2010, Karima aveva «pervicacemente negato di aver avuto questo tipo di rapporti, che poi interessavano ai fini della curiosità, diciamolo».

Ai cronisti, lasciando l’aula del processo, Karima El Mahroug ha detto. «L'augurio che mi faccio è che questa vicenda sia chiusa il prima possibile, perché è stato un grande incubo, e di riavere indietro la mia vita e di poterla vivere serenamente». E ancora: «È evidente agli occhi di tutti che porto un marchio, una Lettera Scarlatta. Ho sempre avuto paura di essere strumentalizzata e credo che possiate capirlo».