Quella del ministro Valditara sugli stipendi differenziati agli insegnanti del Nord e del Sud “e’ una proposta priva di senso e pericolosa perche’ puo’ aprire una spirale di provocazioni che rischiano di dividere il Paese”. Lo dice Mara Carfagna, presidente di Azione, in un’intervista a “la Repubblica”. “Dire che al Nord il costo della vita e’ piu’ alto e’ solo parzialmente vero. Alcuni costi sono piu’ alti al Nord, ma l’affitto della casa ad esempio, principale indicatore che condiziona la mobilita’ degli insegnanti, e’ pressoche’ uguale a Rovigo e a Siracusa ed e’ diverso tra Rovigo e Milano come tra Siracusa e Napoli – prosegue la parlamentare -. Se scendiamo su questo terreno, qualcuno potrebbe proporre di pagare al Sud meno tasse, visto che ci sono meno servizi, di minore qualita’ e meno infrastrutture. Parliamo dei costi indiretti. L’83 per cento del personale scolastico e’ donna: al Nord si potra’ usufruire del tempo pieno – quindi mense, palestre – e degli asili nido che al Sud non ci sono. Nel Mezzogiorno le donne quei servizi li devono pagare. Percio’ dico che l’impostazione di Valditara porta con se’ una serie di provocazioni che avvelenano un dibattito da affrontare invece con serenita’”. Per Carfagna, “il problema da risolvere e’ quello dei concorsi. Il prossimo concorso ordinario per la scuola potrebbe slittare al 2024. Invece di sollevare polveroni sulle gabbie salariali, il ministro affronti e risolva la questione del reclutamento e anche il contenzioso con i sindacati che ha intasato di ricorsi le direzioni scolastiche regionali. Le soluzioni quali sono? I nostri insegnanti prendono seimila euro all’anno in meno dei loro colleghi francesi che gia’ sono sotto la media europea. L’adeguamento alla Francia costerebbe 4,8 miliardi annui secondo l’Osservatorio dei conti pubblici. Si abbia il coraggio di farne una priorita’. Gli stipendi – conclude Carfagna – vanno aumentati a tutti gli insegnanti per motivi di dignita’ e rispetto”.