Scale ripide, ascensori stretti, bagni non adeguati e ancora insegnanti senza formazione specifica. L'Istat fotografa tutte le difficoltà degli alunni con difficolta motorie, sensoriali e cognitive
"La scuola è aperta a tutti" recita l'articolo 34 della Costituzione, ma nei fatti non è così. Per i disabili il diritto allo studio è spesso un miraggio. Solo un edificio scolastico su tre risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria e solo il 16% delle scuole dispone di segnalazioni per studenti che non vedono o non sentono. Mancano poi docenti specializzati e tecnologie ad hoc. I dati si riferiscono all'anno scolastico 2021/2022 e sono diffusi dall'Istat oggi 2 dicembre in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità.
Quanti sono gli alunni disabili in Italia
Nell’anno scolastico 2021/2022 sono più di 316mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane (pari al 3,8% degli iscritti fonte Miur), circa 15mila in più rispetto all’anno precedente (+5%). Per loro è un percorso a ostacoli: scale ripide, ascensori piccoli, bagni non adatti, pochi insegnanti specializzati, ancora meno le tecnologie specifiche. E i problemi, per i disabili che vivono al Sud aumentano.
Accessibile solo una scuola su tre
Nell’anno scolastico 2021-2022 nelle scuole sono ancora presenti molte barriere fisiche: soltanto una su tre risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria.
Al Nord le scuole sono più accessibili che al Sud. La regione più virtuosa è la Valle d’Aosta con il 58,4% di scuole accessibili, di contro la Provincia autonoma di Bolzano si distingue per la presenza più elevata di barriere fisiche (soltanto il 19% di scuole accessibili). L’assenza di un ascensore o la mancanza di un ascensore adeguato al trasporto delle persone con disabilità rappresenta la barriera più diffusa (45%). Numerose anche le scuole sprovviste di servoscala interno (31%) o di bagni a norma (24%). All’interno degli edifici, invece, raramente le scale o le porte non sono a norma (rispettivamente 6% e 3 % dei casi).
Solo il 16% delle scuole poi dispone di segnalazioni visive per studenti con deficit della vista e dell'udito, mentre le mappe a rilievo e i percorsi tattili sono presenti solo nell’1,5% delle scuole. Solo il 19% delle scuole ha effettuato, nel corso dell’anno scolastico, lavori per l'abbattimento delle barriere architettoniche mentre il 17% dichiara di non averlo fatto anche se l’edificio ne avrebbe avuto bisogno.
Cosa succede ai disabili con la dad
La didattica a distanza nata per l'emergenza Covid è stata un punto a sfavore per l'integrazione dei disabili. Le complessità di carattere tecnico e organizzativo, la necessità dello studente di avere un supporto adeguato durante il collegamento online e le difficoltà di interagire attraverso un monitor hanno reso difficile la partecipazione alla dad, soprattutto per gli studenti con disabilità.
La situazione è migliorata con le nuove disposizioni che hanno limitato il ricorso alle lezioni a distanza e hanno consentito a molti studenti con disabilità di partecipare in presenza durante i periodi di restrizioni. Nelle scuole che hanno attivato la Dad (64%), più di 86mila studenti con disabilità hanno preso parte alle lezioni in presenza mentre il resto della classe era collegata da remoto; quasi 76mila hanno invece partecipato a distanza al pari dei compagni, la quota di esclusi si è attestata all’1,7% contro il 2,3% dell’anno precedente e il 23% dell’anno scolastico 2019-2020 (per il resto degli iscritti la quota di esclusi è pari allo 0,4%).
Nonostante si sia registrato un aumento dei livelli di partecipazione alla didattica, gli aspetti di socializzazione restano penalizzati: degli oltre 86mila alunni con disabilità che hanno partecipato in presenza nei periodi in cui la classe era in Dad, solo uno su tre ha potuto interagire con i coetanei collegati da remoto, gli altri hanno partecipato con il solo insegnante per il sostegno, in totale isolamento dal gruppo classe.
Più insegnanti di sostegno, ma spesso non specializzati
Sono oltre 207mila gli insegnanti per il sostegno impiegati nelle scuole italiane nell’anno scolastico 2021/2022: quasi 200mila nella scuola statale (fonte Miur) e più di 7mila nella scuola non statale (fonte Istat), in crescita di oltre 16mila unità rispetto all’anno scolastico precedente (+8% registrato quasi esclusivamente nella scuola statale).
A livello nazionale, il rapporto alunno-insegnante, pari a 1,5 alunni ogni insegnante per il sostegno, è più favorevole di quello previsto dalla Legge 244/2007 che raccomanda un valore pari a 2.
Di questi docenti, più di 70mila (il 32%) sono stati selezionati dalle "liste curricolari". Si tratta di insegnanti senza formazione specifica ma impegnati nelle classi con disabili per far fronte alla carenza di figure specializzate. Questo fenomeno è più frequente nelle regioni del Nord.
All’insufficienza di insegnanti con formazione specifica si affianca spesso un ritardo nell’assegnazione: a un mese dall’inizio della scuola, infatti, circa il 14% degli insegnanti per il sostegno non risulta ancora assegnato. Tale quota sale al 17% nelle regioni del Nord e tocca le punte massime in Lombardia (20%) Friuli Venezia Giulia e Liguria (19 e 20%).
In una scuola su 10 nessun insegnante per il sostegno ha mai frequentato un corso specifico di aggiornamento per l’utilizzo di tecnologie specifiche.
Si è cercato nel tempo di porre rimedio a questi problemi. Negli ultimi tre anni la quota di insegnanti specializzati per il sostegno è passato dal 63% dell’anno scolastico 2019-2020 al 68% dell’anno scolastico 2021-2022. Nell’anno 2021 è stato introdotto un sistema formativo rivolto al personale docente non specializzato su sostegno e impegnato nelle classi con alunni con disabilità.
Sono poi pochi, soprattutto al Sud, gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione che affiancano gli insegnanti. Nelle scuole italiane sono più di 65mila, di questi il 4,6% conosce la lingua italiana dei segni (LIS). La disponibilità di assistenti all’autonomia varia molto sul territorio con un rapporto alunno/assistente pari a 4,5 a livello nazionale. Nel Mezzogiorno il rapporto sale a cinque, con punte massime in Campania dove supera la soglia di 12 alunni con disabilità per ogni assistente. La presenza di assistenti aumenta invece nelle regioni del Centro e del Nord (con un rapporto rispettivamente di 4,1 e 4,3 alunni per assistente). Il rapporto più basso si ha invece nelle Marche ( 2,8), seguono la Provincia Autonoma di Trento (3,2) e la Lombardia (3,2)-