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Seggi elettorali, protesta delle persone trans per la separazione di uomini e donne

Bologna, seggio 16. Cathy La Torre, avvocata e attivista nella battaglia per i diritti della comunità LGTB fa mettere a verbale che "la divisione delle file di elettori in maschi e femmine è altamente lesiva della privacy e della riservatezza delle persone in transizione di genere, la cui identità di genere è un dato personale particolare e necessita di essere trattato secondo quanto previsto dall'articolo 9 del regolamento 206/2018". Ma lo scrutatore chiama le forze dell'ordine asserendo che l'avvocata ha ostacolato le operazioni di voto. 

Un episodio che, anche in questa tornata elettorale, ha sollevato la questione dei diritti delle persone transgender costrette a mettersi nella fila indicata per il genere indicato nei documenti di identità che, per chi non ha intrapreso o completato l'iter della transizione, spesso non corrisponde all'aspetto delle persone costrette dunque a vivere una situazione di imbarazzo, additate, talvolta derise, comunque costrette ad evidenziare un dato così personale della propria identità di genere.

Una discriminazione di fatto che, nonostante le petizioni e le richieste rinnovate negli anni, non è stata ancora superata. A prevedere la divisione ai seggi di uomini e donne è infatti una legge vecchia di 55 anni. E' l'articolo 5 del decreto del presidente della Repubblica che stabilisce che le liste elettorali debbano essere suddivise per genere. I registri elettorali, quindi, sono ancora separati. In alcuni seggi, uomini e donne sono divisi già nelle file che conducono all'urna, in altri invece la fila è unica ma comunque quando si arriva si viene smistati. E tante sono le testimonianze di persone trans che hanno subito discriminazioni .


"Ho votato! E ho portato con me una dichiarazione scritta con la quale ho chiesto di mettere a verbale che la divisione dei registri elettorali per maschi e femmine va superata. È un ostacolo all'esercizio del voto delle persone trans e non binarie che, in questo modo, sono costrette a fare coming out". Anche la senatrice Monica Cirinnà, candidata al Senato nel collegio Lazio 1 - U04 per il centrosinistra ha condiviso la protesta e propone: "Si potrebbero, invece, dividere elettrici ed elettori in ordine alfabetico in base al cognome. Come succede altrove. Nessuno dovrebbe sentirsi discriminato, mai. Soprattutto quando esercita un diritto fondamentale come votare. Potete farlo anche voi, se volete. Buon voto a tutte e tutti".

Il Gruppo Trans di Bologna già nel 2018 ha avviato una campagna per chiedere la modifica delle procedure di voto, una petizione sulla piattaforma Change,org ha raccolto 5.000 firme che sono state inviate al Viminale e a palazzo Chigi ma nulla si è mosso. Oggi 150 volontari dell'associazione in diverse città di Italia hanno accompagnato le persone trans al seggio. In alcuni casi, come ha fatto appunto l'avvocata cathy La Torre, è stato fatto mettere a verbale la contrarietà a queste procedure ritenute discriminatorie. Obiettivo della campagna, se la legge non verrà modificata, è quello di investire della questione la Corte Costituzionale