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Sisma Turchia, l’esperto: «Nuove scosse per mesi ma non può provocare terremoti altrove»

ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa tragedia al confine con la Siria

Colloquio con Antonio Piersanti, fisico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

di Elena Comelli

7 febbraio 2023

Un villaggio nel Nord-Ovest della Siria dopo il terremoto (Afp)

Il terremoto che ha colpito i turchi e i siriani è un’immane tragedia dal punto di vista umano, ma dal punto di vista geofisico non è poi così eccezionale. «Terremoti di questa intensità e di quest’ampiezza non sono un’anomalia e accadono diverse volte all’anno, solo che non ce ne accorgiamo perché magari la terra trema sul fondo del mare», spiega Antonio Piersanti, fisico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

In questo caso sono due le scosse che hanno causato i danni maggiori: la prima, di magnitudo 7,8 della Scala Richter, ha lacerato la provincia turca di Gaziantep alle 2.17 di lunedì 7 febbraio (ora italiana) e la seconda di magnitudo 7,5 alle 11.24, allargando i danni alla Siria. Tra di loro e a seguire, un devastante sciame sismico di centinaia di scosse continua a scuotere un’area molto ampia a cavallo fra Turchia e Siria.

Anche una lacerazione di oltre 150 chilometri rientra nella normalità?
«Quello che è successo purtroppo fa parte della normale attività sismica del pianeta e non presenta particolari anomalie, né dal punto di vista dell’intensità né da quello dell’ampiezza. La Terra è come una pentola di polenta che bolle: l’attività sismica distribuisce questa energia, sfogandola su una moltitudine di piccoli eventi dove la rottura della faglia è di pochi centimetri o di metri e su alcuni eventi molto grandi, tipo quelli che si sono verificati in Turchia, dove la rottura può arrivare a centinaia di chilometri o addirittura superare i mille chilometri. Per quanto molto grande, quindi, il terremoto turco rientra nella normalità».

Che cosa dobbiamo aspettarci a questo punto?
«Non possiamo fare previsioni precise sulla sequenza in arrivo, se non affermare con certezza che essendo l’evento di partenza molto potente - con 7,8 di magnitudo ha buttato fuori molta energia - continueranno ad arrivare altre scosse, anche forti, laddove per forte s’intende con magnitudo superiore a 5. Quindi purtroppo è prevedibile che i lutti non siano finiti, perché questo tipo di scosse possono facilmente distruggere altre abitazioni, ospedali, ponti, strade. La coda di questo evento potrebbe estendersi per mesi».

Antonio Piersanti, fisico dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, in occasione della presentazione dei risultati del lavoro dellIngv ad un anno dalla sequenza sismica Amatrice-Visso-Norcia, Roma, 24 agosto 2017. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Ci sono possibili ripercussioni a larga scala su altre aree del Mediterraneo?
«Un terremoto, per quanto potente, non può provocare altri terremoti altrove. Come noto, infatti, i terremoti vengono generati da un accumulo di energia, sotto forma di deformazione elastica. La grandissima parte di questa energia, il 99 per cento, si accumula a seguito dei movimenti convettivi che avvengono all’interno della Terra. E gli accumuli di energia sono del tutto indipendenti l’uno dall’altro. Il vero motore di un terremoto è questo, non altro».