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Stretta sui ricongiungimenti familiari: la proposta della Lega

diritti umani

Parte dal consigliere regionale leghista Antonio Calligaris la proposta di legge per introdurre regole più strette sui ricongiungimenti familiari (e matrimoni) di persone extracomunitarie

La maggioranza in consiglio regionale chiede la revisione delle regole, in senso restrittivo, dei ricongiungimenti familiari delle persone extracomunitarie. La richiesta, ovviamente, non è stata accolta favorevolmente dalla minoranza. "L'ingresso legale in Italia degli stranieri è attualmente disciplinato da un decreto legislativo del 1998 che, a distanza di più di vent'anni, presenta dei limiti su cui è possibile intervenire. Se uno straniero lavora nel nostro territorio e si sta integrando in esso, il ricongiungimento familiare può portare a rendere ancora più forte l'integrazione. Devono tuttavia sussistere delle condizioni da cui non si può prescindere, come ad esempio il fatto che il mantenimento della persona ricongiunta non debba ricadere sul welfare territoriale", ha affermato l'assessore regionale all'Immigrazione, Pierpaolo Roberti. Nel corso della seduta della VI Commissione sono state illustrate le proposte di modifica al "Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero" presentate in materia di ricongiungimento familiare e di obbligo di esibizione dei documenti di soggiorno.

Le richieste

Tra i punti principali rientra la richiesta di aumentare reddito annuo minimo che la persona richiedente il ricongiungimento deve dimostrare di disporre. Su questo tema l'assessore ha osservato che "se, secondo l'Istat, una famiglia di due persone che percepisce 13mila euro annui vive sotto la soglia di povertà, non si può pensare che un cittadino straniero con un reddito di 8mila euro all'anno possa ricongiungere un familiare e riuscire a mantenerlo". Le proposte in esame prevedono che il diritto a mantenere o a riacquistare l'unità familiare nei confronti dei familiari, venga riconosciuto alle persone titolari di carta di soggiorno che abbiano maturato, al momento della richiesta di ricongiungimento familiare, un periodo di soggiorno legale in Italia pari ad almeno due anni continuativi. Previsto anche il riconoscimento del matrimonio trascritto in Italia come requisito utile per l'ottenimento del ricongiungimento da parte del coniuge non legalmente separato e di età non inferiore ai diciotto anni, nonché l'abrogazione dell'obbligo di esibire i documenti di soggiorno per gli atti di stato civile e per quelli inerenti all'accesso a pubblici servizi. 

Il "caso Monfalcone"

"Il caso di Monfalcone, fatto emergere dalla sindaca Anna Cisint, è emblematico per portare la questione a livello nazionale e affrontare il tema dei ricongiungimenti in maniera pragmatica" afferma, in una nota, il consigliere regionale Antonio Calligaris (Lega) riguardo alla proposta di legge nazionale (Pdln) di cui è primo firmatario. "L'intervento legislativo si propone di rivolgere al Parlamento una proposta per rendere la disciplina dei ricongiungimenti familiari più in linea con le norme europee e con le disposizione di altri Stati membri dell'Unione europea come, ad esempio, la Germania", continua. Durante la seduta consiliare, infatti, Cisint ha dichiarato: "Il welfare del mio Comune è destinato in modo quasi totale a supportare servizi per persone extracomunitarie: il 77,7 per cento dei contributi scolastici nel 2021, il 100 per cento nel 2019 e nel 2020, il 55 per cento del budget per gli alloggi nel 2019, il 49 per cento nel 2020 e il 41 per cento nel 2021. Oggi in città ci sono circa 9mila stranieri, in grande prevalenza provenienti dal Bangladesh, e abbiamo verificato che ciascun lavoratore porta in Italia mediamente 5-6 persone. È impossibile - ha aggiunto Cisint - assicurare una vita dignitosa a tante persone con meno di 1.000 euro lordi al mese. Tanto è vero ci sono alloggi occupati anche da 15 persone, l'abbiamo scoperto grazie a un'analisi dettagliata delle situazioni di sovraffollamento".

La proposta

Il contenuto della proposta di legge a firma Calligarid prevede sostanzialmente di introdurre regole più stringenti sui ricongiungimenti familiari, che diventerebbero possibili solo in presenza di un reddito più alto di quello previsto oggi (8.700 euro lordi all'anno per portare in Italia una persona, 11.900 per due persone), di un contratto di due anni per i lavoratori dipendenti, di una permanenza minima di 48 mesi sul territorio nazionale, dell'obbligo di registrazione del matrimonio contratto in patria e di un certificato di idoneità dell'alloggio in cui si va ad abitare. "L'applicazione pratica della norma italiana - continua Calligaris - prevede che, per il 2021, per ricongiungere un familiare era necessario avere un reddito di 8.975,46 euro (4.487,73 euro pro capite); per ricongiungere due familiari, è necessario un reddito di 11.967,28 euro (3.989,09 pro capite), mentre per ricongiungere due o più figli minori di 14 anni era sufficiente un reddito di 17.950,92 euro". La proposta avanzata da Calligaris, richiede di "indicare una soglia di reddito minimo del richiedente il ricongiungimento che sia effettivamente parametrata sul costo della vita, ovvero agli indici Istat, dopodiché proporre che il richiedente il ricongiungimento dimostri di avere una prospettiva di reddito sul lungo periodo". Per il leghista è altresì necessario "introdurre un requisito di permanenza minima sul territorio italiano di almeno due anni prima della possibilità di presentare domanda di ricongiungimento familiare, imporre l'obbligo di registrare i matrimoni contratti all'estero in Italia al momento della presentazione della domanda di ricongiungimento in favore del coniuge e richiedere che la certificazione dell'idoneità dell'alloggio preveda l'indicazione del numero di effettivi occupanti, secondo una verifica anagrafica attuale al momento della presentazione dell'istanza di ricongiungimento". 

La replica

"La norma in discussione propone un forte inasprimento delle norme per i ricongiungimenti familiari dei lavoratori immigrati. La discussione è stata rinviata - fa sapere l'esponente di Centrosinistra -, ma il documento presentato dall'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) e quello dell'Associazione degli operatori di stato civile, sentiti in audizione, hanno chiaramente dimostrato che si tratta di una norma scritta senza conoscere le altre norme vigenti e in aperta violazione della Carta europea dei diritti dell'uomo". Sono queste le parole del consigliere di Open sinistra Fvg Furio Honsell. "Esprimo sconcerto che a fronte della complessità delle problematiche legate ai lavoratori immigrati, la maggioranza di Centrodestra sappia solo proporre misure che umiliano e discriminano i lavoratori stranieri che lavorano nelle aziende che contribuiscono al Pil regionale, come Fincantieri", conclude. 

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