Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

Studentessa trovata morta allo Iulm, la lettera del rettore: «Un disagio che non va ignorato»

«Non ci sono parole di fronte alla morte. Soprattutto di fronte alla morte di una ragazza di 19 anni, appena entrata in Università, che compie un gesto così estremo e senza ritorno». Il rettore dell'Università Iulm, Gianni Canova, ha scritto una lettera aperta agli studenti dell’ateneo, dove mercoledì mattina è stato ritrovato il corpo della studentessa. 

La ragazza era chiusa in bagno, con una sciarpa attorno al collo: è stata confermata l’ipotesi del suicidio. La sua morte risalirebbe alla sera precedente: i genitori avevano denunciato la scomparsa della figlia, che non aveva fatto ritorno a casa.

«C'è un mistero, in un gesto così, c'è una ferita, c'è un dolore così grande, che chiedono solo di essere ascoltati, con rispetto, nel silenzio. Oggi però sento il bisogno di rivolgermi a tutti voi per farvi sentire la vicinanza mia personale e di tutto l'Ateneo. Anche se il gesto della ragazza ha motivazioni complesse e difficili da decifrare, la sua morte ha fatto emergere un disagio che non può essere ignorato». E ancora: «Siamo consapevoli del difficile momento epocale. Sappiamo come l'esperienza della pandemia e del lockdown hanno fatto crescere in modo esponenziale le fragilità di un'intera generazione. Sappiamo che le richieste di aiuto ai nostri sportelli di counseling psicologico sono negli ultimi mesi più che raddoppiate. Le abbiamo affrontate e le stiamo affrontando. Continueremo ad ascoltare la voce di chiunque manifesti disagio, anche in sedi e momenti diversi da quelli consueti». Il rettore aggiunge: «Faremo il possibile perché l'amore per la vita si torni a respirare in ogni angolo del nostro campus».

Chi era la vittima

La ragazza era nata nel 2003 a Milano, da una famiglia di origini straniere, pare sudamericane. Era iscritta al primo anno della facoltà di Arti e turismo. I carabinieri hanno trovato una lettera nella quale ha spiegato i motivi del suo gesto: la ragazza si scusa, soprattutto con i genitori che le hanno pagato gli studi, e fa riferimento ad un esame al quale non si è mai presentata. La giovane parla soprattutto di questioni personali a cui ricondurre i motivi del suicidio, e definisce la sua vita «un fallimento».

«Il modello di eccellenza che uccide»

«A 20 anni non si può morire chiedendo scusa per i propri fallimenti», ha commentato il collettivo universitario Cambiare Rotta. «Una nostra coetanea si è tolta la vita dentro la sua università. Un gesto estremo che conferma come questo modello di eccellenza sia un modello che uccide, come questo sistema sia fallimentare per gli studenti».

Altre storie di Vanity Fair che ti possono interessare:

Lodo Guenzi e il caso della studentessa suicida: «Io, come lei»

Il dramma di Riccardo Faggin, l’esperto: «È una società che non tollera i fallimenti»