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Targa fascista che celebra 'la cacciata degli ebrei' da Belluno, il Comune dice 'no' alla rimozione dal Municipio. Per la destra va "valorizzata con testo che spieghi la storia"

BELLUNO. La targa in bronzo del 1519, che ricorda l'espulsione della comunità ebraica da Belluno, non verrà rimossa. Ha votato compatta su questo fronte la maggioranza di centrodestra, sulla linea del sindaco di Belluno, Oscar De Pellegrin, sull'ordine del giorno proposto dall'ex assessore alla cultura e consigliere Marco Perale.

"L'hanno definita 'una strumentalizzazione capziosa' - riporta Perale - hanno votato tutti contro, senza che nessuno abbia osato neppure astenersi. Hanno dichiarato che va lasciata lì e  'valorizzata', secondo quanto detto dal sindaco, semmai affiancandosi con una ulteriore targa che ne spieghi la storia. L'ipotesi di testo proposta in aula dal capogruppo di Fratelli d'Italia Farina è un testo antistorico che attacca solo la chiesa cinquecentesca per i suoi anatemi contro chi non era cattolico".

L'ordine del giorno, dopo essere stato presentato qualche giorno fa dall'ex assessore in occasione del 78esimo anniversario del Giorno della Memoria, è stato votato durante il consiglio comunale del 30 gennaio 2023. Nel documento si chiedeva di impegnare il sindaco e la Giunta "ad attuare un gesto di grande valore simbolico, rimuovendo la targa dall’offensiva collocazione decisa nel 1938. Questo soprattutto per le ragioni abbiette che ne avevano deciso l'attuale posizionamento in ossequio alle leggi razziali".

La contrarietà della maggioranza è stata resa nota fin da subito. Lo stesso sindaco soltanto qualche giorno fa, intervistato da il Dolomiti, aveva dichiarato: "La targa è lì dal 1939 e il consigliere - così De Pellegrin -, nonostante frequenti da 20 anni tra assessorato e attività politiche palazzo Rosso, si è accorto solo ora del suo significato. Eventuali provvedimenti devono trovare un'ampia condivisione".

LA STORIA DELLA TARGA

Era stato proprio Perale a far riemergere la storia della targa, creata nel 1518: "Al termine della lunga e sanguinosa guerra condotta dalla Lega di Cambrai contro la Repubblica di Venezia - spiega Perale - , che sconvolse la provincia di Belluno dal 1506 al 1513, dopo la pace di Noyon-Bruxelles del 1518 la Serenissima attuò nei rettorati di confine della Terraferma una sorta di pulizia etnica ante litteram, espellendo da Belluno sia la comunità tedesca che da secoli vi abitava, sia la comunità ebraica, in quanto appartenente alla componente askenazita originaria dai territori di lingua tedesca".

La lastra in bronzo era poi successivamente stata spostata all'interno del Municipio, dopo essere stato ristrutturato a seguito di un terribile terremoto che colpì la città il 16 ottobre 1936. "Il 18 settembre 1938 sulla piazza di Trieste, Mussolini, accodandosi a Hitler, dava il via alle vergognose leggi razziali e alla capillare persecuzione degli italiani di religione ebraica - spiegava Perale -. Questo offrì il pretesto ad alcuni zelanti fascisti bellunesi, per spostare la targa di bronzo dedicata alla cacciata degli ebrei del 1518, che nel nuovo spirito antisemita del regime italiano venne baldanzosamente collocata all’interno della Sala di Giunta, alle spalle della poltrona dove siede il sindaco, per ispirare l'azione solitaria del Podestà di allora".