ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùTelefonia
Il fondo americano presenta una proposta per la cosiddetta Netco. In giornata cda per esaminare la proposta. Il Governo: «Seguiamo con attenzione»
2 febbraio 2023
Il fondo Kkr rompe gli indugi e avanza a Tim una proposta sulla rete tlc. In una nota diffusa in mattinata la compagnia telefonica ha comunicato di aver ricevuto da Kkr un’offerta non vincolante per l’acquisto di una partecipazione in una costituenda società coincidente con il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusivo degli asset e attività di FiberCop, nonché della partecipazione in Sparkle (la cosiddetta «Netco»).
L’offerta non vincolante, spiega la nota, è riferita a una quota partecipativa da definire, fermo restando che dall’acquisto scaturirebbe la perdita dell’integrazione verticale rispetto a Tim.
Già oggi il cda Tim
Il consiglio di amministrazione di Telecom si riunirà in giornata per avviare l’esame dell’offerta non vincolante. La quota per la quale Kkr ha avanzato l’offerta non è ancora stata definita, ma sarebbe tale da permettere al colosso Usa di assumere il controllo di una società di nuova creazione che comprende la rete fissa domestica di Tim e una partecipazione nell’unità di cavi sottomarini Sparkle.
Il precedente del 2021
Nel novembre del 2021 la stessa Kkr aveva manifestato l’interesse per il lancio di una offerta pubblica di acquisto sull’intero gruppo Tlc, che valutava le azioni Tim 0,50 euro ciascuna. L’operazione fu bocciata dal consiglio di amministrazione del gruppo telefonico dopo un lungo confronto con gli americani ai quali, all’atto finale, fu anche imputato di non aver mai presentato un’offerta, ma di essere rimasti fermi a una manifestazione di interesse. Punto, questo, sul quale Kkr ha però sempre replicato di non aver avuto l’ok di Tim a una due diligence confirmatoria.
L’intreccio azionario
Il fondo Usa figura, in quanto socio al 37,5% di Fibercop (la società al cui interno c’è la rete secondaria di Tim), anche tra i firmatari del memorandum of understanding dello scorso maggio che ha tenuto legato il destino della rete di Tim alla cordata formata da Cdp e fondi.