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Trasformano un rudere in un bed&breakfast dove cellulari e tv sono banditi: dai salumi artigianali ai piatti della tradizione, il "san Martino" trasporta i suoi clienti "nel passato"

CAVIZZANA. Nella "Locanda san Martino" il tempo pare essersi fermato. Mentre grossi sassi corrono lungo le mura esterne, il legno e il suo inconfondibile profumo invadono la piccola sala del ristorante della famiglia Franceschi, lasciando assaporare con largo anticipo un’esperienza destinata a trasportare i suoi fruitori direttamene nel passato. Le condizioni? Accettare di godersi un pasto senza cellulare o un pernottamento privandosi della tv.

"La nostra struttura a conduzione familiare nasce nel 2000 per ospitare in particolare quegli affamati turisti che, dopo una mattinata all’insegna del rafting sul fiume Noce vogliono farsi una bella mangiata, assaggiando piatti della tradizione realizzati con prodotti del territorio", esordisce Fabrizio Franceschi a Il Dolomiti. Uno sport collettivo, "che unisce le persone durante l’attività ma anche dopo – spiega lo chef, raccontando l’esperienza del rafting in val di Sole -. Nella nostra locanda proponiamo un menù con antipasti in tavola, 3 primi e 3 secondi fra buffet freddo e caldo, per dare la possibilità ai nostri clienti di degustare differenti prodotti in un contesto intimo e tranquillo".

Da un rudere prossimo al crollo è nata così, "con non poca fatica, una struttura diversa dalle altre e aperta tutto l'anno, perché puntiamo su di un turismo presente in ogni stagione". A 1 chilometro dal centro di rafting "Trentino wild" di Caldes, sorge infatti la "Locanda san Martino", pronta a ospitare per pranzi, cene o anche pernottamenti con colazione (mettendo a disposizione ben 4 camere da letto ndr).

All'ingresso del locale a ricevere gli ospiti c'è "la padrona di casa", Lina, che invita chi entra a spegnere il proprio cellulare: "L'idea è quella di consentire a chi viene a mangiare da noi di godere del pasto in pace, assaporando gusti che raccontano il nostro territorio - dichiara Franceschi -. C'è chi si arrabbia e chi invece, dopo il pranzo, ci ringrazia dicendoci che l'aver abbandonato anche solo per un'ora il telefono è stato tanto bello quanto terapeutico", confessa.

Fra asini, cavalli, mucche, agnelli e pecore (per citarne soltanto alcuni ndr) l'attività di Cavizzana impegna inevitabilmente i suoi gestori "tutto il giorno tutto l'anno. Alleviamo gli animali in una piccola fattoria adiacente alla locanda "san Martino": con la carne realizzo da me salumi e bresaole. Prodotti artigianali che propongo in periodi diversi seguendo la stagionalità - rivela il ristoratore -. La scelta di un menù già stabilito deriva dalla volontà di permettere al cliente di assaggiare un po' di tutto: ci sarà magari qualcosa che potrà non piacere, ma spesso si finisce per provare cose che altrimenti non si proverebbero, e che magari poi piacciono". 

Prodotti artigianali che si affiancano a materie prime "reperite in val di Sole fra formaggi e ortaggi coltivati in zona - aggiunge Franceschi -. Non utilizzo nessun tipo di prodotto industriale: cucino come facevano le nonne 30 o 40 anni fa e molti se ne accorgono. Capita spesso che qualche cliente anziano mi dica che i miei salumi 'riportano indietro nel tempo'". A contribuire a un'atmosfera che sa di "ritorno a un passato più semplice e autentico, anche l'assenza di televisioni nella zona del bed&breakfast: la nostra è una 'casa' molto piccola e le tv finirebbero per disturbare i clienti di stanze adiacenti. Oltre a ciò, siamo convinti che chi vive una vacanza appieno non abbia energie da dedicare a dispositivi tecnologici", sostiene Fabrizio accanto alla moglie Lina. 

"'È stato bello stare senza televisione per due giorni' ci dicono in molti, non a caso, a esperienza conclusa, e noi non potremmo esserne più felici. Il mondo sta cambiando e siamo tutti, perennemente, 'connessi' - dichiara il gestore del san Martino -. Nella nostra locanda abbiamo soltanto il telefono fisso e quello è già un 'lavoro': se avessi anche il cellulare avrei una problema in più da gestire - ironizza -. Siamo molto felici del piccolo mondo che abbiamo creato e ci auguriamo che almeno uno dei nostri 5 figli, tutti ancora molto giovani, abbia un domani voglia di portare avanti la nostra attività con la stessa attenzione e dedizione che io e Lina dedichiamo a piatti, ospitalità e clienti", conclude.