Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

Tre anni di lavoro per scoprire che “Il Trentino non è Bibbiano”: il fiasco della caccia alle streghe leghista

TRENTO. Il 9 ottobre del 2019, su iniziativa della Lega, era stata istituita la “Commissione speciale d’indagine in materia di affidamento dei minori”. Di fatto una sorta di caccia alle streghe nata sulla scia del cosiddetto “caso Bibbiano” e fortemente voluta dalla capogruppo della Lega in Consiglio provinciale, Mara Dalzocchio, che nel 2019 condivideva post di Casapound e parlava di “un problema che si vuole nascondere”.

Al tempo del cosiddetto “caso Bibbiano” alcuni sostenevano l’esistenza di una vasta organizzazione criminale che avrebbe avuto lo scopo di togliere bambini a famiglie in difficoltà per affidarli ad amici o conoscenti, accuse che in fase processuale sono state fortemente ridimensionate. Ad ogni modo, tornando alla commissione trentina, questa era presieduta proprio da Dalzocchio e completata dai consiglieri Sara Ferrari (Pd, vicepresidente), Luca Guglielmi (Fassa), Lucia Coppola (Misto-Europa Verde), Pietro De Godenz (UpT), Denis Paoli (Lega) e Katia Rossato (ex Lega ora Fratelli d’Italia). 

Ora, dopo 17 riunioni in 3 anni, sono terminati i lavori per verificare le procedure relative all’affidamento di minori e l’adeguatezza dei relativi servizi provinciali: la conclusione però è tutt’altro che sorprendente. Come si legge nella nota diffusa dalla Provincia l’organismo ha stabilito che “il Trentino non è Bibbiano, la Pat ha buoni servizi ma per fronteggiare i casi più difficili serve una maggiore assistenza psicologica e psichiatrica, anche con una struttura dedicata”.

Il leghista Paoli ha plaudito al “costruttivo lavoro di gruppo” anche se si è detto dispiaciuto dei pregiudizi iniziali manifestati dalle minoranze nei confronti della Lega. “La Commissione speciale – ha aggiunto – ha permesso un doveroso approfondimento che si è rivelato utile per accertare che il sistema trentino nel campo dell’affido dei minori funziona”. Dal canto suo Guglielmi ha ringraziato le minoranze “che – ha detto – di fronte alla proposta della maggioranza di istituire questa Commissione non hanno ceduto alla tentazione della polemica fine a sé stessa, perché questo ha permesso un monitoraggio dei servizi in Trentino che ne ha dimostrato la buona qualità”. Pure Rossato ha dichiarato come il sistema trentino sia un’eccellenza seppur con alcune criticità “che proprio il lavoro di questo organismo ha portato alla luce e che ora si potranno affrontare”.

La commissione ha prodotto anche una relazione che descrive il sistema normativo di riferimento nonché i servizi e le professionalità che intervengono nelle procedure di affidamento. Il documento che arriverà in Consiglio provicniale a fine ottobre, chiederà di impegnare la Giunta provinciale in 4 direzioni: potenziare l’assistenza psicologica oggi carente nelle strutture che ospitano i minori in affido; assegnare ad almeno due assistenti sociali la valutazione e la decisione circa l’eventuale allontanamento di bambini e ragazzi dalla famiglia; creare un equipe multidisciplinare che analizzi caso per caso queste scelte; istituire un osservatorio che garantisca il monitoraggio dell’intero sistema. In altre parole fra le poche criticità rilevate dalla commissione ci sono le risorse insufficienti dedicate al sociale, compresa la carenza del personale, fondi che spetterebbe alla stessa Giunta Fugatti trovare e mettere a disposizione.