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Ucraina, morto ministro bielorusso: per Kiev forse avvelenato

Ieri la commemorazione dell'Holodomor, la carestia provocata dall'Urss in Ucraina tra il 1932 e il 1933

Mentre continuano gli attacchi delle truppe russe su diverse regioni ucraine, comprese la città liberata di Kherson e la regione di Donetsk, dove sono state registrate vittime civili e dove l’amministrazione militare ucraina ha invitato i residenti all’evacuazione, dalla Bielorussia è arrivata la notizia dell’improvvisa morte del ministro degli Esteri, Vladimir Makei. Una scomparsa che ha “scioccato” la Russia, come sottolineato dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, e che ha alimentato i sospetti di Kiev.

Anton Gerashchenko, consigliere del ministero dell’Interno ucraino, ha riportato le voci secondo cui Makei “potrebbe essere stato avvelenato”. “Era uno dei pochi non sotto l’influenza russa. Le voci dicono che questo potrebbe essere un segnale per il presidente bielorusso Alexander Lukashenko“, ha scritto Gerashchenko su Twitter. Lukashenko, da parte sua, si è limitato ad un messaggio di condoglianze alla famiglia e agli amici di Makei. Duro, invece, il commento della leader dell’opposizione bielorussa, Sviatlana Tsikhanouskaya. “Nel 2020, Vladimir Makei ha tradito il popolo bielorusso e sostenuto la tirannia. È così che sarà ricordato dai bielorussi”, ha scritto sui social Tsikhanouskaya.

L’Ucraina ha commemorato Holodomor, la carestia provocata dall’Urss in Ucraina, che ha ucciso milioni di persone nel 1932-1933. Una tragedia che ha riportato inevitabilmente all’attualità. Per il governo di Kiev, infatti, la Russia deve essere ritenuta responsabile “per le vittime di ieri, come per quelle di oggi”, ha affermato il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak. “Una volta volevano distruggerci con la fame, ora con il buio e il freddo. Ma non possiamo essere spezzati”, ha commentato invece il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha sottolineato ancora una volta l’allarme energetico, affermando che sono più di sei milioni le famiglie interessate dai blackout.

Zelensky è stato poi protagonista del vertice internazionale sulla sicurezza alimentare a Kiev, dove è stata presentata l’iniziativa ‘Grain from Ukraine’. Il presidente ha annunciato che l’Ucraina ha raccolto circa 150 milioni di dollari per l’iniziativa che itende sconfiggere la crisi alimentare globale. La cifra, ha riferito il Zelensky, comprende le donazioni arrivate da Polonia, Belgio, Francia, Austria, Germania, Paesi Bassi, Giappone e Canada. I leader di oltre 20 paesi hanno poi annunciato l’intezione di stanziare fondi per l’iniziativa, e il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato che il programma avviato da Zelensky “contribuisce notevolmente a garantire la sicurezza alimentare globale”. I primi ministri di Polonia, Lituania e Belgio, oltre alla presidente dell’Ungheria, hanno partecipato di persona al vertice, mentre i leader di Germania e Francia sono intervenuti via video. La presidente dell’Ungheria, Katalin Novak, a margine del vertice, si è espressa sulla guerra in Ucraina, condannando la Russia e sottolineando “l’evidente responsabilità” del presidente russo Vladimir Putin, invitando le parti a trovare una soluzione negoziale per la pace. Il primo ministro belga Alexander De Croo, anche lui a Kiev, ha invece firmato insieme a Zelensky una dichiarazione sul sostegno all’adesione dell’Ucraina all’Ue e alla Nato.

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