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Ucraina, ufficiale russo ammette torture su prigionieri

Il racconto di Konstantin Yefremov: la storia ripresa da Der Spiegel e Bbc. Sarebbe il primo a testimoniare quanto accaduto nel conflitto, a Mosca è considerato un disertore

Konstantin Yefremov, un ex ufficiale militare russo, ha confermato alla Bbc che le forze armate di Mosca hanno torturato i prigionieri ucraini. “gli interrogatori, le torture, sono continuati per circa una settimana – ha dichiarato – ogni giorno, di notte, a volte due volte al giorno”. Yefremov l’ufficiale russo più anziano che ha parlato apertamente delle torture, ha lasciato la Russia e viene considerato un disertore. L’uomo ha raccontato di un suo superiore che ha puntato una pistola alla fronte di un prigioniero dicendo che al tre avrebbe fatto fuoco. “Ha contato poi ha sparato due volte a lato della sua testa”.

Yefremov ha lasciato la Russia sei settimane fa e, attualmente, è in fuga. Al momento si trova da qualche parte in America centrale, dopo che l’organizzazione per i diritti umani Gulagu.net lo ha aiutato a fuggire. Yefremov, comandante di una squadra di sminamento della capitale cecena di Grozny, ha mostrato a Spiegel una serie di documenti per comprovare il suo racconto. Che inizia dallo scorso 27 febbraio, quando con i suoi uomini ha partecipato all’invasione dell’Ucraina marciando nel Paese attraverso la Crimea. L’ufficiale e la sua squadra, che da sminatori erano stati ribattezzati fucilieri, sono stati assegnati inizialmente a Melitopol nella regione di Zaporizhia come retroguardia. Poi, in aprile, sono stati inviati al villaggio di Bilmak per proteggere il quartier generale temporaneo della 42a divisione. L’esercito aveva occupato lì una fabbrica di attrezzature agricole con grandi capannoni, trattori e altri veicoli. È il luogo in cui Yefremov afferma di aver assistito a settimane di torture.

L’ufficiale accusa, in particolare, il colonnello Shopaga che, nella primavera del 2022, era vice comandante del distretto militare meridionale della Russia. Yefremov lo accusa non solo di aver fatto saltare i denti ad un giovane soldato ucraino e di avergli rotto il naso a calci, ma anche di averlo sistematicamente umiliato. Il colonnello ha persino minacciato l’ucraino di stupro e lo ha minacciato puntandogli una pistola alla testa pur di estorcergli una confessione.

Yefremov racconta anche di violenze sui civili, e di saccheggi e furti effettuati dalle truppe russe. L’ufficiale ha descritto le sue stesse truppe come “invasori e assassini”, ma ha affermato anche che sono state ingannate dai loro comandanti e che non tutti i soldati russi sostengono la guerra contro Kiev. L’ufficiale ha spiegato a Spiegel di provare rimorso per quanto avvenuto e per non aver potuto fare niente se non cercare di lasciare l’Ucraina. Cosa che è riuscito a fare a maggio, ricevendo una nota di demerito.

Solo ad ottobre poi, Yefremov è stato rilasciato dal servizio militare attivo, assumendo il ruolo di tenente colonnello della riserva. L’ufficiale è però poi stato costretto a fuggire a seguito della mobilitazione voluta dal presidente russo Vladimir Putin. Yefremov ha detto ancora a Spiegel di voler chiedere asilo negli Stati Uniti, e di essere pronto a testimoniare davanti alle autorità internazionali sui crimini commessi dai soldati russi. Secondo il fondatore di Gulagu.net, Vladimir Ossechkin “Yefremov è il primo ufficiale russo a testimoniare e, si spera, non l’ultimo”.

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