Contenuto sponsorizzato

Negli scorsi giorni la casa della scalatrice iraniana, che aveva gareggiato a Seul senza hijab allineandosi alle proteste che nel suo Paese stanno cercando di far cambiare le cose, è stata abbattuta. L'11 dicembre è la giornata internazionale della montagna. Pietro Lacasella dal blog AltoRiliveo/Voci di Montagna lancia l'appello: sarebbe importante se, in occasione della ricorrenza, i quotidiani di settore, i blog, le sezioni Cai, le diverse associazioni e, più in generale, gli appassionati di montagna parlassero di lei

ASIAGO. La casa della scalatrice iraniana Elnaz Rekabi è stata demolita. Secondo IranWire si tratta di una ritorsione. Come tutti sappiamo Elnaz, gareggiando ai campionati di arrampicata sportiva di Seul senza hijab, si era simbolicamente allineata alle proteste per la morte di Mahsa Amini, la 22enne deceduta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale per non aver indossato il velo in modo corretto.

Un atto coraggioso, soprattutto perché dall'inizio delle proteste hanno perso la vita più di 300 manifestanti e sono state arrestate oltre 12.000 persone. Tra pochi giorni, l'11 dicembre, si celebrerà la giornata internazionale della montagna.

Sarebbe a mio parere importante se, in occasione della ricorrenza, i quotidiani di settore, i blog, le sezioni Cai, le diverse associazioni e, più in generale, gli appassionati di montagna rivolgessero un pensiero a questa ragazza, diventata un esempio da seguire per chi si batte per la libertà di esprimere civilmente il proprio dissenso.

Mantenere alta l'attenzione mediatica è forse l'azione più semplice ed efficace che possiamo adottare per tutelarla - magari solo in piccola parte - da ulteriori vessazioni.

Contenuto sponsorizzato