Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

Vietato “ledere l’immagine e il decoro” della Pa sui social: approvato il nuovo Codice di comportamento per i dipendenti pubblici

Vietato “ledere l’immagine e il decoro” della pubblica amministrazione sulle piattaforme tecnologiche e sui social network e stop a discriminazioni basate su “genere, nazionalità, origine etnica, lingua, religione o credo, convinzioni personali o politiche, appartenenza a una minoranza nazionale, disabilità, condizioni sociali o di salute o di fragilità, età e orientamento sessuale”. Sono queste le novità salienti contenute nel nuovo Codice di comportamento per i dipendenti pubblici, approvato nella seduta di giovedì del Consiglio dei ministri. Per il ministro per la Pa, Paolo Zangrillo, non si può “prescindere dalla giusta valorizzazione delle persone che lavorano per l’interesse collettivo e dalla loro responsabilizzazione”.

Più nel dettaglio, si legge nell’articolo 11-ter sull’utilizzo “dei mezzi di informazione e dei social media”, il “dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”. I lavoratori della Pa dovranno anche prestare attenzione a quello che altri pubblicheranno sul proprio profilo, “in modo che le opinioni ivi espresse e i contenuti ivi pubblicati”, anche se “di terzi, non siano in alcun modo attribuibili all’amministrazione di appartenenza o possano, in alcun modo, lederne il prestigio o l’immagine”. Basti pensare a un medico no-vax impiegato in una Asl che sul proprio profilo Facebook fa propaganda anti-vaccino. O a un docente che fa un commento inadeguato. Come quello del liceo D’Oria di Genova che a maggio ha definito “zoccoletta” una studentessa del liceo Albertelli di Roma per essere andata a scuola vestita in modo non conforme al regolamento d’istituto. Le sue parole, pubblicate su Facebook, avevano fatto il giro d’Italia. Il testo, tra l'altro, ora prevede “la facoltà per l’amministrazione di svolgere gli accertamenti necessari a verificare il loro corretto utilizzo”, ovviamente “nel pieno rispetto della privacy dei dipendenti”.

Un’altra importante novità è quella che riguarda il “rispetto della persona” e il “divieto di discriminazioni”. Nello specifico, “il dipendente imposta la sua condotta sul luogo di lavoro al rispetto della personalità, della dignità e dell’integrità fisica e psichica degli altri dipendenti e degli utenti”. Il lavoratore della Pa, dunque, non deve discriminare i colleghi sulla base di “genere, nazionalità, origine etnica, lingua, religione”, ma anche “disabilità, condizioni sociali o di salute o di fragilità, età e orientamento sessuale”. E deve anche astenersi da “ogni forma di condotta inopportuna che si realizzi attraverso comportamenti, parole, scritti, gesti e atti intenzionali che ledono la personalità, la dignità o l’integrità fisica o psichica di una persona”. Il provvedimento, per esempio, dovrebbe scongiurare affermazioni fuori luogo o offensive da parte di impiegati pubblici nei confronti di persone in fase di transizione di genere, si pensi ad addetti all’anagrafe o a lavoratori degli ospedali.

E in un certo senso si apre alle richieste delle associazioni studentesche e del Gay center che nell’ultimo periodo hanno chiesto con insistenza un intervento al governo per l’introduzione a livello nazionale della carriera alias, il protocollo che consente a studenti e studentesse in fase di transizione di genere di adottare tra le mura scolastiche un nome col quale si identificano maggiormente. Per ora, quantomeno, i dipendenti pubblici — e quindi anche docenti e presidi — non dovranno ledere la “personalità” e la “dignità” della persona. Alunni inclusi. Infine: attenzione viene dedicata anche al rispetto dell’ambiente, per contribuire alla riduzione del consumo energetico e della risorsa idrica. Tra gli obiettivi anche la riduzione dei rifiuti e il loro riciclo.