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Vittorio Sgarbi: "Basta pale eoliche. La svolta del Fai favorisce l'associazione a delinquere"

ROMA - Per guastare l'umore a Vittorio Sgarbi basta dire due parole: pale eoliche. È un grande classico delle crociate sgarbiane.

E infatti ora che il Fai (Fondo per l'ambiente italiano) ha sposato gli impianti green, sganciandosi, insieme al Wwf e a Legambiente, da Italia Nostra, è una furia. "Si è allargata l'associazione a delinquere che in nome dell'ambientalismo favorisce gli speculatori e la criminalità organizzata", dice così, in premessa, il sottosegretario alla Cultura del governo Meloni.

Associazione a delinquere. Roba da querela.

"Allora per non prendere una querela in più, ricordo che, intercettato in carcere, Totò Riina disse chiaramente che l'affare di Matteo Messina Denaro in Sicilia erano "i pali eolici". È un'alleanza grottesca".

Il Fai sostiene che il paesaggio non è intoccabile, che può convivere con eolico e fotovoltaico.

"Lo dice l'attuale presidente Magnifico. Non mancheremo allora di fare installare un campo fotovoltaico davanti al castello di Masino, gestito dal Fai, dove Giulia Maria Crespi riuscì ad evitare la realizzazione di un mega parco giochi. E metteremo una selva di pali eolici galleggianti davanti l'Abbazia di San Fruttuoso, sempre del Fai, per educare i giovani alla difesa del "paesaggio sostenibile".

Non pensa che dallo sviluppo delle rinnovabili dipenda anche la sicurezza energetica dell'Italia nei prossimi decenni?

"Se anche le mettessimo in tutta Italia, avremo il 2% dell'energia da queste fonti. Oggi ci sono posti con 850 pale eoliche e la metà sono ferme".

Al momento dalle rinnovabili arriva il 18% dell'energia.

"Mettiamo i pannelli sopra i condomini. Il 65% degli edifici costruiti in Italia, anche intere aree industriali e periferiche, hanno meno di 70 anni. Non è difficile immaginarli rivestiti di pannelli. Per esempio ora sono a Torre del Greco e non c'è una sola cosa che sia degna di essere guardata. Potremmo metterci qui il fotovoltaico. Oppure mettiamolo all'Ara Pacis, in centro a Roma, che per come è stata rifatta è un obbrobrio".

Il governo che pensa di fare con i nuovi impianti?

"Parlerò con Meloni. Mi batterò col ministro dell'Agricoltura Lollobrigida e con Fabio Rampelli in difesa dell'agricoltura, per annullare i decreti con cui Draghi ha concesso sei nuovi parchi eolici in Puglia e in Basilicata. Si riparta dall'agricoltura, dal paesaggio agricolo che esaltava Pasolini. Che è Pasolini, non Bonelli".

E il ministro dell'Ambiente, Pichetto Fratin, che ne pensa?

"Al ministero dell'Ambiente se ne sbattono del paesaggio. Metterebbero le pale eoliche pure davanti a una cattedrale".

Il ministro Fratin se ne infischia?

"L'ho invitato a una riunione su questo argomento. E non è venuto".

Nemmeno le pale eoliche in mare la convincono?

"Ci sono due strade: le pale ancorate al fondo. Ed è molto complesso. Oppure galleggianti, che hanno il vantaggio di essere temporanee. Avevo iniziato a parlarne con i produttori".

Lei si è spesso scagliato contro la burocrazia. Non pensa che le soprintendenze spesso frappongano troppi ostacoli?

"Ma per fortuna. Anzi, dovrebbero metterne di più. Fanno il loro dovere, difendono quel paesaggio che ha determinato il Grand Tour. Difendono l'Italia dal "sacco del Paesaggio" in Sicilia, Puglia, Calabria, Basilicata. L'Italia non è solo i suoi monumenti".

Approva sempre i vincoli?

"Sacrosanti. Mentre il ministero dell'Ambiente difende soltanto l'energia. Vorrei lodare il soprintendente Gabriele Barucca che difende Cremona dalla minaccia di mettere il fotovoltaico in piazza San Marco. Una schifezza, come i pannelli messi a Roma a piazza Venezia dal sindaco Gualtieri".

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